Economie

Gli operai? Si sono stabilizzati a destra. Analisi flussi elettorali 2008-2022

Presentazione

Pubblichiamo, dopo averli assemblati, i materiali di analisi a nostra disposizione dedicati allo  spostamento a destra della classe operaia italiana e dei bassi percettori di reditto durante le elezioni parlamentari che sono intercorse tra il 2008 e il 2022.  In questa ricerca abbiamo fornito anche una definizione di classe operaia, coloro che sono inquadrabili nell’industria manifatturiera, e di bassi percettori di reddito, coloro che sono assimilabili per condizioni di vita alla classe operaia di oggi ma che non lavorano nell’industria. In entrambi di casi, per i 15 anni presi in considerazione nella nostra ricerca, vi è una marcata prevalenza per la scelta di voto a destra. In questo senso la classe operaia in senso stretto ha scelto come primo partito il Pdl di Berlusconi nel 2008 come ha scelto FdI di Giorgia Meloni nel 2022. Solo nel 2013 il PD è riuscito a conquistare il posto di primo partito tra la classe operaia ma, da allora, come vedremo, i competitori per l’egemonia sulla working class sono altri. Un’altra tendenza chiara dei quindici anni presi in esame è che alla stabilizzazione, a destra, del voto operaio e dei bassi percettori di reddito corriponde una crescita mai vista, in Italia, dell’astensionismo. Oltre 17 punti di percentuale di astensionismo in più in quindici anni accompagnano la stabilizzazione, a destra, dell’elettorato dei ceti subalterni. Naturalmente, questo, per dimensioni e metodo, è un lavoro di comprensione delle dinamiche dei flussi elettorali alle elezioni politiche non un saggio di analisi su cause e tendenze in atto. Ma una cosa va detta, chi ricorda le enormi manifestazioni a difesa articolo 18 del 2002? Sei anni dopo, durante elezioni 2008, il Pdl guidato da Berlusconi era il primo partito operaio. Saper entrare in questi temi, darsi spiegazioni, saper innovare su questo campo aiuta molto a definire una proposta politica all’altezza dei problemi che stiamo attraversando.

(Redazione codice rosso)

 

1. Introduzione

A.introduzione

Contesto generale

Il presente report si propone di analizzare l’evoluzione del comportamento elettorale di due segmenti sociali di particolare rilevanza nel panorama italiano – la classe operaia, con un focus specifico sui lavoratori del settore manifatturiero ove possibile, e i percettori di basso reddito – nel corso delle elezioni politiche generali tenutesi tra il 2008 e il 2022. Questo arco temporale è stato testimone di profonde trasformazioni nel sistema politico italiano, segnato da una notevole instabilità, da ricorrenti crisi economiche, dall’affermazione di nuovi soggetti politici come il Movimento 5 Stelle (M5S), dal declino di forze tradizionali e, in modo particolarmente allarmante, da un progressivo e marcato aumento dell’astensionismo, che ha raggiunto livelli record nelle ultime consultazioni. Comprendere come questi mutamenti abbiano influenzato le scelte di voto di gruppi sociali storicamente significativi è cruciale per decifrare le dinamiche politiche contemporanee.

Rilevanza dell’analisi

L’analisi del voto operaio e dei bassi redditi riveste un’importanza fondamentale. Tradizionalmente considerati un bacino elettorale di riferimento per i partiti della sinistra, questi segmenti hanno manifestato, negli ultimi decenni, una crescente volatilità e un progressivo disallineamento dalle appartenenze storiche. Le loro preferenze elettorali sono diventate oggetto di contesa tra diverse forze politiche, incluse quelle populiste e di destra, e le loro scelte hanno avuto un impatto decisivo sugli equilibri politici nazionali, contribuendo a determinare l’esito delle competizioni elettorali e la formazione dei governi. Studiare i loro orientamenti permette non solo di mappare i cambiamenti socio-politici in atto, ma anche di valutare il grado di rappresentanza politica offerto a fasce della popolazione particolarmente esposte alle difficoltà economiche e sociali.

Metodologia e fonti

La presente analisi si fonda sull’esame critico di dati provenienti da diverse fonti, quali studi sui flussi elettorali, sondaggi post-voto (exit poll e survey campionarie), ricerche accademiche e analisi condotte da istituti di ricerca specializzati come ITANES (Italian National Election Studies), l’Istituto Cattaneo, IPSOS, e altri contributi specifici reperiti nei materiali di ricerca. Un’attenzione particolare è stata dedicata al tentativo di armonizzare, per quanto possibile, le diverse definizioni operative utilizzate per identificare i gruppi target (“classe operaia” e “bassi redditi”), riconoscendo i limiti intrinseci di tale operazione e la potenziale influenza delle diverse metodologie sui risultati.

Struttura del report

Il report si articola nelle seguenti sezioni:

  • Una discussione preliminare sulle definizioni operative dei gruppi elettorali oggetto di studio.
  • Una sintesi del contesto politico e delle principali tendenze elettorali nel periodo 2008-2022.
  • Un’analisi dettagliata degli orientamenti di voto della classe operaia (operai/settore manifatturiero) per ciascuna delle quattro elezioni considerate.
  • Un’analisi analoga per i percettori di basso reddito.
  • Una sintesi comparativa dei risultati, inclusa una tabella riassuntiva, per evidenziare convergenze e divergenze nelle traiettorie di voto dei due gruppi.
  • Una discussione sulle tendenze di fondo e sulle possibili motivazioni che hanno guidato le scelte elettorali di questi segmenti.
  • Conclusioni riepilogative e riflessioni finali.

Date delle elezioni analizzate

Le elezioni politiche generali incluse in questa analisi sono quelle tenutesi nelle seguenti date:

  • 13-14 aprile 2008
  • 24-25 febbraio 2013
  • 4 marzo 2018
  • 25 settembre 2022

2. Definire l’elettorato: Classe operaia e bassi redditi

Aimmagine1

La sfida della definizione

Identificare e tracciare nel tempo il comportamento elettorale della “classe operaia” e dei “bassi percettori di reddito” presenta significative sfide metodologiche. Le definizioni operative di questi gruppi non sono univoche e variano considerevolmente tra le diverse fonti di ricerca e nel corso del tempo. Questa eterogeneità dipende da molteplici fattori, tra cui le metodologie impiegate (sondaggi individuali vs. analisi ecologiche basate sui risultati aggregati delle sezioni elettorali ) e le specifiche variabili socio-demografiche disponibili o utilizzate dai ricercatori (tipo di occupazione, settore lavorativo, auto-collocazione soggettiva, livello di reddito dichiarato o stimato, appartenenza a decili di reddito ). Tali differenze influenzano inevitabilmente le stime sul voto e rendono complessa la comparazione diacronica dei risultati.

Definizione di “classe operaia” (settore manifatturiero)

La richiesta specifica di analizzare il voto dei lavoratori del “settore manifatturiero” si scontra con la prassi comune di molte ricerche elettorali, che tendono a utilizzare la categoria più ampia di “operai” o l’espressione colloquiale “tute blu”. Studi accademici e analisi storiche, come la tesi di Occhionero o lo studio della Fondazione Di Vittorio focalizzato sul 2006, discutono l’evoluzione del concetto di classe operaia, sottolineandone la crescente eterogeneità interna e le difficoltà di una definizione univoca nel contesto post-industriale. Anche le indagini ITANES, come quelle relative al 2008 o al 2013, utilizzano prevalentemente la categoria “operai” basata sulla classificazione professionale degli intervistati.

