Il calcio dopo la pandemia
Il nostro Leans punta il dito sul rischio crollo del sistema calcio a causa dell’epidemia di Covid19. Nel frattempo, federazioni e leghe stanno forsennatamente ipotizzando calendari della “ripresa” che non sembrano tener conto dell’effettiva evoluzione del virus in Italia e in Europa. Per non parlare della stampa sportiva che, oltre a premere per una riapertura a prescindere (qui il Corriere di Zazzaroni persino più becero della Gazzetta) si diverte a parlare di calciomercato come se la situazione e le cifre fossero quelle di prima dell’epidemia.
redazione
Dopo una battaglia, una guerra o una pandemia arriva sempre il momento di leccarsi le ferite e questo vale anche per il calcio, quella macchina economica a spinta propulsiva con sponsorizzazione,diritti televisivi,compravendite,gioco d’azzardo etc.etc.
Questo ci fa riflettere a causa due aspetti che non sono per niente collegati al puro fatto sportivo:
1) l’aver tardato ad interrompere campionati e coppe europee 2) la volontà di voler portare a termine i campionati e le coppe europee.
Come scritto nel precedente articolo , sia aver fatto giocare partite a porte chiuse che recuperare partite già preventivamente annullate causa epidemia, non guardava all’interesse sportivo perchè di sport, qui, non c’era proprio niente.
Adesso si spinge con forza nel voler portare a termine i campionati a nome della regolarità sportiva, ma noi non ci stiamo a questo giochino e non ci facciamo abbindolare, e dichiariamo scellerata una eventuale decisione di riprendere il campionato anche a giugno con la possibilità di falsare non soltanto questo campionato ma anche il prossimo, visto che andremo ad intaccare il periodo della compravendita dei giocatori , l’inizio delle preparazioni.
Avremmo inoltre campionati costretti ad essere concentrati ancor di più per effettuare a settembre i preliminari delle varie competizioni europee e far svolgere il Campionato europeo per Nazioni.
In tutto questo non c’è niente che possa riportare al bene dello sport ma sicuramente serve a livello economico di molte società vicine all’orlo di un precipizio grazie ad una gestione scellerata basata su entrate economiche che verrebbero a mancare in caso di mancata del campionato, di tagli economici in uscita non garantiti neanche dalla giurisprudenza ordinaria, figuriamoci da quella sportiva che già deve affrontare le sue problematiche per Europei di calcio e Olimpiadi non svolte.
Per tutto questo ci sentiamo di affermare che le cicatrici che ci lasceranno le sopracitate ferite saranno molto evidenti con un terremoto societario alla ripresa dei campionati che non avrà uguali, si presume la scomparsa di almeno 3000 società dilettantistiche giusto per fare un esempio, ma a questo giro il professionismo non sarà esente da conti da pagare. E di quelli salati..
per codice rosso, Leans 01