Il fiume e la destra
Now those memories come back to haunt me, they haunt me like a curse
Is a dream a lie if it don’t come true
Or is it something worse
that sends me
Down to the river
though I know the river is dry
That sends me down to the river tonight
Down to the river ( “The river” Bruce Springsteen)
Ci sono molte linee per attraversare e comprendere una canzone o un autore. Per Bruce Springsteen possiamo evidenziare una linea politica di protesta che riguarda gli esclusi, i reduci, gli emarginati delle periferie urbane,delle campagne e delle guerre, poi vi è la linea dell’amore, della famiglia, della nazione; inoltre possiamo ritrovare quella più sottile del ricordo, della nostalgia, del tempo passato. In questo senso The River rappresenta l’America profonda, quella vera, quella dell’Americano medio, dell’agricoltore in difficoltà o dell’operaio espulso dal ciclo produttivo e dalla società, la delusione e la rassegnazione dopo la fine del lavoro, o dopo il fallimento di un matrimonio e l’imperversare di quei ricordi dove tutto sembrava più vicino e più intenso. L’America conservatrice e nostalgica insomma che spesso si va a mescolare e contaminare con tutto quel mondo variegato di valori e di proclami, di odio e rancore, di risentimento e razzismo in cui la destra attuale, quella di Trump o anche quella dei polli nostrani, alimenta e attraversa nelle Tv, nei giornali, in Facebook e in Twitter, con account fasulli e algoritmi pagati profumatamente..Bruce descrive e attraversa l’America reale e immaginaria, con la sua musica e i suoi testi, meglio di qualsiasi democratico e meglio ancora di qualsiasi conservatore, Reagan o Trump che sia.. Perché The River rappresenta il disincanto, la resa incondizionata, il sogno americano infranto, i sogni giovanili che diventano velocemente ricordi ( le memorie individuali di ciò che è trascorso e non certo le memorie collettive di tutto quello che è stato lotta, conquista, perdita e sogno di un insieme politico e sociale ).Nelle ultime elezioni Bruce ha chiesto di votare la Clinton ma la musica non è politica, almeno non direttamente, e l’America a stelle e a strisce non ha seguito quel consiglio, ma nonostante ciò gli vorrà sempre bene perché lui racconta quello che l’uomo medio americano vuole farsi raccontare E così, per Springsteen, noi siamo nati per correre e siamo ancora, ancora per poco forse, nati in the U.S.A o anche in Italia, nel boom economico, nella società dello spettacolo e del consumo e dove siamo nati per il lavoro, per la famiglia, per quei sogni abbandonati nelle rive dei fiumi o davanti al mare, dentro quell’Occidente e quel capitalismo che ha colonizzato continenti e immaginari, che ha recintato i campi agricoli, trasformato il paesaggio sociale e umano delle nostre città, abbandonato le sue fabbriche e i suoi operai, illuso la middle class, e prodotto, a raffica, povertà ed emarginazione. Reagan si complimentò per la canzone “Born in the USA” e Bruce si lamentò e ne prese le distanze dicendo che il Presidente non aveva letto il testo. Ma il cantautore americano si sbagliava perché a partire dagli anni 80 nelle canzoni, nei testi, negli articoli, negli interventi politici ed oggi, ancor di più, nelle Google news e nelle Fake news, vale solo il titolo e la resa in termini di voti, like e algoritmi. Nonostante ciò The River rimane una canzone importante ( e relativo album naturalmente) , costruita con scatti, accenti e testi puntuali e incisivi e se i ricordi vivono più a lungo dei sogni non è certo colpa di Bruce, ma di questi ultimi 40 anni che hanno frantumato e diseredato progetti politici, memorie collettive, comunità inconfessabili e sogni generazionali. E dentro quel fiume profondo, costituito da memorie individuali, immaginari collettivi e orizzonti di senso da rispettare e da capire fino in fondo, bisogna ricercare nuovi soggetti e nuove idee per ripensare veramente le linee del lavoro, dell’amore , della tecnologia , del futuro della terra e dell’essere insieme che, in questo momento storico, sono terreni e acque corrose e inquinate dal capitalismo finanziario e digitale e da questa destra invasiva e delirante.