La lotta per l’abitare a Livorno
Pubblichiamo un’intervista a Giovanni Ceraolo, sindacalista di Asia Usb ed attivista decennale nei movimenti cittadini, sul tema della lotta per l’abitare.
PARTIAMO DAL PRINCIPIO. LA LOTTA PER L’ABITARE ATTUALE DOVE E QUANDO INIZIA SUL NOSTRO TERRITORIO?
La caduta della giunta Cosimi, un crollo epocale del Pd cittadino, è stata causata anche da questa attività, dalla lotta per la casa ed in generale dai movimenti sociali sviluppatisi in quelli anni. Gli ultimi anni di Cosimi furono caratterizzati da una forte opposizione sociale guidata in città dall’Ex Caserma Occupata, che seppe produrre, sviluppare e ramificare numerosi progetti. I soggetti di riferimento di questa attività furono gli “sfrattati”, o meglio chiunque fosse preso da un disagio abitativo ed i disoccupati. Ne seguirono progetti come la Mensa di Via dei Mulini, gli Orti Urbani per esempio, oppure occupazioni come quella di Via Ernesto Rossi, che ha sancito per il nostro territorio l’apertura di una stagione di lotte rivendicative appunto sul tema dell’abitare.
PERCHE’ PROPRIO IN QUEL PERIODO VENNE INTENSIFICATA L’OPPOSIZIONE SOCIALE?
Dal 2012 al 2014, contemporaneamente all’esplosione di una crisi occupazionale terribile, Livorno si trovò impreparata sul piano del Welfare State cittadino. Ad un problema di soggettività di classe si sommò così uno oggettivo legato ad un modo di amministrare miope. La giunta Cosimi non fu minimamente capace di prevedere queste criticità. Facciamo un esempio concreto: la commissione per l’emergenza abitativa era stata ideata solo per affrontare la questione nei termini della marginalità sociale; il soggetto operaio espulso dal mercato del lavoro non era considerato minimamente.
ALTRI ASPETTI DI CATTIVA AMMINISTRAZIONE DELLA GIUNTA COSIMI?
La tendenza annosa di utilizzare i soldi pubblici, le politiche abitative per stimolare l’inserimento dei privati, dunque di guardare alla rendita (clientelare?) come ad un motore di sviluppo cittadino. Forse se il Pd in quelli anni avesse mantenuto meccanismi redistributivi non avrebbe perso.
COL PASSAGGIO ALLA GIUNTA NOGARIN COSA CAMBIO’ NELLE POLITICHE ABITATIVE LOCALI?
Nel frattempo nasce Asia a Livorno che si unisce ai percorsi già avviati nella lotta per l’abitare. Ecco, Nogarin riconobbe subito in questi un interlocutore politico ammettendolo ai tavoli di trattativa ed inserendolo anche nella commissione per l’emergenza abitativa. Fu anche questo passaggio il riconoscimento formale di un’esperienza specifica. Venne inoltre messo in discussione lo strapotere di certo terzo settore sul tema (Arci, Caritas ecc…), anche se in modo timido, poco efficace. Anche l’attenzione verso l’occupazione fu diversa: esplosero queste ultime, il 5 stelle gestì la crisi nella sua fase di piena, proprio in quel periodo l’aumento vertiginoso degli sfratti, della loro esecuzione materiale, potenziò il percorso della lotta per l’abitare. Nacquero esperienze come La Cigna, Mauro Gordato o l’occupazione dell’Atl, fino ad ora mai a rischio sgombero concreto. Cambiò il sistema dell’emergenza abitativa, non più marginalista; nelle liste si riconosceva la morosità incolpevole causata dalla perdita del lavoro. Vi fu pure un maggiore impegno finanziario nel recupero di immobili Erp da ripristinare.
ARRIVIAMO ALLO SCENARIO ATTUALE: COME SI TROVA A LAVORARE OGGI LA GIUNTA SALVETTI?
Negli ultimi due anni gli sfratti sono drasticamente diminuiti. Questo dato potrebbe nascondere però delle negatività, tipo il numero minore degli stessi contratti di affitto: potrebbe significare questo condizioni abitative di sovraffollamento o patrimonio sfitto. Inoltre le maggiori assegnazioni hanno ridotto il popolo delle occupazioni. Senza problemi possiamo sostenere che Raspanti stia lavorando in linea di continuità con il precedente assessorato (Apolloni), almeno per quanto riguardi l’approccio alle occupazioni abitative, cercando soluzioni condivise ed evitando per il momento azioni di forza. Esiste però una forte contraddizione tra la giunta attuale e la forza politica che la sostiene, il PD. Il PD predica un ritorno al passato: non riconosce Asia ed i movimenti, propone ancora un paradigma privatistico.
CI SONO AD ORA GRANDI PROGETTI SPECULATIVI PER IL NOSTRO TERRITORIO?
Questo è il punto: è su questi progetti che l’attuale giunta potrebbe avere davvero le mani legate. Si pensi all’aree ex ospedale o alla stessa Torre di La Cigna, dove si ignorano ancora oggi le intenzioni concrete dell’acquirente. Quest’ultima è una partita urgente ed attuale e se la proprietà preme per uno sgombero, questo significa che una progettualità già esista sull’immobile. Per la giunta questa è già una “prova del nove”: al problema emergenziale, inerente alle soluzioni che si troveranno a chi abiti la Torre si somma quello della progettualità a cui l’immobile sarebbe destinato. Certo che oggi il fronte dell’opposizione sociale può e deve essere forte, un attacco frontale non servirebbe a nessuno, a tutti conviene una linea di compromessi e diplomazia. Il contesto territoriale non è leghista, anche per merito degli interventi con cui i movimenti hanno sempre saputo rispondere con puntualità a questa ulteriore emergenza populista.
DIEGO SARRI