Data questa limitazione nelle fonti primarie disponibili, il presente report utilizzerà prevalentemente la categoria “operai” come proxy per la “classe operaia del settore manifatturiero”, specificando ove possibile la natura dei dati utilizzati e riconoscendo che tale categoria include anche lavoratori di altri settori (es. edilizia, trasporti). Questa scelta, pur necessaria per condurre l’analisi, implica un certo grado di approssimazione rispetto alla richiesta originale. La difficoltà nel reperire dati disaggregati specificamente per il settore manifatturiero riflette, in parte, la trasformazione stessa del mondo del lavoro e la minor centralità analitica attribuita alle distinzioni settoriali in alcune ricerche contemporanee.

Definizione di “Bassi percettori di reddito”

Anche la definizione di “bassi percettori di reddito” presenta una notevole variabilità. Le principali questioni riscontrate nelle fonti includono:

  • Condizione economica auto-dichiarata: Gli intervistati valutano soggettivamente la propria situazione economica, classificandola ad esempio come “bassa”, “media” o “elevata”, come nell’analisi IPSOS per le elezioni 2022. Questo approccio cattura la percezione individuale del disagio, che può essere influenzata da fattori psicologici e sociali oltre che dal reddito oggettivo.
  • Appartenenza a decili di reddito: Il campione di intervistati viene suddiviso in dieci gruppi (decili) in base al reddito familiare dichiarato, e si analizza il comportamento di coloro che appartengono ai decili inferiori (es. i primi quattro decili, come nello studio basato su dati ESS9 per il 2018). Questo metodo offre una misura relativa del basso reddito all’interno del campione analizzato.
  • Reddito medio della zona di residenza: Si utilizzano dati aggregati sul reddito medio dichiarato ai fini fiscali (es. IRPEF) per aree geografiche definite (es. Codice di Avviamento Postale – CAP) e si correla il reddito medio della zona con i risultati elettorali delle sezioni in essa comprese. Questa tecnica, basata sull’inferenza ecologica, assume un’omogeneità interna alle zone che non sempre corrisponde alla realtà.
  • Correlazione con indicatori di disagio o sussidi: Si analizza la relazione tra il voto e indicatori specifici di difficoltà economica, come il tasso di disoccupazione o inattività, o la quota di beneficiari di misure di sostegno al reddito come il Reddito di Inclusione (REI) o il Reddito di Cittadinanza (RdC). Questo approccio identifica specifici sottogruppi in condizione di vulnerabilità, spesso legati a determinate politiche pubbliche.

La coesistenza di queste diverse definizioni rende evidente che il concetto di “basso reddito” può riferirsi a realtà parzialmente differenti: la povertà percepita, la posizione relativa nella distribuzione dei redditi, la residenza in aree svantaggiate, o la dipendenza da sussidi statali. Questa eterogeneità è un fattore cruciale da considerare nell’interpretazione dei risultati presentati nelle sezioni successive.

Implicazioni metodologiche

Le differenze nelle definizioni operative e nelle metodologie di rilevazione (sondaggi vs. analisi ecologica) comportano cautele interpretative. I risultati basati su sondaggi riflettono le dichiarazioni e le percezioni individuali, mentre le analisi ecologiche stimano comportamenti individuali da dati aggregati, introducendo un potenziale margine di errore (la “fallacia ecologica”). La comparabilità dei dati tra diverse elezioni è inoltre influenzata dai cambiamenti nelle metodologie di indagine e nelle stesse categorie socio-professionali o di reddito utilizzate. Pertanto, ogni dato presentato sarà contestualizzato rispetto alla fonte e alla definizione specifica impiegata, evidenziando le tendenze generali pur nella consapevolezza di queste limitazioni.

3. Il panorama elettorale 2008-2022: contesto politico e principali tendenze

aimmagine2

Il periodo compreso tra le elezioni politiche del 2008 e quelle del 2022 è stato uno dei più turbolenti e trasformativi nella storia della Repubblica Italiana. Comprendere il contesto politico generale è essenziale per interpretare le scelte elettorali della classe operaia e dei bassi redditi.

  • Le elezioni del 2008 (13-14 aprile): Svoltesi dopo la caduta prematura del secondo governo Prodi, queste elezioni videro un ritorno apparente al bipolarismo, con la netta affermazione della coalizione di centrodestra (Popolo della Libertà – PdL, Lega Nord, MPA) guidata da Silvio Berlusconi, a scapito del Partito Democratico (PD) di Walter Veltroni. La legge elettorale proporzionale con premio di maggioranza (“Legge Calderoli” o “Porcellum”)  favorì la semplificazione del quadro politico, riducendo drasticamente il numero di liste rappresentate in Parlamento rispetto al 2006. L’affluenza, pur ancora elevata (80,6%), registrò un calo rispetto alle tornate precedenti.
  • Le elezioni del 2013 (24-25 febbraio): Tenutesi in un clima di profonda crisi economica e sfiducia verso la politica tradizionale, acuita dall’esperienza del governo tecnico guidato da Mario Monti, queste elezioni segnarono la fine traumatica del bipolarismo. L’elemento dirompente fu l’affermazione del Movimento 5 Stelle (M5S) di Beppe Grillo, che divenne il primo partito per voti alla Camera. Nessuna coalizione ottenne la maggioranza assoluta dei seggi, portando a una lunga fase di instabilità e alla formazione di governi di larghe intese. La legge elettorale “Calderoli”, ancora in vigore, fu successivamente dichiarata parzialmente incostituzionale. L’astensionismo subì un’ulteriore, significativa crescita, con un tasso di partecipazione al 75,2%.
  • Le elezioni del 2018 (4 marzo): Il sistema politico apparve consolidato su una struttura tripolare: la coalizione di centrodestra (Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Noi con l’Italia-UDC), la coalizione di centrosinistra (PD e alleati) e il M5S. Il M5S si confermò primo partito, mentre la coalizione di centrodestra risultò la più votata, trainata da una Lega in forte crescita a livello nazionale. Tuttavia, nessuna delle tre forze raggiunse la maggioranza parlamentare. Dopo una complessa fase di negoziati, si formò il governo “giallo-verde” tra M5S e Lega. L’affluenza continuò il suo declino, attestandosi al 72,9%. Le elezioni si svolsero con la nuova legge elettorale “Rosatellum”, un sistema misto maggioritario-proporzionale.
  • Le elezioni del 2022 (25 settembre): Indette anticipatamente a seguito della crisi del governo di unità nazionale guidato da Mario Draghi, queste elezioni furono caratterizzate da una chiara vittoria della coalizione di centrodestra, guidata da Fratelli d’Italia (FdI) di Giorgia Meloni, che divenne il primo partito con il 26% dei consensi. Il PD si confermò secondo partito, mentre il M5S, dato in forte calo nei mesi precedenti, registrò un recupero significativo attestandosi come terza forza. L’elemento più drammatico fu il crollo storico della partecipazione al voto, scesa per la prima volta sotto il 64%. Queste elezioni si tennero con la legge “Rosatellum”  e furono le prime con il numero ridotto di parlamentari (400 deputati e 200 senatori).

