Giunta Salvetti e Recovery Plan, a che punto siamo?
Lo scorso gennaio la giunta Salvetti ha presentato il Next generation Livorno, ovvero la lista delle richieste di finanziamento, da parte dell’amministrazione comunale assieme ai soggetti consorziati, legate ai fondi del Recovery Fund nazionale. Da allora sono cambiate diverse cose: la prima, molto importante, è che presidenza del consiglio e catena di comando per l’esecuzione del Recovery non sono più le stesse. Questo vuol dire che Next Generation Livorno è stato scritto secondo logiche vecchie, con referenti governativi che non ci sono più. La seconda, ancora più importante, è che è uscita la relazione della commissione bilancio della camera, che fissa le linee di confronto con il governo, a poco più di un mese della scadenza del piano di avviamento del Recovery, il 30 aprile. Nel frattempo dalla giunta e dai media livornesi, non giungono informazioni apprezzabili sul mezzo miliardo di richieste legate al recovery che superano il miliardo e mezzo le viene aggiunto anche il Lotto Zero (il collegamento tra Livorno Sud e Chioma il cui primo progetto risale al 1965).
Dal lavoro della commissione bilancio della camera, che si confronterà con quella del senato e col governo, emergono poi una serie di passaggi utili per capire dove potrebbero essere collocati, o respinti, i progetti livornesi.
Comunque, i livornesi, sull’andamento delle richieste di Livorno su un fondo di finanziamento nazionale ritenuto strategico, dovrebbero prima di tutto essere informati se, cambiata la catena di comando, come e presso chi si sta operando per capire se si hanno i requisiti utili, o di quali si necessita, per essere in linea con la scadenza di avvio del 30 aprile.
Intanto dalla relazione della commissione bilancio della camera si capisce che “meno del 30% delle 48 linee d’intervento del piano [il complessivo recovery, ndr] definisce un obiettivo quantificato precisamente, come ad esempio il numero dei beneficiari dar aggiungere, di edifici da ristrutturare o impianti da istallare. Inoltre, solo il 20% delle linee d’intervento delinea tempistiche entro cui s’intende raggiungere i proprio obiettivi e solo in 6 casi su 498 vengono posti obiettivi intermedi con le relative tempistiche definisce un obiettivo quantificato precisamente, come ad esempio il numero dei beneficiari dar aggiungere, di edifici da ristrutturare o impianti da istallare. Inoltre, solo il 20% delle linee d’intervento delinea tempistiche entro cui s’intende raggiungere i proprio obiettivi e solo in 6 casi su 498 vengono posti obiettivi intermedi con le relative tempistiche”.
Se questo è lo stato del Recovery, quale è lo stato, a parte il documento sintetico presente sul sito del comune, dei progetti locali in vista dell’allineamento, verso standard di qualità più alti, delle linee di progetto livornesi del Recovery? Livorno è poi sicura di rientrare nelle nuove visto che ha fatto progetti basandoli sulle indicazioni del vecchio governo?
C’è infatti un altro aspetto importante: la commissione suggerisce, rispetto al vecchio Recovery, l’applicazione di un diverso criterio di riparto delle risorse tra aree, che tenga conto di popolazione, PIL pro-capite e tasso di disoccupazione, “superando in maniera significativa la quota del 34% degli investimenti al Mezzogiorno”
Su questo, che è un criterio pesante di allocazione delle risorse del recovery, è meglio che la politica livornese prima di tutto capisca quali sono i criteri di riparto di risorse che tutelano il territorio e, poi, li difenda nelle sedi opportune. Sono poi previste risorse aggiuntive, nel recovery, per le zone terremotate e, visto che Livorno è zona recentemente alluvionata, ci sarebbe da capire se è possibile raggiungere risorse supplementari per la città. Saper entrare nei criteri di allocazione delle risorse – rigidi per quanto riguarda i parametri di distribuzione, semplificati per quelli di spesa – è essenziale nel momento in cui, sempre secondo la relazione della commissione bilancio saranno proprio gli enti locali “i principali destinatari delle politiche di efficientamento e rigenerazione, coesione sociale e territoriale individuate dal piano”.
Ora, le risorse del recovery non sono LA soluzione al ritardo del paese né LA svolta per Livorno né, tanto meno, i progetti del Next Generation Livorno convincono davvero. Ma, una volta che il dado è tratto si tratta di fondi, e di occasioni di modernizzazione dell’amministrazione livornese, che la città non può perdere.
La città deve essere informata, con abbondanza di particolari, e, eventualmente, invitata a spingere per l’ottenimento di questi progetti. Ne va di tanto futuro del nostro territorio.
Per codice rosso, nlp