Superclásicos, pasión latina (2)
Calcio sudamericano: i derby più importanti di Paraguay, Perù e Colombia
Paraguay: il derby di Asunción tra Olimpia e Cerro Porteño
La nazionale paraguayana ha vinto due volte la Coppa America (1953 e 1979) e ha partecipato otto volte alla fase finale dei mondiali. In Sudafrica nel 2010 ha raggiunto i quarti di finale.
La Primera división paraguaya è stata inserita più volte dalla FIFA tra i dieci più importanti campionati del mondo. Delle 12 squadre che vi partecipano, 6 hanno sede nella capitale Asunción. Il derby più importante di Asunción è quello che si gioca tra Olimpia e Cerro Porteño, le squadre con le tifoserie più numerose.
L’Olimpia, divisa bianca con banda orizzontale nera, è una polisportiva nata nel 1902. È il club più vecchio e più blasonato del Paraguay, con i suoi 39 titoli nazionali e tre coppe Libertadores (l’ultima nel 2002). Nel 1979 centrò un favoloso “quadriplete”, vincendo campionato, Coppa Libertadores, Coppa Interamericana e Coppa Intercontinentale, battendo gli svedesi del Malmoe dopo la rinuncia del Nottingham Forest di Brian Clough. A quei tempi la Coppa Intercontinentale non era ancora la coppetta Toyota che si gioca in Giappone e la trasferta in Sudamerica faceva paura a molti club europei, compresi i ruvidi inglesi.
I bianconeri giocano allo stadio Manuel Ferreira (22mila posti) e il loro principale gruppo ultrà si chiama La Barra della “O”.
Il Cerro Porteño fu fondato nel 1912 nel sobborgo di Barrio Obrero, e come colori sociali furono scelti il rosso e il blu per non fare torto a nessuna delle due principali fazioni politiche del Paese. Il nome viene da una località dove cento anni prima era stata combattuta una battaglia contro gli argentini in una delle tante guerre del Paraguay contro i Paesi confinanti.
Il Cerro gioca nello stadio General Pablo Rojas (25mila posti) e ha vinto 29 volte il campionato ma nessun torneo internazionale. È soprannominato spregiativamente dai rivali el club del pueblo ma questo appellativo è motivo di orgoglio per una tifoseria (nella foto) che ha effettivamente una matrice popolare.
A causa della capienza modesta degli stadi dei due club il derby si disputa nel Defensores del Chaco che può ospitare quasi 50mila spettatori. Il nome tanto per cambiare ricorda un’altra guerra, quella contro la Bolivia negli anni ’30.
Il primo derby risale al 1913 e da allora ne sono stati disputati circa 400, con uno straordinario equilibrio: l’Olimpia ha solo una vittoria in più dei rivali (143-142).
Perù: il derby di Lima tra Alianza e Universitario
La nazionale peruviana ha partecipato solo tre volte alla fase finale dei Mondiali: nel 1970 passò ai quarti ma fu eliminato dal Brasile stellare di Pelé; anche nel 1978 in Argentina passò il turno ma fu protagonista della famosa partita della vergogna, cioè la sconfitta per 6-0 che consentì ai padroni di casa di arrivare in finale; quattro anni dopo in Spagna invece fece subito le valigie. Finito il periodo d’oro (nel 1975 i biancorossi avevano anche vinto la coppa America) i risultati sono stati molto deludenti.
Anche a livello di club “zero tituli”: nessuna squadra peruviana ha mai vinto la Copa Libertadores, ma anche qui c’è grande partecipazione.
La capitale Lima ha diverse squadre importanti tra cui lo Sporting Cristal, campione in carica, ma il derby con maggiore tradizione è quello tra l’Alianza e l’Universitario, che insieme raccolgono il 75% dei tifosi peruviani.
L’Alianza (divisa a strisce verticali bianche e blu) fu fondata nel 1901 dai lavoratori di una scuderia di cavalli che si chiamava così. Gioca nell’Estadio Alejandro Villanueva (35mila posti) e vanta 23 titoli nazionali. Nella sua storia c’è una vicenda drammatica che ricorda quella di Superga. Infatti nel 1987 l’aereo che riportava la squadra a Lima dopo una trasferta si inabissò in mare a pochi chilometri dall’atterraggio. Morirono tutti i giocatori e i membri dello staff.
