12 dicembre, il vero grande golpe italiano
Almeno tre generazioni di italiani si sono sforzate di capire quale logica ci fosse dietro la strage di Piazza Fontana, quale testa politica ci fosse dietro i fascisti che, facendo esplodere la bomba a Milano, dettero vita ad una lunga stagione delle stragi. Certo, possiamo dire che si è trattata di una strage di stato, lo dimostra sia la vicenda dei depistaggi che quella dei processi. A mezzo secolo di distanza possiamo anche dire che si è trattato del vero, grande golpe italiano. L’evento militare che ha determinato, in peggio e a destra, la storia italiana successiva. Le prove? Chiarisce tutto una frase, pesante, rivolta ai sindacati, di Donat-Cattin, allora ministro del lavoro: “o firmate il contratto con me o al tavolo delle trattative ci trovate i colonelli”. Eravamo in pieno autunno caldo, nel periodo di altissima marea delle lotte operaie, e di conquista di diritti elementari fino a quel momento negati, ed ecco il primo effetto della bomba: limitare i comportamenti del movimento operaio, mettere le lotte nel recinto di quel contratto “se no vengono i militari”. Il golpe italiano non è stato il tentativo dell’8 dicembre 1970 -qualcosa a metà tra l’operetta e il messaggio trasversale- oppure il sempre temuto, ma mai arrivato, colpo di stato classico con l’arrivo dei colonnelli. Il vero grande golpe italiano è stato l’evento del 12 dicembre. Da allora le elezioni si sono susseguite come sempre, anzi come mai visto che nel 1970 ci sono le prime regionali, si è persino allargata la partecipazione ma l’evento militare di piazza Fontana, assieme ad altre stragi, ha condizionato pesantemente, in modo decisivo, la vita politica e sindacale del paese di queli anni. A cominciare dal contratto del ’69 per finire al radicamento della convinzione nelle sinistre istituzionali che i margini di manovra, per il cambiamento del paese, fossero comunque ristretti. Certo, questa convinzione PCI e PSI l’avevano anche prima di piazza Fontana ma il colpo militare servi’, come dire, per radicare meglio questi convincimenti. E’ cosi’ senza militari che occupano la Rai o il Quirinale alla fine il golpe, strisciante, finì per sortire gli effetti desiderati. Un golpe moderno, chirurgico, che limita gli effetti collaterali. A cinquanta anni di distanza restano comunque intatti il dolore e il cordoglio per le vittime e i loro familiari. Questi ultimi oltretutto insultati da vicende di depistaggio e processuali che hanno scritto capitoli indimenticabili del peggio della storia di questo paese.
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