L’imbroglio di Medjugorie
Il 24 giugno del 1981 alcuni ragazzini, tutti legati allo stesso clan familiare, asseriscono di aver assistito ad apparizioni della Madonna con Gesù Bambino in braccio nei pressi del paesino bosniaco di Medjugorie, abitato in maggioranza da croati e all’epoca appartenente alla federazione jugoslava.
La “Gospa” (la Signora) avrebbe indicato loro i cinque pilastri della pace: la preghiera, il digiuno, la lettura della Bibbia, la confessione e la comunione, e confidato dieci futuri avvenimenti dando incarico a una di loro, Mirjana Dragićević, di rivelarli pochi giorni prima del loro verificarsi.
Ad oggi, però, nessuna rivelazione clamorosa, né guerre, né catastrofi naturali, neanche qualche risultato di coppa UEFA.
Mentre i vescovi della zona bollano la vicenda come una bufala, i “veggenti” trovano sostegno spirituale e materiale presso alcuni francescani locali, da tempo in contrapposizione con le gerarchie cattoliche in quanto Paolo VI già dal 1975 voleva sostituirli con il clero secolare.
Tra questi francescani il parroco di Medjugorie, il croato Jozo Zovko, che al primo accenno di strumentalizzazione politica viene condannato dalle autorità jugoslave a tre anni di carcere, poi ridotti alla metà forse per la sudditanza psicologica nei confronti della Madonna che l’avrebbe definito un “santo” in un’apparizione dell’ottobre 1981.
Durante la detenzione Zovko viene sostituito da un altro francescano, Tomislav Vlasic, che nel 2009 la Congregazione per la dottrina della fede sanzionerà con l’interdizione, accusandolo di “eresia e scisma”, di “divulgazione di dubbie dottrine, manipolazione delle coscienze, sospetto misticismo, disobbedienza ad ordini legittimamente impartiti e addebiti contra sextum” (cioè il sesto comandamento, “non commettere atti impuri”). Risulta che nel 1976 avesse messo incinta una suora.
Anche Zovko sembra avere molta sensibilità per le donne, viveva con quattro ragazze e vi sono state diverse accuse di abusi sessuali. È stato colpito da diversi provvedimenti disciplinari, tra cui l’obbligo di allontanarsi da Medjugorie, che non ha mai rispettato finché alcuni anni fa si è ritirato su un’isola. Nel 1992 si era incontrato con Papa Wojtyla, che lo aveva accolto benevolmente. Wojtyla vedeva con favore i “veggenti” di Medjugorie, come espressione di quel nazionalismo croato, cattolico e visceralmente anticomunista, che faceva del paesino bosniaco il suo luogo sacro e delle apparizioni della Madonna un’occasione di propaganda contro i comunisti, i serbi ortodossi e i musulmani bosniaci.
Medjugorie nel frattempo era diventata meta di pellegrinaggi sempre più numerosi. Secondo alcuni siti il giro d’affari è arrivato nel 2015 a 11 miliardi di euro.
“A Medjugorje tutto avviene in funzione dei soldi: pellegrinaggi, pernottamenti, vendita di gadgets. Cosicché, abusando della buona fede di quei poveretti che si recano lì pensando di andare incontro alla Madonna, i falsi veggenti si sono sistemati finanziariamente, si sono accasati e conducono una vita a dir poco agiata (…) È un fenomeno assolutamente diabolico, intorno al quale girano numerosi interessi sotterranei”. A dirlo non è un ateo militante ma monsignor Andrea Gemma, già vescovo di Isernia, considerato nel suo ambiente uno dei più grandi esorcisti viventi e quindi esperto di cose soprannaturali.
Sul turismo religioso nel paesino balcanico vi sono degli aneddoti particolarmente divertenti, come quell’agenzia turistica che per 325 euro a testa prometteva, durante la gita, anche la presenza della Madonna in persona in orari rigidamente prefissati (vedi foto).
La nota divinità ha sempre mostrato a Medjugorie un presenzialismo stupefacente. Si parla di oltre 35mila apparizioni, e il 2 maggio scorso, giornata in cui l’afflusso di turisti è stato particolarmente intenso, ben quattro apparizioni in altrettante location della zona.
Com’è noto in Italia il fronte dei seguaci di Medjugorie è particolarmente nutrito, primo fra tutti Livio Fanzaga di Radio Maria, oltre ad alcune celebrità di contorno.
E siccome a Livorno non ci facciamo mancare mai nulla, il noto ex ballerino Padre Nike della parrocchia della Rosa è uno dei più sfegatati sostenitori, pompato da organi di stampa locali che fanno da megafono ai suoi racconti sui miracoli più strampalati (“una storia di preghiera che diventa guarigione e che spazza via la malattia fisica e rinnova lo spirito” si legge sulla Nazione) e agli ospiti che invita tra i quali “un ragazzo che dice di aver visitato, accompagnato dalla Madonna il paradiso, il purgatorio e l’inferno e un esorcista” (Qui Livorno).
Chissà se il petulante vescovo Razzauti, quando parlava della retrocessione della città insieme alla squadra , si riferiva a queste pagliacciate o se magari per risollevare le sorti di Livorno ha in mente un bel pellegrinaggio con apparizione inclusa.
di Nello Gradirà (tratto da Senzasoste – giugno 2016)