La cornice editoriale
“le cose veramente difficili sono quelle che la gente crede di saper fare in ogni momento”
(Cortàzar)
Mettiamo subito le cose in chiaro. La nostra testata nasce per fare cose difficili: pensare, parlare, connettersi, conoscersi, stare nei processi politici. E nasce in tempi difficili quindi di profonde, inquiete e affascinanti mutazioni. Viene fuori alle soglie degli anni ’20, un decennio non non ancora nato nel quale sono già certe rivoluzioni enormi, grazie alla robotica e all’intelligenza artificiale, che cambieranno, in ogni anfratto, la già mutata faccia delle nostre società. Cose difficili per scopi difficili: restare umani senza essere sorpassati da una realtà che, se non la afferri, ti rende disumano anche se hai le migliori intenzioni.
Il nostro progetto è quindi tremendamente difficile: una testata che serve anche per la promozione di corsi di autoformazione. Le tesi dalle quali nasce tutto questo sono pero’ semplici: partendo dal territorio la nostra città ha bisogno di riannodare i fili del sapere dal basso, della discussione politica, della capacità di inventare. La crisi profonda dei movimenti, e delle sinistre grassroot in genere, viene proprio da questa difficoltà di parlarsi, di innovare. Non a caso vediamo proposte, culturali e politiche, di quindici, venti anni fa vendute come nuove e pratiche vecchie spacciate come irrinunciabili. Vogliamo dare un contributo a rovesciare questo scenario. Ma anche qui deve essere chiaro: più che la polemica, ci interessa aprire al nuovo, alla rottura del panorama presente. Ci interessa uno sguardo intuitivo, elettrico, globale, locale, politico, culturale, immaginario. Ci interessa rovesciare il luogo comune per cui solo le destre sappiano parlare alle persone. Perché parlare è un processo difficile, reso semplice e bello da letture complicate. Ci vediamo presto.
La redazione soggettiva di Codice Rosso