Territorio

Dati di Livorno: 1/ popolazione scolastica: -38% nuovi arrivi in 12 anni

Pubblichiamo e pubblicheremo una serie di dati che riguardano la città.  La convinzione è che quelli che possono dare un’idea delle potenzialità della città, in termini di risorse disponibili, ovvero quelle sul sistema finanziario cittadino siano tutti da ricostruire. Mentre le proiezioni sulle potenzialità di attrazione di finanziamenti pubblici e privati -con diversi scenari a disposizione- siano una operazione importante, forse decisiva, per capire come la città può avere un futuro. L’impegno è dello di fornire con il tempo un quadro realistico della situazione, e del futuro, della nostra città.

ecco quindi il grafico su dati Istat legato all’andamento della popolazione scolastica livornese

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Ci sono alcuni aspetti semplici da considerare. Per popolazione scolastica intendiamo tutta la fascia, 0-18 immessa nei sistemi educativi  Prima di tutto che il picco di immissione dei nuovi arrivi, in età da asilo,  degli ultimi anni, nella popolazione scolastica livornese, è stato raggiunto il primo anno della crisi (2007). Con l’incedere della crisi la popolazione scolastica ha sempre visto meno immisioni con un calo che, negli ultimi anni, si è fatto deciso. Siamo passati da 1439 nuovi nati nel 2007 a 1048 nel 2019 circa meno 38 per cento in meno di immissioni se consideriamo proprio gli ultimi dodici anni. Il rapporto diretto tra crisi e natalità non è solo livornese, è confermato dal calo del potere di acquisto dei livornesi (testimoniato dal fatto che la città va in deflazione prima di altre nei periodi di più bassa inflazione). Le conseguenze sono intuibili. A parle la facile battuta sul problema dell’edilizia scolastica che si risolve da solo (non è così perché il problema è di qualità non solo di quantità delle strutture) siamo di fronte ad una serie di problemi. Legati alla collocazione, al ruolo, alla filiera lavorativa del personale scolastico. Ma anche alle potenzialità, in termini di economia della conoscenza, della nostra città. Per non parlare della composizione demografica che mostra una città invecchiata come poche in Toscana (214 persone in età post lavorativa ogni 100 delle altre fasce d’età). Certo, le politiche da attivare devono essere sia nazionali che regionali e locali. Ma è Livorno che deve darsi un indirizzo in materia, che non sia la gestione dell’esistente visto che il futuro della città passa da questi temi, se vuole avere una prospettiva.  Come si comincia? Sicuramente smettendo di rincorrere i commenti sulle classifiche legate alla qualità della vita. Urgono dati e riflessioni di respiro.

 

redazione