Tendenze Generali del Periodo 2008-2022

Questo quindicennio è stato segnato da alcune tendenze di fondo:

  1. Frammentazione e riconfigurazione continua: Il sistema partitico ha perso i suoi ancoraggi tradizionali, passando da una logica bipolare a una tripolare, per poi vedere l’emergere di una nuova forza egemone (FdI) nel centrodestra nel 2022.
  2. Elevata volatilità elettorale: Gli elettori hanno mostrato una propensione crescente a cambiare voto tra un’elezione e l’altra, come evidenziato dalle analisi dei flussi elettorali che mostrano significativi spostamenti tra partiti e coalizioni.
  3. Crescita imponente dell’astensionismo: Il calo della partecipazione al voto è stato il fenomeno più costante e preoccupante del periodo. Tra il 2008 e il 2022, la quota di votanti è diminuita di quasi 17 punti percentuali, portando l’area del non voto a superare per dimensioni quella di qualsiasi partito o coalizione. Questo trend segnala una profonda crisi di fiducia e di rappresentanza.
  4. Persistenza delle fratture territoriali: Nonostante i cambiamenti, le tradizionali differenze di voto tra Nord e Sud Italia sono rimaste significative, influenzando le strategie dei partiti e l’esito delle elezioni.
  5. Impatto delle crisi economiche: Le difficoltà economiche, l’aumento della disoccupazione, la precarizzazione del lavoro e l’erosione dei salari reali  hanno costituito uno sfondo costante, alimentando il malcontento sociale e influenzando le scelte politiche degli elettori.

4. Orientamenti di voto della classe operaia (settore manifatturiero)

Aimmagine3

Come anticipato, l’analisi seguente si riferisce principalmente alla categoria “operai” come definita nelle diverse fonti, data la difficoltà di isolare specificamente il solo settore manifatturiero in modo consistente per tutte le elezioni considerate.

  • Elezioni 2008: Le fonti dirette disponibili per questa analisi  e il volume ITANES dedicato (“Il ritorno di Berlusconi”) non quantificano esplicitamente le percentuali di voto operaio per i singoli partiti. Tuttavia, alcuni elementi contestuali permettono di formulare un’ipotesi plausibile. Lo studio della Fondazione Di Vittorio relativo al 2006 indicava già una spaccatura nel voto operaio: il centrosinistra prevaleva a livello nazionale, ma il centrodestra (in particolare la Lega Nord) era più forte tra gli operai delle regioni settentrionali, specialmente nel Nord-Est. La tesi di Sirna, analizzando il periodo 1994-2008, sottolinea come il fattore occupazionale fosse diventato cruciale, con una tendenza dei lavoratori autonomi a preferire la destra e dei dipendenti la sinistra, ma evidenzia anche la capacità di Berlusconi di raccogliere consensi trasversali, presentando il PdL come un partito dal volto “popolare”. Considerando la netta vittoria del PdL nel 2008 e queste tendenze pregresse, è ragionevole stimare che i due principali partiti per l’elettorato operaio a livello nazionale fossero:
    1. Popolo della Libertà (PdL) (Stima)*
    2. Partito Democratico (PD) (Stima)* *Nota: Questa è un’inferenza basata su dati indiretti e contesto generale, da considerare con cautela. È probabile che la Lega Nord abbia raccolto una quota significativa del voto operaio al Nord, confluita in parte nel risultato nazionale del PdL.
  • Elezioni 2013: Per questa tornata elettorale, disponiamo di dati più specifici grazie alla tesi di Occhionero, che utilizza dati dell’indagine ITANES 2013. L’analisi indica chiaramente che i primi due partiti scelti dagli operai intervistati (per la Camera dei Deputati) furono:
    1. Partito Democratico (PD) (34,1%)
    2. Movimento 5 Stelle (M5S) (24,3%) Il 2013 rappresenta un momento di svolta significativo. Pur confermandosi come primo partito tra gli operai, il PD vede l’irruzione prepotente del M5S, che si posiziona come seconda forza. Questo risultato segnala un indebolimento del legame tradizionale tra classe operaia e sinistra istituzionale e l’apertura di questo elettorato verso un voto di protesta, anti-establishment, catalizzato dalla grave crisi economica e dalla sfiducia verso la politica tradizionale. Il M5S riesce a sottrarre consensi sia al PD, sia al centrodestra (PdL, frammentato in questa elezione) e agli astenuti.
  • Elezioni 2018: Le fonti ITANES specifiche per il 2018 (“Vox Populi” e analisi correlate ) non forniscono nei brani disponibili una classifica diretta dei partiti più votati dagli operai a livello nazionale. Tuttavia, le analisi dei flussi elettorali condotte dall’Istituto Cattaneo  e le analisi socio-economiche  offrono indicazioni convergenti. La Lega emerge come un partito “pigliatutto”, capace di attrarre voti operai da diverse provenienze, inclusi ex elettori PD e M5S, specialmente nelle regioni del Nord, confermando e ampliando la tendenza già osservata nel 2006. Il M5S, pur perdendo voti verso la Lega al Nord, rimane molto forte al Sud, dove intercetta il disagio sociale. Il PD, invece, subisce pesanti perdite verso entrambi. Sulla base di queste dinamiche e dei risultati generali dell’elezione (con M5S primo partito e Lega forza trainante del centrodestra), è altamente probabile che i primi due partiti tra gli operai a livello nazionale fossero:
    1. Lega (Stima)*
    2. Movimento 5 Stelle (M5S) (Stima)* *Nota: Stima basata sull’analisi dei flussi, delle correlazioni socio-economiche e del contesto politico. Sussistono significative differenze territoriali, con la Lega dominante al Nord e il M5S probabilmente prevalente tra gli operai del Sud. Il 2018 sembra quindi sancire il sorpasso dei due principali partiti populisti/sovranisti sul PD all’interno dell’elettorato operaio. Questo cambiamento riflette una profonda trasformazione, dove le tematiche identitarie, la sicurezza, la critica all’immigrazione e all’establishment (portate avanti dalla Lega) e la protesta contro il sistema e il disagio economico (cavalcate dal M5S) trovano maggiore risonanza rispetto all’offerta politica del centrosinistra tradizionale.
  • Elezioni 2022: L’analisi post-voto condotta da IPSOS  fornisce un quadro chiaro per le ultime elezioni. Tra gli operai (“tute blu”), i primi due partiti sono risultati essere:
    1. Fratelli d’Italia (FdI) (oltre il 33%)
    2. Lega (oltre il 13%) Il 2022 segna un’ulteriore e decisa svolta a destra del voto operaio. Fratelli d’Italia emerge come il partito egemone in questo segmento, superando nettamente la Lega. Questo successo si spiega con la capacità di FdI di attrarre consistenti flussi di voto sia dalla Lega stessa, sia dal M5S rispetto al 2018. Si consolida così un blocco di destra/centrodestra tra i lavoratori manuali. Il M5S, pur recuperando a livello generale, non figura tra i primi due partiti in questa specifica categoria a livello nazionale, a differenza di quanto avviene tra i bassi redditi. Il PD rimane ai margini delle preferenze operaie. Questa evoluzione suggerisce che l’offerta politica di FdI, incentrata su identità nazionale, sicurezza, e forse una retorica di protezione sociale coniugata a politiche economiche di destra, abbia trovato particolare ascolto tra i lavoratori operai, superando sia l’appeal sovranista della Lega del 2018, sia quello anti-sistema del M5S.

