Internazionale

Dove sta andando il subcontinente latino-americano?

All’inizio degli anni 2000 il vento progressista aveva portato la sinistra al governo in quasi tutti i Paesi latinoamericani. Dopo l’ascesa di Hugo Chávez in Venezuela nel 1999, seguivano Lula in Brasile e Kirchner in Argentina, e poi Uruguay, Bolivia, Ecuador, Honduras… Sembrava che l’epoca del neoliberismo fosse definitivamente tramontata.

Nuove costituzioni sancivano il protagonismo dei popoli originari e un nuovo rapporto con il Pianeta Terra.

Ma la classe politica nella maggior parte dei casi non si è dimostrata all’altezza delle enormi sfide da affrontare, l’economia è rimasta prevalentemente legata all’estrattivismo e all’esportazione di materie prime, la composizione di classe è rimasta sostanzialmente immutata, il rapporto con i movimenti si è deteriorato e negli ultimi anni, anche tramite una rinnovata strategia golpista, si sono alternati anni governi di segno opposto, con una destra sempre più aggressiva e decisa a impedire qualsiasi tentativo di ridurre le enormi disuguaglianze sociali che da sempre caratterizzano l’America Latina.

La destra oligarchica può contare da sempre su un formidabile strapotere informativo, il cosiddetto “latifondo mediatico”, sull’appoggio del blocco atlantista e sulla crescente influenza culturale e politica di confessioni religiose reazionarie sia cattoliche che protestanti. Quali prospettive di trasformazione ci sono oggi nel continente? La nostra redazione ne discuterà il 15 agosto alla Festa Rossa di Perignano di Lari (Spazio Sandro Pertini) con Rodrigo Rivas, Andrea Vento e Aldo Zanchetta.