Editoriale: non siamo di contorno
Codice Rosso ha iniziato la sua attività di critica e controinformazione il primo novembre e con febbraio ha quindi raggiunto il traguardo dei primi tre mesi di vita editoriale. La nostra produzione, col passare delle settimane, si è fatta via via più definita: genere magazine con articoli di analisi, approfondimenti di tipo giornalistico, commenti a qualche fatto importante sia a livello globale che locale.
Siamo una realtà che sta tra le notizie locali e quelle planetarie, tra cultura, immaginario, tecnologia, economia, politica e sport. Siamo indipendenti, non usiamo veti per la pubblicazione e siamo completamente impermeabili alle compatibilità dell’informazione e della politica livornesi.
Del resto il territorio ha bisogno di idee forti, dirompenti che spazzino via quella tendenza al galleggiamento, al corto respiro, al mantenimento di equilibri privati spacciati per interesse collettivo, che caratterizza l’attività politica di buona parte della sinistra livornese. Ne ha bisogno, prima di tutto, a causa dello stato dell’informazione locale: chiusa, culturalmente asfittica, in mano a una rete di pochi soggetti che si parlano sostanzialmente tra loro (e si vede..).
Insomma quello che c’è oggi è, gratta gratta, qualcosa di contorno alle posizioni ufficiali del sindaco e della giunta. Siamo pragmatici: se tutto questo salvasse la città dal declino in cui si è cacciata potremmo anche fare finta di nulla. Invece, con ruolo da tempo assunto dall’informazione nell’economia un sistema di qualità dei media territoriali è precondizione per salvare il territorio. E quello che vediamo oggi è anche scadente sul piano della qualità.
Quello che vediamo oggi è qualcosa di diverso da cosa accadeva negli anni ’90 -un partito chiave che controllava tv e stampa locale – e qualcosa di più capillare di allora , grazie alla penetrazione spontanea dei social, nonostante la debolezza della politica e le ristrutturazioni alle quali la tecnologia costringe stampa e tv. Del resto con un noto giornalista sindaco, e con una redazione televisiva di riferimento, il resto dei media locali (tradizionali ma anche testate web fino alle pagine facebook) ha fatto sistema attorno al collega e alla sua tv. Naturalmente, sia per pigrizia culturale che per convenienza di basso profilo sinistra su questo c’è silenzio assoluto, eppure l’effetto Orwell alla livornese, situazioni buffe comprese, è garantito sempre sotto la retorica ufficiale della inclusività e della partecipazione democratica.
E come negli anni ’90 i media territoriali, trasformati, hanno cominciato a veicolare solo versioni ufficiali, punti di vista istituzionali, giudizi positivi sull’operato della giunta in un unico coro ma con una penetrazione impensabile nel passato grazie al ruolo dei social. Basta confrontare il comportamento dei media locali con la giunta precedente con cosa accade oggi quando media, sindaco, giunta, social fanno blocco. Un blocco senza idee quanto un blocco di potere di un territorio che continua a franare nonostante i tentativi di autopromozione.
Codice rosso nasce per rompere e disarticolare questo stato di cose : siamo cortesi con tutti, rispettosi della libertà di espressione ma non abbiamo giornalisti amici con i quali mantenere degli equilibri, non abbiamo caporedattori di testate locali da tenere buoni per un qualche uso strumentale. Solo in questo modo si può contribuire all’inversione del declino di un territorio che ne ha dannatamente bisogno. In quest’ottica ci presenteremo in primavera al pubblico livornese. Perchè non siamo di contorno, nè in minuscolo nè in maiuscolo, se non lo si era capito.
la redazione di codice rosso