Internazionale

La Carovana dell’infamia – Rodrigo Rivas

Il 30 settembre 1973 un selezionato gruppo di vampiri dava inizio a un periplo che avrebbe partorito un nuovo metodo di massacrare che univa il dilettevole all’utile.
Il dilettevole è presto detto: i membri i della  “Carovana della morte”, selettivo reparto piramidale dell’esercito cileno dipendente solo dal vampiro maggiore, ha compiuto il suo lungo viaggio nei comodi e lucenti elicotteri, nerissimi, da poco arrivati in dono dagli Stati Uniti.
La missione, i cui contorni erano stati definiti dal vampiro capo, era semplice: allestire, da sud a nord del Cile, “regolari tribunali militari per giudicare”, si legga uccidere, i numerosi dirigenti di sinistra, in particolare alti funzionari dello Stato, messi agli arresti e a disposizione della nutrita ciurma di aguzzini, in parte ancora dilettanti, fin dal 11 settembre.
I generali giudici ordinarono l’assassinio di almeno un centinaio di persone. Ecco in poche parole l’utile.
Essendo vampiri importanti, i generali erano molto sbrigativi: in un paio d’ore giudicavano un intero gruppo e, per evitare cavilli burocratici tipici dei civili cacadubbi, emettevano sempre lo stesso giudizio,  univoco e inconfondibile:
“Fucilazione immediata”.
Poi, facevano gettare i loro corpi in tombe anonime.
Il vampiro maggiore, ormai diventato senatore a vita, spiegherà oltre vent’anni dopo “in tono scherzoso”:
“Gli abbiamo messi in fosse comuni perché, da ecologisti, volevamo risparmiare spazio”.
Forse è per quello che le fosse comuni si moltiplicarono.
Anni dopo, il generale Joaquín Lagos,  capo dell’esercito nel nord del Cile all’epoca dei fatti, spiegherà la vera ragione ai giudici:
“Non ho restituito i corpi ai parenti perché mi vergognavo di vederli. Erano fatti a pezzi.
Quindi, volevo rimetterli assieme, dar loro almeno una parvenza umana…
Sì, i loro occhi sono stati cavati con coltelli, le loro mascelle rotte, le loro gambe rotte … Alla fine hanno dato loro il colpo di grazia.
Sono stati spietati…
I prigionieri sono stati uccisi in modo che morissero lentamente.
In altre parole, venivano colpiti in diverse parti del corpo. Prima le gambe, poi gli organi sessuali, poi il cuore. In questo ordine sono stati colpiti dalle mitragliatrici”.
Probabilmente incapaci di sopportare tanta indecente malvagità, alcuni ufficiali dell’unità sono stati successivamente licenziati, imprigionati o torturati.
“Erano troppo indulgenti”.
Oltre 20 anni dopo, Augusto Pinochet è stato accusato per questi omicidi.  È stata una delle poche accuse per abusi per le quali sia stato effettivamente processato.
Perché, ammesso che esista, forse il Padre eterno non è tanto giusto, il vampiro supremo è morto prima che il suo processo si concludesse.
Altrettanto è avvenuto con altri generali carovanieri.
Ergo, a posteriori la celerità dei giudizi ha dimostrato la sua efficacia.
Uno degli ufficiali minori, che ovviamente ha dichiarato che “passando casualmente da lì, sono stato.coinvolto contro la mia volontà e poi sono stato.costretto a obbedire a ordini superiori”, fa invece parte dell’amorevole combriccola di vecchietti che, “per motivi umanitari” dovrebbero uscire presto liberi dalla prigione/albergo di Punta de Peuco, per loro espressamente costruita.
Io l’ho sempre immaginato come un addetto, per niente casuale, alle mitragliatrici. Ma non so dire se si occupava di quella destinata alle gambe, di quella che sparava ai testicoli e/o alle vagine, oppure di quella compassionevole destinata al cuore, al tiro di grazie.
Lascio alla libera immaginazione di chi legge  valutare le differenze tra gli addetti alle mitragliatrici.
Invece, presumo che quelli che cavavano gli occhi erano di più basso rango militare.
Ma non ne sono certo, vista l’estrema confidenzialità iniziale dell’intera operazione.
I trucidati dai carovanieri erano tutti miei compagni e alcuni erano anche conoscenti e amici.
Pure per questo, tra molto altro, penso che non c’è, ne ci sarà, oblio ne perdono.
Infami criminali erano, 
infami criminali sono,
vanno ricordati come infami criminali da chiunque conservi ancora un minimo di decenza.
Almeno, così mi pare.
Rodrigo Rivas