Il Club Universitario de Deportes (25 titoli nazionali) fu invece fondato nel 1924 da un gruppo di studenti dell’Università Nazionale di San Marco. Gioca nel Monumental “U”, che con i suoi 80mila posti è lo stadio più grande del Paese. I giocatori sono noti come i “cremas” per il colore delle maglie.
Il primo derby fu disputato nel 1928, e nonostante i pronostici avversi l’Universitario passò in vantaggio. I giocatori dell’Alianza indispettiti cominciarono a picchiare come fabbri e l’arbitro fu costretto a espellerne ben cinque, chiuse la partita e scatenò il finimondo in campo e sugli spalti. Nel 1949 i biancoblù riuscirono a superarsi, riportando addirittura dieci espulsioni.
Anche più di recente nel derby di Lima ci sono stati episodi piuttosto turbolenti. A tutt’oggi le due squadre si sono incontrate 341 volte e l’Alianza è in vantaggio (127-114).
Colombia: il derby di Cali
Per la Colombia la qualificazione ottenuta al prossimo Mondiale brasiliano è la quinta della storia. Los amarillos avevano sempre avuto buoni giocatori ma una nazionale non all’altezza. Ma negli anni ’90, iniziati con i quarti di finale in Italia, hanno vissuto un periodo d’oro e oggi sono addirittura quarti assoluti nella classifica FIFA, a dimostrazione della loro crescita ma ancor di più della scarsa attendibilità della graduatoria.
In Colombia dal punto di vista degli allori calcistici la capitale non fa la parte del leone. Tra le 18 squadre che giocano quest’anno nella Categoria Primera A ce ne sono solo tre di Bogotà: i Millionarios, l’Independiente Santa Fé e La Equidad. I Millionarios sono la squadra che ha vinto più titoli (14) ma dietro troviamo l’America di Cali (13) e l’Atlético Nacional di Medellin (12, campione in carica).
I derby principali sono quelli di Bogotà (Millionarios-Independiente Santa Fé), Medellin (Nacional-Independiente) e Cali (America-Deportivo), ma tutti gli incontri tra queste squadre sono molto sentiti.
Il clásico più caldo è quello di Cali, nel sud-ovest della Colombia, che con i suoi 2 milioni e mezzo di abitanti è la seconda città del Paese dopo Bogotà. È in questa partita che vi sono stati gli incidenti più drammatici nella storia del calcio colombiano: il 17 novembre 1982 negli scontri del dopopartita vi furono 24 morti e 163 feriti.
L’America è stata fondata nel 1927 e per settantadue anni non ha vinto alcun titolo. Narra la leggenda che un suo ex giocatore, noto come El Garabato, gli aveva lanciato una maledizione per essere stato escluso dalla squadra. Finché nel 1979 venne organizzata una messa durante la quale El Garabato dichiarò ufficialmente terminata la maledizione. E proprio quell’anno l’America vinse il suo primo campionato. Nel 1996 la società è stata inserita dal governo USA nella cosiddetta “Lista Clinton”, l’elenco delle imprese controllate dal famoso “Cartello di Cali”, con tutta una serie di limitazioni finanziarie che hanno portato alla retrocessione e al fallimento. Oggi i “diavoli rossi“ sono usciti dalla Lista e si sono “rifondati”.
Il Deportivo, nato nel 1912, ha vinto 8 titoli (l’ultimo nel 2005) ed è arrivato due volte alla finale della Libertadores. I biancoverdi azucareros sono in vantaggio sui rivali per 101 vittorie a 86.
Entrambe le squadre della città giocavano nello stadio intitolato al poeta Pascual Guerrero (53mila posti), finché nel 2010 è stato inaugurato il nuovo Estadio Deportivo Cali (52mila), il primo stadio colombiano di proprietà di una squadra.
Nello Gradirà (tratto dall’archivio di Senzasoste)