Anomia, la forza caotica dei no green pass
È poco noto il fatto che l’Anabasi di Senofonte ha rappresentato il modello narrativo di Warriors, i Guerrieri della notte, assieme a quello che in entrambi i racconti i protagonisti fanno i conti con un fenomeno particolare e terribile che ha attraversato i secoli: l’anomia. Senofonte nell’Anabasi la nomina direttamente come causa della disgregazione delle democrazie, Sol Yurick la fa vivere nella notte metropolitana dominata delle bande.
Ma di cosa stiamo parlando? E in che modo l’anomia è collegabile con i movimenti no green pass? E che tipo di risposte, antropologiche e politiche, ci dà la lettura dei movimenti no green pass attraverso le lenti del concetto di anomia?
Cominciamo dai movimenti no green pass, sovrapponibili fino a un certo punto con le reti no vax, che esprimono numeri bassi in piazza, una forte presenza sui social e si sono conquistati un peso mediatico importante in questa stagione politica. Si tratta di movimenti, l’uso del plurale è d’obbligo vista la composizione sociale e culturale assai variegata, che si esprimono secondo il paradigma della “libertà di scelta” da difendere e contrapporre rispetto alle misure, caotiche e contraddittorie, del governo in materia di pandemia. I numeri in piazza sono quelli piccoli di una stagione oggettivamente difficile per le mobilitazioni dal vivo; la forte presenza sui social avviene sfruttando le possibilità di connessione sociale, comprese le tecnologie di moltiplicazione del messaggio, offerte da molte piattaforme; il peso mediatico c’è sia per il fatto che si tratta di movimenti recenti e legati all’emergenza pandemia sia perché i media hanno bisogno di un folk devil, in linguaggio mediatico un deviante da spettacolarizzare, per legittimare, per contrasto, il comportamento del governo.
Come in altri paesi – Francia e Germania soprattutto – le culture politiche espresse dai movimenti di questo tipo sono molto diverse, persino opposte, tanto che in Italia chi aderisce da sinistra è accusato di “essere strumentalizzato dai fascisti” e chi lo fa da destra è accusato “di essere strumentalizzato dai comunisti” anche se la visibilità di gruppi ed esponenti fascisti nei movimenti no green pass non appare contestabile, né lo è la penetrazione, in Italia, di modi di pensare e agire tipici di quella che in termini generici possiamo chiamare alt-right americana.
Ma sia le culture politiche, e impolitiche, che partecipano ai movimenti no green pass che la loro particolare sovrapposizione sono un fenomeno secondario rispetto al fenomeno strutturale che è fonte e produzione di questi comportamenti: l’anomia. Si tratta di un fenomeno strutturale di solito conosciuto come elemento di spiegazione di comportamenti come il suicidio o il crimine attraverso autori, nel loro campo, molto noti come Durkheim e Merton. In realtà l’anomia come concetto, come abbiamo visto, risale a Senofonte e arriva alla letteratura delle gang newyorchesi. L’anomia significa così un movimento di destrutturazione del legame sociale anche molto complesso, che si esercita in società anche fortemente differenti tra loro, che contiene impoverimento cognitivo, novità, conservazione e innovazione tenute assieme anche in modo inestricabile e sempre controverso. Rispetto all’ordine costituito l’anomia è un fenomeno caotico che può coniugarsi in modo destitutivo o devastante, contenibile o incontenibile. Lo si comprende da Durkheim quando, per farla breve, le ristrutturazioni nella divisione del lavoro producono anomia, uno stato di disgregazione del tessuto collettivo esistente, ma anche di disgregazione legata a innovazione, che comprende anche movimenti di reazione e codificazione identitaria differente rispetto a norme e valori dominanti. L’anomia, come il crimine, è strutturale nelle nostre società, perché attraversate da continue ristrutturazioni del lavoro e dei rapporti sociali, ciò che fa la differenza è il tipo di anomia che si diffonde nelle società e il tipo di risposta d’istituzioni, norme e valori dominanti rispetto a un livello di caos che i processi di anomia contengono.