5. Orientamenti di voto dei bassi percettori di reddito

Aimmagine4

Anche per questo gruppo, è fondamentale ricordare la variabilità delle definizioni utilizzate (auto-percezione, decili di reddito, reddito medio di zona, beneficiari di sussidi).

  • Elezioni 2008: Similmente al caso degli operai, le fonti disponibili  e il volume ITANES  non forniscono una classifica diretta dei partiti più votati dai bassi redditi nel 2008. L’analisi dell’elettorato di Berlusconi (PdL)  evidenzia una composizione eterogenea, che includeva anche fasce caratterizzate da “marginalità sociale”. Il PD, d’altro canto, risultava forte tra pensionati e impiegati, categorie che possono includere anche persone a basso reddito. Data la vittoria complessiva del PdL e la sua capacità di penetrazione in segmenti popolari, si può ipotizzare, con notevole incertezza, che i partiti principali fossero:
    1. Popolo della Libertà (PdL) (Stima)*
    2. Partito Democratico (PD) (Stima)* *Nota: Inferenza basata su dati parziali e contesto, da trattare con estrema cautela.
  • Elezioni 2013: Non emergono dati diretti dai brani forniti sui primi due partiti per i bassi redditi nel 2013. Tuttavia, il contesto è illuminante. L’elezione si svolge nel pieno della crisi economica e vede l’esplosione del M5S, un partito che, fin da subito, si caratterizza per un forte messaggio anti-establishment e di critica alle politiche di austerity. Le analisi dei flussi mostrano come il M5S abbia attratto voti trasversalmente, pescando da PD, Pdl e, in modo significativo, dall’astensione. Considerando che il disagio economico tende a correlarsi con la sfiducia politica e la ricerca di alternative radicali, è altamente probabile che il M5S sia stato il partito più votato da questo segmento. La seconda posizione è più incerta, potenzialmente occupata dal PD o dalle forze eredi del PdL, ma è anche plausibile un alto tasso di astensione tra i più poveri, data la correlazione positiva tra reddito e partecipazione al voto. Pertanto, la stima è:
    1. Movimento 5 Stelle (M5S) (Stima)*
    2. Partito Democratico (PD) / Eredi PdL / Astensione (Stima)* *Nota: Inferenza basata su contesto, flussi generali e natura del voto M5S. Il 2013 segna verosimilmente l’inizio dell’affermazione del M5S come punto di riferimento per una parte consistente dell’elettorato a basso reddito, deluso dalle politiche tradizionali e attratto da promesse di cambiamento radicale.
  • Elezioni 2018: Per questa tornata, le evidenze sono più robuste e convergenti. Lo studio di Di Cocco e Monechi, basato sui dati della European Social Survey (ESS9) e utilizzando i decili di reddito, indica chiaramente che i due partiti più votati dagli elettori appartenenti ai decili più bassi (1°-4°) furono:
    1. Movimento 5 Stelle (M5S) (Il 47,2% dei suoi elettori totali proveniva da questi decili)
    2. Lega (Il 44,3% dei suoi elettori totali proveniva da questi decili) Altre analisi  confermano la forte correlazione tra il voto al M5S e varie forme di disagio socio-economico, specialmente nel Mezzogiorno, e la sua popolarità tra i beneficiari del Reddito di Inclusione (misura antesignana del Reddito di Cittadinanza). Questi dati consolidano l’immagine del M5S come partito egemone tra le fasce più deboli della popolazione nel 2018, probabilmente anche in virtù della promessa del Reddito di Cittadinanza, percepita come una risposta diretta alle loro difficoltà. L’emergere della Lega come seconda forza suggerisce che anche l’offerta sovranista, incentrata su sicurezza e immigrazione, riusciva a intercettare una parte significativa di questo elettorato, forse con accentuazioni diverse a livello territoriale (più forte al Nord) o tra sottogruppi specifici (es. lavoratori poveri vs. assistiti).
  • Elezioni 2022: Le analisi post-voto confermano la tenuta del M5S in questo segmento, nonostante il calo rispetto al picco del 2018. L’indagine IPSOS identifica il Movimento 5 Stelle (M5S) come il primo partito tra coloro che si dichiarano in difficoltà economica. La stessa analisi e quella basata sui dati dei CAP nelle grandi città  indicano che la seconda posizione è occupata dalla Lega, affiancata o seguita da Forza Italia (FI). L’analisi per CAP  è particolarmente eloquente: nei quartieri più poveri delle grandi città (Napoli, Palermo), il M5S ottiene percentuali altissime (oltre il 50-60%), mentre FdI e PD risultano molto deboli. La classifica è quindi:
    1. Movimento 5 Stelle (M5S)
    2. Lega / Forza Italia (FI) Nel 2022, il M5S riesce a mantenere la sua leadership tra i bassi redditi, un risultato probabilmente legato alla strenua difesa del Reddito di Cittadinanza durante la campagna elettorale, misura percepita come essenziale da molti in condizioni di povertà o precarietà. La Lega e Forza Italia conservano una presenza significativa, indicando la persistenza di un appeal legato ad altre tematiche o a reti clientelari locali. Il dato più rilevante è la debolezza di FdI in queste fasce, nonostante il trionfo a livello nazionale e tra gli operai. Questo fenomeno evidenzia una chiara divergenza nel 2022 tra il comportamento della classe operaia (intesa in senso lato) e quello dei percettori di basso reddito: mentre i primi si sono spostati in massa verso FdI, i secondi sono rimasti in larga parte fedeli al M5S.

6. Analisi comparativa e sintesi

Aimmagine5

Per fornire una visione d’insieme immediata delle tendenze di voto dei due gruppi target nelle quattro elezioni analizzate, si presenta la seguente tabella riassuntiva. È fondamentale tenere presenti le note relative alle definizioni utilizzate e al grado di certezza dei dati (stime vs. dati diretti).

Tabella 1: Primi due partiti per preferenza di voto tra classe operaia (Operai/Manifatturiero) e bassi percettori di reddito nelle Elezioni Politiche italiane (2008-2022)

Elezione Gruppo Elettorale 1° Partito 2° Partito Note e Fonti Principali
2008 Classe Operaia (Operai) PdL (Stima)* PD (Stima)* *Inferenza basata su contesto 2008 e dati 2006. Forte componente Lega al Nord inclusa nel PdL.
Bassi Percettori di Reddito PdL (Stima)* PD (Stima)* *Inferenza basata su contesto 2008. Alta incertezza.
2013 Classe Operaia (Operai) PD (34,1%) M5S (24,3%) Dati ITANES 2013, analisi Tesi Occhionero.
Bassi Percettori di Reddito M5S (Stima)* PD / Eredi PdL / Astensione (Stima)* *Inferenza basata su exploit M5S, flussi, contesto di crisi.
2018 Classe Operaia (Operai) Lega (Stima)* M5S (Stima)* *Inferenza basata su flussi, analisi socio-economiche, contesto. Forti variazioni Nord/Sud.
Bassi Percettori di Reddito M5S (47% voti M5S da decili 1-4) Lega (44% voti Lega da decili 1-4) Dati ESS9, analisi Di Cocco & Monechi. Conferme da analisi disagio.
2022 Classe Operaia (“Tute Blu”) FdI (>33%) Lega (>13%) Dati IPSOS.
Bassi Percettori di Reddito M5S Lega / FI Dati IPSOS  analisi per CAP. M5S primo partito tra chi è in difficoltà economica; Lega/FI prevalgono anch’essi; M5S dominante nelle aree urbane più povere.

