Editoriali

Livorno città del sole

Il nostro Jack RR sulla crisi della città ed economia del mare (redazione).

Avevo già scritto di Livorno Città del Sole, lo rifaccio per la terza volta.

Breve introduzione: Livorno Città del Sole la pensai qualche anno fa, questa è la terza volta che ci torno purtroppo sempre più disilluso, ma con quella voglia di reagire che non riesco a reprimere. Livorno è stata per me una culla di divertimento e impegno, non tollero di vederla trattare con indici messi a punto da Il Sole 24 Ore pur ritenendo che quel tipo di approfondimento porta a quelle conclusioni.
Mi chiedo se ci può essere una via inedita di sviluppo civile di questa città che ha una collocazione geografica particolare in questo momento in cui aree urbane a forte concentrazione mostrano criticità. Allo stesso modo come innovare e rilanciare per non far si che si ritorni al passato come un obiettivo post pandemia. Il tentativo è di migliorarsi, non ritornare nella condizione depressa di prima, perché va ricordato che non solo Livorno ma tutta l’economia in generale vedeva all’orizzonte trent’anni di depressione prima dell’arrivo del virus.
Non solo una reazione sul piano urbanistico ma anche sulla motivazione di chi svolge ruoli amministrativi, inoltre studiare tendenze per portarsele a casa e svilupparle. Cacciatori di tendenze, selezionarle e porle dentro una logica coerente di miglioramento della condizione e non per competere ma per star bene. Scavare profondamente e mettere insieme vari piani scientifici sarebbe un’operazione da tentare, proprio dalla filosofia, psicologia fino appunto all’urbanistica. Ricordo una lezione che l’Ing. Cecconi ci impartì su Livorno città a tre livelli come sviluppo dell’idea di Leonardo Da Vinci. Alla base ci deve essere sempre un ragionamento di fondo. Altrimenti anche singoli elementi qualificanti rischiano di rimanere solo segni distintivi ma di non essere troppo utili.

Quindi segue una Nota che avevo postato su Facebook il 9 maggio 2020.

“Avevo già scritto di Livorno Città del Sole nella fase precedente al Covid-19 sostenendo un rilancio di Livorno sfruttando al massimo ciò che il sistema normativo messo in piedi dall’Unione Europea in termini di Spesa Pubblica offriva. Avevo anche posto l’accento sulla lotta agli interferenti endocrini che ci stanno distruggendo e che noi generiamo a causa di un’ignoranza e di una indifferenza di massa avida di guadagni insensati e danno di tutti, di noi stessi.

Una Spesa Pubblica generatrice di economie desiderabili, attinenti a vari piani come appunto quelli della gestione dei rischi naturali e antropici, della gestione delle opere di bonifica e aperte a nuovi sforzi di ricerca, per migliorare il benessere nel suo complesso. Inoltre educazione e formazione altri capitoli ancora di cruciale importanza. Migliorare tutto e trovare una sintonia con la biosfera, seguendo dei ritmi praticabili dove la felicità di vivere abbia un senso e non sia falsa e controproducente.

Il Covid-19 che non ha una volontà come noi la intendiamo né una missione per conto di un mandante ma solo l’unico scopo di moltiplicarsi e garantirsi un’esistenza, ha creato delle circostanze tali da mettere in evidenza tutte le nostre contraddizioni.

Il Covid-19 ha attaccato i corpi più deboli che non sono solo gli anziani ma tutti quelli che abitano un contesto di stress psico fisico. Le aree con forte densità di popolazione sono generalmente le più colpite. I corpi sono messi alla prova da tre tipologie d’inquinanti principali che agiscono su tutta la popolazione indistintamente: elementi non costitutivi chimici, frequenze elettromagnetiche e rumore acustico.

Se immagino un “dopo Covid-19” lo vedo animato da economie legate alla soluzione di questi problemi, una Spesa Pubblica deve essere orientata alla soluzione di queste problematiche. Si genereranno economie se le persone le desidereranno veramente e se saranno disposte a finanziarle anche con la propria impostazione di vita prima che con frazioni della propria capacità di spesa. Se le persone saranno disposte a partecipare. E ce ne sono tante a parer mio. Famiglie alla ricerca di luoghi vivibili.

Livorno ha una storia molto legata all’evoluzione dell’economia globale, col suo porto ha contribuito alla logistica delle merci ma è stata anche un crocevia di produzioni e commerci importanti a livello nazionale. Livorno progressivamente ha avuto delle trasformazioni fatte di cose positive e negative. Livorno oggi è una città che sta perdendo le proprie speranze portuali dopo aver perso migliaia di posti di lavoro. Nessuno sembra prospettare un disegno strutturato verso cui muoversi.

Io1 invece sostengo ancora di più, lo sostenevo prima e ora lo reputo vitale, che Livorno debba essere rivista profondamente rispetto a tutto il sistema di soluzione dei problemi legati all’economia di cui siamo reduci. Peraltro Livorno più si spopola più rischia di avere sempre meno forze di reazione. La Spesa Pubblica, se riuscissimo a strapparne un po’ dal sistema normativo che emergerà soprattutto col Recovery Fund ma non escludo altri canali, dovrebbe essere utilizzata per attivare delle economie che successivamente potrebbero marciare con le proprie forze. Un corso da intraprendere è quello di radunare forza demografica interessata a migliori condizioni ambientali rispetto ai luoghi di provenienza.

Penso a un piano di realizzazioni su diversi fronti, dalla scuola, al lavoro, all’abitare e al tempo libero con forti momenti di condivisione.

Il Covid-19 farà ripensare molte persone che si trovano a vivere in aree a forte densità di popolazione spingendole a desiderare differenti collocazioni di vita. Livorno potrebbe riprogettarsi per noi e per loro. Se non si trovassero dei soldi lo dovremmo fare con la nostra forza, la forza fisica e le capacità intellettive. Per le istituzioni questo mio concetto è inconcepibile però a me interessa più il mio destino del loro. Quindi poi alla fine che capiscano e si adeguino. Il ruolo politico a questo punto sarebbe importante ma chi lo esercita attualmente ha una visione? Mi sto dando da fare nella ricerca ma non trovo niente. E’ finita l’utopia ed è finito insieme a questa anche il senso pratico. Pensare e agire sono funzioni differenti ma sequenziali in termini di tempo. Il rapporto con l’Europa ha spinto la politica ad assumere una mentalità amministrativa, con la linea dettata dell’approccio monetarista e della regolazione dei bilanci, il pensiero politico è stato completamente messo fuori gioco.”

Livorno Città del Sole dovrebbe essere un tema da discutere.

Per codice rosso, Jack RR

 

 

1. A me non piace assolutamente citare questo termine “Io” ma sono costretto a farlo per scuotere il lettore di fronte al fatto che la politica non esiste e che invece dovrebbe essere in ognuno di noi nella forma della proposta spinta dal senso critico. Per questo scrivo seppur disperatamente perché mi accorgo di un declino culturale immenso. Cultura è soprattutto progettazione di un futuro.

 

Nella foto di copertina, Sun City, l’originale