Soggetti e Potere

Andrà tutto bene, lo striscione che non sventola più

Il covid da raccontare ai bambini. E agli adulti. Dal nostro Jack RR.

Redazione.

 

“Andrà tutto bene” scrivevano nel marzo 2020 i bambini su dei lenzuoli e poi con i genitori andavano a disporli fuori dalle finestre delle proprie abitazioni. Erano messaggi verso il resto del mondo, pian piano ne abbiamo visti sempre meno fino a non vederne proprio più, oggi. Cos’è accaduto nel bambino e nell’adulto?

È difficile dirlo però dobbiamo tentarlo uno sforzo, perché ai nostri bambini prima o poi va spiegato cosa sia successo e come poter determinare obiettivi raggiungibili nel futuro delle nostre vite, delle loro soprattutto. In parole povere tentare di disegnare un destino è la principale occupazione del genere umano per cui il nostro sforzo per voler spiegare un lenzuolo con un messaggio ci porta poi verso mete impossibili. La speranza è un fattore psicologico antico, si narra che sia l’unico rimasto nel vaso di Pandora quando lei lo scoperchiò. Ogni altro fattore positivo o virtù volò verso gli dei mentre all’uomo rimase solo quella, la speranza.

Esiste, e vi esorto ad approfondire, tutta una letteratura che riguarda l’elaborazione psicologica della speranza che arriva fino ai nostri giorni. In psicologia c’è stata molta elaborazione successivamente alla seconda guerra mondiale e sono facilmente reperibili i contributi dei vari psicologi arrivati a partorire importanti teorie.

Dobbiamo fare attenzione a distinguere la speranza dall’aspettativa poiché nella speranza manca la previsione. Infatti la differenza tra un bambino e un presidente del consiglio insieme ai suoi parlamentari, restando a casa nostra in Italia per intenderci, sta proprio nel fatto che un bambino spera grazie alla sua voglia e necessità di credere nel suo lungo futuro mentre agli onorevoli e al governo si rimette il compito di fare previsioni e rendere possibile un maggior grado di benessere sociale per gli altri.

Il corona virus, peraltro molto antico e scaltro, ha creato una situazione difficile per l’uomo portando i nostri condottieri di fronte a uno stress test atteso ma poco conosciuto. Si sapeva che un top event dannoso era prossimo ma non si sapeva come sarebbe potuto emergere e su quale piano. Molti se lo aspettavano in finanza ma dei livelli di previsione di pandemie c’erano già.

Come raccontarlo ai bambini, sarebbe importante insegnarli appunto la differenza tra speranza e aspettativa affinché loro possano avanzare nella consapevolezza, allenarli anche nel caso la speranza non venga soddisfatta o una aspettativa non venga raggiunta. Porre un obiettivo troppo in alto significa determinare una circostanza già critica dove l’aspettativa nasce frustrata e la speranza è vana.

ll genitore che aiutava il bambino a lanciare il messaggio era consapevole di certi meccanismi psicologici e politici? Non lo sappiamo ma nella realtà vediamo che quei lenzuoli non ci sono più, distrutti dal tempo o addirittura tolti? Non ne siamo certi.

Come la grinta nello sport, lo slancio dello sperare è importante ma se a questi sentimenti non corrispondono un buon allenamento, una buona abilità, e una sufficiente capacità strategica e tattica difficilmente possiamo raggiungere obiettivi. Il campo sportivo è interessante nel riflettere attorno alla speranza. Il destino umano è una performance fatta di belle e brutte cose ma alla fine è una prestazione di massa.

Gli va detto questo ai bambini, ai ragazzi e a molti adulti a questo punto. “Andrà tutto bene” non doveva limitarsi alla scaramanzia divenendo falso, doveva essere un impegno. Dobbiamo invece spingere gli adulti a riflettere sul fatto che a due anni dall’arrivo del Covid abbiamo un’economia globale con asimmetrie enormi non più tra eternamente poveri e il resto dei ricchi ma anche all’interno delle cerchie dei ricchi. Sicuramente ogni adulto lo ha notato e dovrebbe provare a provvedere politicamente anziché continuare a sperare nell’individualismo. “Andrà tutto bene” col senno di poi è diventata una menzogna e rischia di rafforzare la frustrazione dello stato di sofferenza in cui viviamo quotidianamente.

Chi guida, la parte degli eletti, ha tentato sotto i consigli di comitati tecnici di tamponare e tentare di risolvere. Per una strana combinazione il nostro ministro della sanità si chiama Speranza. Ci sarà un piano di recupero finanziato dalla comunità europea. Sono stati istituiti settori amministrativi per la Transizione Ecologica. Non so se andrà tutto bene ma non torneremo più come prima specialmente nel mondo occidentale più ricco dove la memoria della grande crisi bellica si stava perdendo e ci eravamo abituati a standard di serenità più elevati, scordandoci del resto del mondo.

Rassegnarsi e cedere a stati di depressione di massa non risolve la crisi ma sicuramente un maggior interessamento e approfondimento sul merito di come i nostri governanti tentano di risolvere la situazione va dato e con tutta la lucidità possibile. L’informazione dovrebbe aiutare ma la sua funzionalità relativa all’indirizzo politico intrapreso da chi governa crea problemi di comprensione della realtà, sempre di più la distorce.

“Andrà tutto bene” racchiudeva in sé un auspicio politico che nessuno si poteva permettere, a tal punto di rivelarsi solo un tentativo scaramantico che a oggi ha premiato poco. Quindi l’approccio alla vita di solito anche casuale quando invece si trova di fronte ai vincoli di una crisi dimostra tutta la sua inconsistenza e questo i bambini, se ben spiegato, lo capiscono.

Per codice rosso, Jack RR

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