Nota: “Operai” utilizzato come proxy per classe operaia/manifatturiero. “Bassi Redditi” basato su definizioni variabili (vedi testo).

Confronto delle Traiettorie e la Divergenza del 2022

L’analisi comparativa dei percorsi elettorali dei due gruppi rivela dinamiche complesse e non lineari.

  • Nel 2008, entrambi i gruppi sembrano essere principalmente contesi tra il PdL berlusconiano e il PD, sebbene con specificità territoriali importanti, come la forza della Lega tra gli operai del Nord già evidente nel 2006.
  • La svolta del 2013, innescata dalla crisi economica e dalla sfiducia politica, vede l’irruzione del M5S come attore protagonista per entrambi i segmenti. Diventa la seconda forza tra gli operai e, con alta probabilità, la prima tra i bassi redditi, segnalando un comune allontanamento dalle forze politiche tradizionali.
  • Le elezioni del 2018 mostrano un consolidamento di questa tendenza, ma con sfumature diverse. La Lega sembra conquistare la leadership tra gli operai (specialmente al Nord), mentre il M5S rafforza la sua egemonia tra i bassi redditi, in particolare al Sud, anche grazie all’attesa per il Reddito di Cittadinanza. Il PD appare ormai marginalizzato in entrambi i segmenti.
  • Il 2022 segna il punto di massima divergenza tra i due gruppi. Mentre la classe operaia si sposta decisamente verso il blocco di destra guidato da FdI, i percettori di basso reddito confermano in maggioranza il loro sostegno al M5S.

Questa divergenza finale è particolarmente significativa. Suggerisce che, pur condividendo spesso condizioni di disagio economico e sociale, le priorità e le risposte politiche ricercate dai due gruppi non sono più sovrapponibili nel 2022. Per la classe operaia, sembrano prevalere istanze legate all’identità nazionale, alla sicurezza, alla critica all’immigrazione e forse a un certo nazionalismo economico, intercettate efficacemente da FdI e Lega. Per i bassi redditi, invece, la difesa di misure di welfare come il Reddito di Cittadinanza e un persistente sentimento anti-establishment sembrano mantenere forte l’attrattiva del M5S. Questa biforcazione rappresenta una sfida complessa per tutti gli attori politici che ambiscono a rappresentare le classi popolari in Italia.

7. Tendenze di fondo e motivazioni

Aimage6

I cambiamenti osservati negli orientamenti di voto della classe operaia e dei bassi redditi tra il 2008 e il 2022 non sono casuali, ma riflettono tendenze profonde di natura sociale, economica e politica.

  • Il declino del voto di classe tradizionale: Il periodo analizzato ha visto un’accelerazione dell’erosione del tradizionale legame tra classe operaia e partiti di sinistra. Le trasformazioni strutturali dell’economia (deindustrializzazione, crescita del terziario, globalizzazione), la frammentazione del mercato del lavoro (aumento della precarietà, declino del lavoro standard), la crisi di rappresentanza dei sindacati tradizionali e i mutamenti nell’offerta politica hanno contribuito a questo disallineamento. I partiti del centrosinistra, in particolare il PD, sono stati percepiti da segmenti crescenti del mondo del lavoro manuale e delle fasce a basso reddito come distanti dai loro problemi materiali, più focalizzati sui ceti medi urbani, sui diritti civili o sull’integrazione europea. Al contrario, il PD ha consolidato il suo consenso tra gli elettori con livelli di istruzione più elevati, accentuando la distanza dalle classi popolari.
  • L’impatto delle crisi economiche e dell’insicurezza: Le ripetute crisi economiche (la crisi finanziaria globale del 2008-2009, la crisi del debito sovrano del 2011-2012, le conseguenze della pandemia e della crisi energetica più recenti) hanno avuto un impatto devastante sul tessuto sociale italiano, aumentando la disoccupazione, la povertà e l’insicurezza economica. Questa condizione di vulnerabilità diffusa ha alimentato sentimenti di rabbia, frustrazione e sfiducia verso le istituzioni e le élite politiche, creando un terreno fertile per il voto di protesta e per l’affermazione di partiti che promettevano un cambiamento radicale o una maggiore protezione sociale.
  • L’appeal dei partiti Popolari/Sovranisti:
    • Il Movimento 5 Stelle ha capitalizzato su questo malcontento, presentandosi come forza anti-sistema (“né di destra né di sinistra”) capace di dare voce alla protesta dei cittadini contro la “casta” politica. La sua capacità di attrarre voti da tutti gli schieramenti e dall’astensione ne ha decretato il successo, specialmente nel 2013 e 2018. Il suo radicamento tra i bassi redditi, in particolare nel Mezzogiorno  è stato poi cementato dalla promessa e successiva implementazione (e difesa) del Reddito di Cittadinanza, percepito come una risposta concreta al disagio sociale.
    • La Lega, sotto la leadership di Matteo Salvini, ha trasformato la sua identità da partito autonomista nordista a forza nazionale sovranista. Il suo successo tra gli operai, specialmente al Nord, si è basato su un mix di temi: sicurezza, forte contrasto all’immigrazione, critica all’Unione Europea, difesa dell’identità nazionale e promesse di riduzione fiscale. La Lega è riuscita ad attrarre anche ex elettori di sinistra, dimostrando la permeabilità dei vecchi confini ideologici.
    • Fratelli d’Italia ha raccolto l’eredità di questo spostamento a destra, riuscendo nel 2022 a superare la Lega e a diventare il partito egemone nel centrodestra e tra la classe operaia. Il suo successo deriva dalla capacità di attrarre voti sia dalla Lega, sia dal M5S, proponendo un’agenda nazional-conservatrice che combina temi identitari, sicurezza, e una retorica di difesa degli interessi nazionali, che ha evidentemente trovato forte risonanza in ampi settori dell’elettorato popolare.
  • Il significato dell’astensionismo: L’impressionante crescita dell’astensionismo non può essere interpretata semplicisticamente come mera apatia o disinteresse. Essa rappresenta, per molti versi, una forma di protesta silenziosa, un segnale di profonda disillusione e sfiducia verso l’intero sistema politico.  Le analisi dei flussi indicano che una parte significativa degli astenuti proviene da elettori che in precedenza avevano votato per partiti come il M5S o la Lega. Questo suggerisce che la disaffezione colpisce anche le forze politiche emerse più recentemente, forse a causa di aspettative deluse o della percezione di un tradimento delle promesse iniziali. Per la classe operaia e i bassi redditi, l’astensione può rappresentare l’esito di un percorso di allontanamento dalla politica, culminato nella sensazione che nessun partito sia in grado o abbia la volontà di rappresentare efficacemente i loro interessi. Questa vasta area di non voto costituisce un sintomo preoccupante della crisi di rappresentanza democratica e un potenziale bacino elettorale per future mobilitazioni.
  • La dimensione territoriale: Le differenze tra Nord e Sud rimangono cruciali per comprendere queste dinamiche. Il M5S ha trovato nel Mezzogiorno il suo bacino elettorale più solido tra i bassi redditi, grazie alla maggiore incidenza del disagio sociale e all’impatto del Reddito di Cittadinanza. Al Nord, invece, la Lega prima e FdI poi hanno dimostrato una maggiore capacità di attrarre il voto operaio, facendo leva su temi identitari, produttivistici e sulla critica all’immigrazione. Questa geografia politica del voto popolare riflette fratture economiche, sociali e culturali profonde del Paese.

