Distopia Taranto. Flussi di acciaio, un per cento di Pil, 1500 morti l’anno
Proprio nel 2019 è uscito un testo esemplare già nel titolo Taranto come utopia distopica la cui scheda è disponibile sul sito Franco Angeli . La città pugliese è uno dei tanti panorami distopici del nostro paese ma probabilmente uno dei piu’ conosciuti come tali. Così la distopia come genere letterario, la radicalizzazione delle criticità del presente in utopia del futuro, diventa geografia del presente. Dove le criticità di un modello sociale si radicalizzano subito, mostrando una dimensione velenosa, drammatica e perversa.
Alcuni aspetti di questa distopia: Taranto, secondo le stime meno generose, rappresenta l’un per cento del Pil italiano. Ottenuto in un impianto pericoloso, velenoso, secondo diversi osservatori ancora obsoleto, frutto delle privatizzazioni del centrosinistra anni ’90. Distopia industriale regalata da Prodi ancora celebrato come padre della patria. Dove l’organizzazione del lavoro della grande fabbrica, oltre 10.000 dipendenti ancora oggi, continua a integrarsi con i ritmi della vita sociale dei territori circostanti. Distopia umana di un lavoro fuori dal tempo, in una regione che ha riscoperto da molti anni il bracciantato selvaggio, che trova una ragione economica. Distopia ambientale, la salute è fuori controllo: Taranto continua ad avere 1500 morti per tumore alle vie respiratorie l’anno. Distopia architettonica, un fabbrica fuori dallo spazio, dal panorama che regala solo un significato di soffocamento e disgregazione. Distopia dell’acciaio: con Arcelor-Mittal che aveva acquisito Ilva ma non si capisce se per mettere nel binario morto un concorrente in un mercato europeo asfittico o per far fronte alla marea di acciaio cinese esistente frutto della sovrapproduzione degli impianti del paese asiatico. Distopia dei dazi. Dove solo i dazi europei all’acciaio cinese, non esistono solo quelli di Trump, tengono in piedi l’esistenza di questo spazio economico, sociale, tecnologico, umano che rivela i propri caratteri velenosi quanto altamente complessi.
Dystopia, welcome to Taranto, purtroppo
scheda redazione