Gli elementi che attualmente destrutturano la divisione del lavoro, e quindi il legame sociale, sono sostanzialmente due: la rivoluzione industriale 4.0, che affonda le proprie radici nella rivoluzione informatica del secolo scorso, che aggredisce la forma sociale del lavoro e la pandemia che ha messo fortemente in crisi economia e reti sociali cresciute nell’ultimo ventennio (turismo, cura alla persona, servizi ad anche intere filiere produttive tecnologicamente avanzate). Il nostro contemporaneo fenomeno dell’anomia, quello che troviamo nei movimenti no green pass, sta in questa dimensione, di sovrapposizione tra rivoluzione 4.0 e choc da pandemia, che si esprime una profonda crisi di fiducia e di legittimazione delle istituzioni politiche, sanitarie, scientifiche e legate ai media. Come sappiamo tanto più le società sono complesse, come le nostre, tanto più la fiducia è un medium essenziale di funzionamento (es. se si cominciasse a non uscire di casa per la paura di essere investiti in una società complessa non solo il traffico ne risentirebbe ma un’intera economia) mentre i movimenti non vax iniettano continuamente sfiducia. Di qui il loro rivelarsi elemento caotico rispetto ai sistemi sociali che, per costituzione, cercano un continuo contenimento del caos nell’ordine. In questo genere di anomia abbiamo visto un forte degrado della qualità del sapere sociale trasmesso (tanto da poter assimilare la comunicazione no vax alla diffusione della superstizione nei secoli premoderni), frutto della scomposizione del lavoro sociale operato dai traumi delle ristrutturazioni in atto, ma anche elementi d’innovazione specie nella capacità di sviluppare connessione collettiva attraverso i social. È questa una delle caratteristiche dell’anomia, un movimento di sfiducia verso norme e istituzioni generato da regressione e innovazione di comportamenti legati tra loro in modo inestricabile, qui rappresentata dai no green pass che esercitano, per comunicare, una continua decostruzione della realtà (“le statistiche non sono vere”, “i morti sono minori”, “i vaccini non fanno effetto”, “la vaccinazione è solo una necessità di Big Pharma“) assieme a un uso accentuato delle retoriche dei diritti individuali. In questo modo il caos si riproduce, e in modo contenuto ma reale la sfiducia erode la fiducia, essenziale nelle società tecnologiche e complesse.
Non ha poi questa importanza se i no green pass siano tanti o meno in piazza (che è anche una misura del consenso politico per ora in parte legata al passato), o che il loro peso elettorale possa o meno essere sovrastimato, ne ha invece il fatto che sui social e sui media lo spettacolo dell’anomia possa essere rappresentato. In modo che sui social si rappresenti tutta la delegittimazione della società soffiando sul caos, sulla spinta della disgregazione della presente divisione del lavoro, e sui media si possa gridare al caos cercando, per contrasto, di legittimare le istituzioni esistenti. Questo è il modo, oggi, d’imprimere una direzione o un’altra alla dinamica sociale: caos od ordine attraverso due elementi essenziali di trasmissione del significato nelle nostre società come i social e i media.
Ne esce fuori una società che non ha livelli di cooperazione organica per combattere la pandemia ma una che, attraverso questo pericoloso fenomeno, accentua i propri tratti disgreganti di differenziazione. E in politica? Talleyrand scriveva, nelle sue memorie che en politique, il n’y a pas de convictions, il n’y a que des circonstances, che non esistono tanto convinzioni politiche piuttosto circostanze che permettono di fare politica. L’anomia dei nostri giorni, legata a green pass e novax, sulla spinta di potenti ristrutturazioni e disgregazioni della divisione sociale del lavoro, è la circostanza che permette a gruppuscoli di destra di fare politica. Da lato opposto della geografia politica non è ancora chiaro come saper cogliere queste circostanze soprattutto in modo da non farsi ingoiare dagli altri. Eppure l’anomia è un fattore politico, un caos che crea circostanze per l’agire, di primaria importanza dalla nascita delle società industriali fino al domani, quando la rivoluzione 4.0 avrà compiuto pienamente il proprio percorso.
Per codice rosso, nlp