8. Conclusioni

Aimage7

L’analisi del comportamento elettorale della classe operaia e dei percettori di basso reddito in Italia tra il 2008 e il 2022 rivela un quadro di profonda trasformazione e crescente instabilità. I principali risultati possono essere così sintetizzati:

  1. Disallineamento dalla sinistra: Entrambi i gruppi hanno progressivamente abbandonato i partiti tradizionali di sinistra, che storicamente ne costituivano il principale punto di riferimento politico. Il PD, in particolare, ha visto erodere costantemente il proprio consenso in questi segmenti, pur mantenendo forza tra gli elettori più istruiti.
  2. Affermazione di nuove forze politiche: Il vuoto lasciato dalla sinistra è stato riempito da nuovi attori politici. Il Movimento 5 Stelle è emerso come forza significativa per entrambi i gruppi nel 2013, consolidandosi poi come partito egemone tra i bassi redditi, specialmente al Sud, grazie a un messaggio anti-establishment e a politiche di welfare mirate. La Lega ha conquistato una posizione di rilievo tra gli operai, soprattutto al Nord, facendo leva su temi identitari e securitari. Infine, Fratelli d’Italia ha capitalizzato su queste tendenze, diventando nel 2022 il primo partito tra gli operai e la forza trainante del centrodestra.
  3. divergenza finale (2022): Nonostante un percorso parzialmente simile nella fase centrale del periodo, le scelte dei due gruppi sono apparse nettamente divergenti nel 2022. La classe operaia si è orientata decisamente verso il blocco di destra (FdI-Lega), mentre i bassi redditi hanno in maggioranza confermato il loro sostegno al M5S. Questa biforcazione suggerisce l’emergere di priorità e logiche di voto differenti all’interno del mondo popolare.
  4. Ruolo del contesto e delle crisi: Le crisi economiche ricorrenti, l’aumento dell’insicurezza sociale e la sfiducia verso le istituzioni hanno giocato un ruolo cruciale nell’alimentare la volatilità elettorale e la ricerca di alternative politiche radicali o percepite come più vicine ai bisogni concreti.
  5. Astensionismo come sintomo: La crescita esponenziale dell’astensionismo, alimentata anche da elettori delusi provenienti da M5S e Lega, segnala una profonda crisi di rappresentanza che colpisce in modo particolare questi segmenti sociali, lasciando una vasta area di cittadini ai margini della partecipazione politica attiva.

L’interpretazione complessiva di questi fenomeni rimanda a una più ampia trasformazione del sistema politico italiano, caratterizzata dalla crisi delle ideologie tradizionali, dalla personalizzazione della politica, dall’impatto della globalizzazione e dalla crescente rilevanza di fratture culturali (identità vs. cosmopolitismo, apertura vs. chiusura) che si sommano e talvolta sostituiscono la tradizionale frattura di classe. Gli allineamenti elettorali emersi appaiono fluidi e potenzialmente instabili, soggetti all’evoluzione del contesto economico e all’efficacia delle strategie messe in campo dai diversi attori politici.

Questi spostamenti pongono sfide significative per la rappresentanza democratica. I partiti che oggi raccolgono il consenso della classe operaia (FdI, Lega) e dei bassi redditi (M5S) sono chiamati a dimostrare la capacità di tradurre questo sostegno in politiche concrete che rispondano alle esigenze di questi gruppi, al di là della retorica elettorale. La divergenza osservata nel 2022 solleva interrogativi sulla possibilità di costruire piattaforme politiche capaci di unificare le diverse anime del mondo popolare.

Guardando al futuro, la volatilità dimostrata da questi elettorati suggerisce che gli equilibri attuali non sono necessariamente definitivi. L’evoluzione della situazione economica, l’impatto delle politiche del governo in carica e le strategie dei partiti di opposizione potrebbero innescare ulteriori cambiamenti. La vasta platea degli astenuti, in particolare, rappresenta un’incognita e un potenziale serbatoio di voti per chi saprà interpretarne le ragioni della disaffezione e offrire prospettive credibili di cambiamento e rappresentanza. Comprendere e affrontare la crisi di partecipazione che coinvolge ampi strati delle classi popolari rimane una delle sfide più urgenti per la salute della democrazia italiana.

