Internazionale

Colpo di Stato in Bolivia – Considerazioni di Rodrigo Rivas

La situazione non è ancora stabilizzata e mentre scrivo le notizie sono ancora confuse.
Ma si possono affermare diverse cose.
Si sa da tempo che il prossimo scontro sullo scenario latinoamericano tra i grandi giocatori internazionali (USA, CINA, UE, RUSSIA) avrebbe avuto come posta il litio.
Il 70-80% delle riservate provate si trovano nel triangolo sudamericano Bolivia, Cile e Argentina
L’Argentina di Milei ha già aperto alle multinazionali. Della risorsa, gestita dalle regioni, di fatto è esclusa la Cina.
Il Cile, scontate alcune dichiarazioni dialettiche del presidente, applica la dottrina Pinochet: si vende tutto il più velocemente possibile.
L’azienda statale, Codelco, ha firmato qualche settimana fa un accordo
RAZIONALMENTE INCOMPRENSIBiLE
con Soquimich, l’azienda che Pinochet ha regalato al suo genero Julio Ponce Leroux.
Con questo accordo, Codelco e lo Stato cileno hanno consegnato la commercializzazione del minerale al “generalissimo”.
In Bolivia, la legge stabilisce il controllo statale sulla risorsa.
Non si può vendere la materia prima non elaborata e lo Stato deve creare società miste con imprese che diano piene garanzie contrattuali sui trasferimenti di tecnologia.
Di fatto, oltre a un recente accordo con Mosca, La Paz ha in piedi accordi preferenziali con Brasile e Cina, che hanno praticamente concluso una ferrovia bioceanica il cui terminale fondamentale, vicino a Lima, mette fuori mercato il minerale cileno e in parte quello argentino, sia tramite il terminale atlantico in Brasile, sia poiché i porti argentini sono in mano alla impresa del “Porto di Montevideo” che, tuttavia, di uruguaiano ha.poco, essendo stata consegnata dal governo uruguaiano a un’azienda belga.
Ovviamente, la Bolivia è l’anello debole per i piani della giunta USA-UE.
Debolezza accentuata dal durissimo incontro interno tra il presidente Arce e l’aspirante Morales, conditi da mutue espulsioni e contumelie.
Risultato: possibile golpe di Stato in Bolivia.
Personalmente, pensavo che avrebbero atteso la probabile vittoria elettorale della destra fascista di Santa Cruz, ma I tempi sembrano essersi anticipati.
Perché?
Per ora mi limito a segnalare qualche indizio:
– sono in programma i “giochi di guerra” delle marine militari degli USA e dei governi della regione. Ovvero, il controllo militare diretto del Comando Sud degli USA è piuttosto forte su tutta l’area;
– il Messico, che possiede importanti giacimenti di litio, ha preannunciato un piano – da concretizzare dopo il cambio di governo a settembre – per trovare un accordo regionale sullo sfruttamento della risorsa. A questo punto arriverà fuori tempo massimo;
– la ferrovia bioceanica dà una forza politica inattesa e per gli USA inaccettabile nel loro cortile, alla Cina e al Brasile nell’Atlantico sud;
– per quanto velleitarie, vanno messe in naftalina eventuali ripensamenti cileni.
La divisione della sinistra boliviana preannunciava tempesta.
È arrivata una vera tragedia.
Ovviamente mi auguro che Arce e la mobilitazione popolare richiamata da tutti i protagonisti del MAS, riescano a fermare i golpisti ma, pur se ci riescono, vanno accese tutte le allarme.
La destra latinoamericana viene per tutto, non fa mai prigionieri e i militari sono sempre tentati del ritorno.
Il golpe fallito in Bolivia
L’ora delle iene e degli sciacalli
Appena fallito il suo tentato golpe, mentre lo introducevano in una volante della polizia il generale Zúñiga ha detto che ne aveva parlato domenica scorsa col presidente Arce.
Ergo, si sarebbe trattato di un auto golpe.
Il video è facilmente rintracciabile.
Non voglio entrare in questo gioco al massacro tra fazioni del MAS, per cui intendo astenermi di ogni ulteriore commento fin quando non saranno stabiliti i fatti. Tuttavia, considero necessario aggiungere alcune considerazioni a mio parere elementari.
1) Se il generale Zúñiga racconta la verità, lui è un imbecille allo stato puro o un martire imbecille, il governo deve andarsene e il presidente Arce, nominato dal generale, deve finire diritto in galera perché mette in pericolo la vita dei suoi concittadini.
2) Se il generale mente, sta montando per conto di qualcuno uno show il cui sbocco sarà la fine della sinistra boliviana, non solo quella di Arce.
3) Seguendo questa strada il litio boliviano farà la fine di quello cileno e di quello argentino, e cioè finirà dritto nelle capienti tasche nordamericane ed europee.
Come risultato, per Arce, per Morales, per i boliviani e per i latinoamericani, sarebbe difficile immaginarsi di peggio.
4) Forse non è la cosa più importante oggi, ma penso che bisognerebbe chiedersi come sia stato possibile che Morales e Arce abbiano lavorato proficuamente insieme così a lungo.
Lo “stai sereno” di Renzi al suo predecessore Enrico Letta, sarebbe appena un peccatuccio.
5) Penso che ciò che corrisponde sia esigere che la giustizia boliviana e quella interamericana facciano velocemente il loro lavoro.
Non dovrebbe essere così difficile verificare i fatti avendo il generale Zúñiga, imbecille o furbissimo che sia, fermo in galera.
Toccherà solo stare attenti a che non gli portino un tè di coca avvelenato.
6) Aggiungo, per quanto mi riguarda, che sento il bisogno di rifugiarmi in Kant, e cioè di tornare a indicare come principi fondanti di vita il cielo stellato su di me e la legge morale dentro di me.
Con ciò intendo dire che non penso né sento che la politica possa giustificare tutto.
Ergo, ribadisco, se Arce ha montato uno show, è un miserabile. Se lo show l’ha montato qualcun altro, chiunque sia, è un miserabile.
Tutto il resto è noia.
7) Ma, da ostinato ottimista, mi permetto una considerazione finale: perché a guadagnarci, comunque finisca, probabilmente saranno solo gli USA e i loro alleati, sollecito gli amici boliviani e noi tutti a ricordare un vecchio detto del Che: “Agli imperialisti non devi credergli mai nemmeno un tantino così“.
La verità è sempre rivoluzionaria.

Rodrigo Rivas