Bibliografia

  1. Elezioni del 25 settembre: com’è andata? I dati e la loro interpretazione, accesso eseguito il giorno aprile 21, 2025, https://ultimora.zanichelli.it/diritto/materie-diritto/diritto-pubblico-e-amministrativo/elezioni-del-25-settembre-come-andata-i-dati-e-la-loro-interpretazione/
  2. L’astensionismo e il partito del non voto Mappe del potere – Openpolis, accesso eseguito il giorno aprile 21, 2025, https://www.openpolis.it/lastensionismo-e-il-partito-del-non-voto/
  3. L’Italia che non vota: dinamiche e propagazione spazio-temporale dell’astensionismo, accesso eseguito il giorno aprile 21, 2025, https://oaj.fupress.net/index.php/qoe/article/download/14083/12461/58480
  4. ELEZIONI E ATTIVITÀ POLITICA E SOCIALE – Istat, accesso eseguito il giorno aprile 21, 2025, https://www.istat.it/storage/ASI/2023/capitoli/C11.pdf
  5. I numeri del partito del non voto – Openpolis, accesso eseguito il giorno aprile 21, 2025, https://www.openpolis.it/i-numeri-del-partito-del-non-voto/
  6. La partecipazione elettorale in Italia – OpenEdition Journals, accesso eseguito il giorno aprile 21, 2025, https://journals.openedition.org/qds/537
  7. tesi.luiss.it, accesso eseguito il giorno aprile 21, 2025, https://tesi.luiss.it/19115/1/626142_OCCHIONERO_ANDREA.pdf
  8. www.fondazionedivittorio.it, accesso eseguito il giorno aprile 21, 2025, https://www.fondazionedivittorio.it/sites/default/files/content-attachment/2007-IL_VOTO_OPERAIO_-_Area_Relazioni_Industriali_0.PDF
  9. ELEZIONI POLITICHE 2022 – Ipsos, accesso eseguito il giorno aprile 21, 2025, https://www.ipsos.com/sites/default/files/ct/news/documents/2022-10/Elezioni%20politiche%202022_le%20analisi%20Ipsos%20post%20voto.pdf
  10. osservatoriocoesionesociale.eu, accesso eseguito il giorno aprile 21, 2025, https://osservatoriocoesionesociale.eu/wp-content/uploads/2022/05/Quaderno_-SCP-OCIS_-Di-Cocco-e-Monechi.pdf
  11. Voti e redditi nelle grandi città italiane | FrancoMostacci.it, accesso eseguito il giorno aprile 21, 2025, https://www.francomostacci.it/?p=6345
  12. Elezioni politiche del 4 marzo 2018: l’analisi del voto, accesso eseguito il giorno aprile 21, 2025, http://www.robertocicciomessere.eu/Analisi_voto[DEF-17].pdf
  13. Itanes – Istituto Cattaneo, accesso eseguito il giorno aprile 21, 2025, https://www.cattaneo.org/pubblicazioni/itanes/
  14. Itanes – Istituto Cattaneo, accesso eseguito il giorno aprile 21, 2025, https://www.cattaneo.org/itanes/
  15. www.astrid-online.it, accesso eseguito il giorno aprile 21, 2025, https://www.astrid-online.it/static/upload/2022/2022-09-27_flussi.pdf
  16. Comunali 2023 Tendenze di lungo termine della partecipazione e flussi di voto in 5 città nel primo turno del 14-15 maggio – Astrid-online.it, accesso eseguito il giorno aprile 21, 2025, https://www.astrid-online.it/static/upload/2023/2023-05-15_flussi.pdf
  17. la ricerca elettorale dell’istituto cattaneo. continuità e cambiamento, interrogativi e, accesso eseguito il giorno aprile 21, 2025, https://oaj.fupress.net/index.php/qoe/article/download/8529/7977/13414
  18. Elezioni Politiche 2018: le prime analisi sui flussi di voto – Istituto Cattaneo, accesso eseguito il giorno aprile 21, 2025, https://www.cattaneo.org/wp-content/uploads/2018/03/Analisi-Istituto-Cattaneo-Elezioni-Politiche-2018-Flussi-elettorali-5-marzo-2018.pdf
  19. Analisi Istituto Cattaneo – Elezioni Comunali 2018 – Flussi Brescia e Vicenza (11 giugno 2018) – Astrid-online.it, accesso eseguito il giorno aprile 21, 2025, https://www.astrid-online.it/static/upload/2daf/2daf57346bb7b14885f2a790c76c7fa1.pdf
  20. Elezioni politiche e regionali del 2013 I flussi elettorali a Roma – Istituto Cattaneo, accesso eseguito il giorno aprile 21, 2025, https://www.cattaneo.org/wp-content/uploads/2018/01/Analisi-Istituto-Cattaneo-Elezioni-politiche-2013-Flussi-elettorali-ROMA.pdf
  21. Elezioni politiche del 2013 I flussi elettorali in 11 città: Torino, Milano, Brescia, Padova, Bologna – Istituto Cattaneo, accesso eseguito il giorno aprile 21, 2025, https://www.cattaneo.org/wp-content/uploads/2018/01/Analisi-Istituto-Cattaneo-Elezioni-politiche-2013-Flussi-elettorali-in-11-citt%C3%A0-15.03.13.pdf
  22. Le elezioni europee del 6-7 giugno 2009, accesso eseguito il giorno aprile 21, 2025, https://oaj.fupress.net/index.php/qoe/article/download/10152/8952/19229
  23. Il comportamento elettorale in Italia: dal bipolarismo al tripolarismo (2008-2013), accesso eseguito il giorno aprile 21, 2025, https://tesi.luiss.it/17882/1/073672_SIRNA_LIDIA.pdf
  24. Elezioni politiche in Italia – Wikipedia, accesso eseguito il giorno aprile 21, 2025, https://it.wikipedia.org/wiki/Elezioni_politiche_in_Italia
  25. Calendario delle elezioni in Italia – Wikipedia, accesso eseguito il giorno aprile 21, 2025, https://it.wikipedia.org/wiki/Calendario_delle_elezioni_in_Italia
  26. Governo Berlusconi IV | www.governo.it, accesso eseguito il giorno aprile 21, 2025, https://www.governo.it/it/i-governi-dal-1943-ad-oggi/xvi-legislatura-dal-29-aprile-2008-al-23-dicembre-2012/governo-berlusconi
  27. Elezioni Politiche (Camera dei Deputati e Senato della Repubblica) – Comune di San Michele al Tagliamento, accesso eseguito il giorno aprile 21, 2025, https://www.comunesanmichele.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/685
  28. Eligendo Archivio – Ministero dell’Interno DAIT, accesso eseguito il giorno aprile 21, 2025, https://elezionistorico.interno.gov.it/index.php?tpel=C
  29. Elezioni politiche in Italia del 2022 – Wikipedia, accesso eseguito il giorno aprile 21, 2025, https://it.wikipedia.org/wiki/Elezioni_politiche_in_Italia_del_2022
  30. (PDF) Le basi sociali del voto 2018: fra continuità e cambiamento, accesso eseguito il giorno aprile 21, 2025, https://www.researchgate.net/publication/328560743_Le_basi_sociali_del_voto_2018_fra_continuita_e_cambiamento
  31. Uncategorized | glocal politics – Casa della Cultura, accesso eseguito il giorno aprile 21, 2025, http://casadellacultura.it/glocalpolitics/category/uncategorized/
  32. Auto-collocazione politica: i flussi nell’arco di sei mesi e i mutamenti all’interno delle professioni – cise, accesso eseguito il giorno aprile 21, 2025, https://cise.luiss.it/cise/wp-content/uploads/2013/08/DCISE2_129-134.pdf
  33. LE ELEZIONI DEL 2018 – Partiti, candidati, regole e risultati – Società Italiana di Studi Elettorali, accesso eseguito il giorno aprile 21, 2025, https://www.studielettorali.it/wp-content/uploads/2022/07/DOMENICO-FRUNCILLO-e-FELICE-ADDEO-Le-elezioni-del-2018-Partiti-candidati-regole-e-risultati-Sise-2018.pdf
  34. ELEZIONI POLITICHE 24-25 FEBBRAIO 2013 Analisi dell’Istituto Carlo Cattaneo – CGIL Bergamo, accesso eseguito il giorno aprile 21, 2025, http://old.cgil.bergamo.it/SPI/images/politica/istituto_cattaneo_elez2013_b.pdf
  35. Elezioni politiche italiane 2022 – Centro Ricerche Documentazione e Studi Economico Sociali ODV Ferrara, accesso eseguito il giorno aprile 21, 2025, https://www.cdscultura.com/2023/02/elezioni-politiche-italiane-2022/
  36. L’astensionismo elettorale alle elezioni legislative in Italia: cause, entità del fenomeno e possibili soluzioni, accesso eseguito il giorno aprile 21, 2025, https://tesi.luiss.it/39337/1/649882_ALEMANNO_NERI.pdf
  37. La partecipazione elettorale in Italia – OpenEdition Journals, accesso eseguito il giorno aprile 21, 2025, https://journals.openedition.org/qds/537?lang=en
  38. Dipartimento di Scienze Politiche Il voto (in)efficace. Uno studio comparato sulla partecipazione elettorale in Europa Occide, accesso eseguito il giorno aprile 21, 2025, https://tesi.luiss.it/34913/1/646232_PARESCE_FRANCESCO.pdf
  39. Analisi ed evoluzione del fenomeno dell’astensionismo in Italia, accesso eseguito il giorno aprile 21, 2025, https://tesi.luiss.it/39343/1/647312_REGALDO_FEDERICO.pdf
  40. La partecipazione elettorale in Italia – OpenEdition Journals, accesso eseguito il giorno aprile 21, 2025, https://journals.openedition.org/qds/537?lang=it
  41. Quelle curiose somiglianze nella nuova geografia del voto – Astrid-online.it, accesso eseguito il giorno aprile 21, 2025, https://www.astrid-online.it/static/upload/c2f9/c2f9854b865d4517def061e395aa8752.pdf
  42. Nuove e vecchie fratture: il voto della Toscana nelle elezioni politiche del 2008, accesso eseguito il giorno aprile 21, 2025, https://oaj.fupress.net/index.php/qoe/article/download/10164/8957
  43. Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia. Un partito personalizzato tra destra estrema e destra radicale., accesso eseguito il giorno aprile 21, 2025, https://library.fes.de/pdf-files/bueros/rom/19408.pdf
  44. (PDF) Da Forza Italia e Alleanza Nazionale al Popolo della Libertà, e ritorno: dinamiche territoriali e contraddizioni politiche – ResearchGate, accesso eseguito il giorno aprile 21, 2025, https://www.researchgate.net/publication/345334086_Da_Forza_Italia_e_Alleanza_Nazionale_al_Popolo_della_Liberta_e_ritorno_dinamiche_territoriali_e_contraddizioni_politiche
  45. DA FORZA ITALIA E ALLEANZA NAZIONALE AL POPOLO DELLA LIBERTÀ, E RITORNO: DINAMICHE TERRITORIALI E CONTRADDIZIONI POLITICHE di ANDREA PRITONI, accesso eseguito il giorno aprile 21, 2025, https://oaj.fupress.net/index.php/qoe/article/download/9570/8675/15471
  46. Italia, l’Onu lancia l’allarme sui salari – Collettiva, accesso eseguito il giorno aprile 21, 2025, https://www.collettiva.it/copertine/lavoro/italia-lonu-lancia-lallarme-sui-salari-sq5qiq7t
  47. Gli italiani, la politica, i partiti nelle indagini campionarie del CISE (2011-2012) – AIR Unimi, accesso eseguito il giorno aprile 21, 2025, https://air.unimi.it/retrieve/handle/2434/793855/1641389/Crisi_e_Rimobilitazione__Gli_italiani__la_politica__i_partiti_nelle_indagini_campionarie_del_CISE_%282.pdf
  48. L’ITALIA E L’EUROPA AL BIVIO DELLE RIFORME – AIR Unimi, accesso eseguito il giorno aprile 21, 2025, https://air.unimi.it/bitstream/2434/723387/2/Misure_n.35.pdf
  49. ELETTORALE – Regione Toscana, accesso eseguito il giorno aprile 21, 2025, https://www.regione.toscana.it/documents/10180/12870583/QuaderniOE+n.65.pdf/b3559c70-1b34-4e40-8688-1093dfa95142?version=1.0&t=1357659512938&download=true
  50. L’ITALIA E L’EUROPA AL BIVIO DELLE RIFORME – Istituto Cattaneo, accesso eseguito il giorno aprile 21, 2025, https://www.cattaneo.org/wp-content/uploads/2017/05/Misure_n.35.pdf
  51. What’s new under the sun? A corpus linguistic analysis of the 2022 Italian election campaign themes in party manifestos – IRIS, accesso eseguito il giorno aprile 21, 2025, https://iris.univr.it/retrieve/fe51b66e-da88-412e-a8aa-d3de189a208b/whats-new-under-the-sun-a-corpus-linguistic-analysis-of-the-2022-italian-election-campaign-themes-in-party-manifestos.pdf
  52. Politika 09.indd, accesso eseguito il giorno aprile 21, 2025, https://politika.autonomyexperience.org/pdf/Politika_09.pdf
  53. Dossier CISE 6 a cura di Lorenzo De Sio, Vincenzo Emanuele e Nicola Maggini – AIR Unimi, accesso eseguito il giorno aprile 21, 2025, https://air.unimi.it/retrieve/dfa8b9a4-74da-748b-e053-3a05fe0a3a96/Le_Elezioni_Europee_2014__Dossier_Cise_n__6.pdf
  54. copyright © 2018 by Società editrice il Mulino, Bologna – IRIS, accesso eseguito il giorno aprile 21, 2025, https://iris.uniroma1.it/retrieve/handle/11573/1171456/1235524/Passarelli%20contributo.pdf
  55. Un nuovo inizio? – Padova University Press, accesso eseguito il giorno aprile 21, 2025, https://www.padovauniversitypress.it/system/files/download-count/attachments/2023-09/9788869383717-OA.pdf
  56. Vox populi: il voto ad alta voce del 2018 – La Statale News – Unimi, accesso eseguito il giorno aprile 21, 2025, https://lastatalenews.unimi.it/vox-populi-voto-ad-alta-voce-2018
  57. (PDF) Introduzione: LA GENESI E LE RAGIONI DI UN VOTO «AD ALTA VOCE» & Conclusioni: «CORNICE» POLITICA E RISPOSTA ELETTORALE – ResearchGate, accesso eseguito il giorno aprile 21, 2025, https://www.researchgate.net/publication/328743462_Introduzione_LA_GENESI_E_LE_RAGIONI_DI_UN_VOTO_AD_ALTA_VOCE_Conclusioni_CORNICE_POLITICA_E_RISPOSTA_ELETTORALE
  58. Populismo di destra e sindacati in Italia, accesso eseguito il giorno aprile 21, 2025, https://library.fes.de/pdf-files/bueros/rom/19113.pdf
  59. Representations of Italian Populism and Immigration on Facebook. A Comparison of the Posts by Luigi Di Maio and Matteo Salvini ( – Iscte, accesso eseguito il giorno aprile 21, 2025, https://psr.iscte-iul.pt/index.php/PSR/article/download/566/486
  60. Come cambiano le preferenze politiche dei lavoratori – Fondazione Italianieuropei, accesso eseguito il giorno aprile 21, 2025, https://www.italianieuropei.it/italianieuropei-1-2020/item/4283-come-cambiano-le-preferenze-politiche-dei-lavoratori.html
  61. Francesca Frisone IMMIGRAZIONE IN ITALIA TRA ANTIPOLITICA E POPULISMO (1992-2018): LA LEGA E IL WELFARE CHAUVINISM, accesso eseguito il giorno aprile 21, 2025, https://ojs.uniba.it/index.php/nazionieregioni/article/viewFile/1679/1482
  62. numero monografico – Cnos-Fap, accesso eseguito il giorno aprile 21, 2025, https://www.cnos-fap.it/sites/default/files/newsletter/[site-date-yyyy]/[site-date-month]/sinappsi_2019.pdf
  63. Quaderni Osservatorio Elettorale 72.indd, accesso eseguito il giorno aprile 21, 2025, https://oaj.fupress.net/index.php/qoe/issue/download/626/QOE-IJES_72_2014
  64. (PDF) Immigrazione e insicurezza economica nelle urne – ResearchGate, accesso eseguito il giorno aprile 21, 2025, https://www.researchgate.net/publication/352222351_Immigrazione_e_insicurezza_economica_nelle_urne