Economie

Il crollo del gigante del gas naturale USA mostra che nemmeno la guerra porta speranza

Le recenti crisi internazionali non alimentano il prezzo del petrolio. Dopo qualche rialzo a seguito dell’attacco dei droni

che ha ucciso Soleimani il report complessivo del prezzo del petrolio WTI segna quasi tre punti e mezzo in meno nell’ultimo mese. Gli operatori di borsa si chiedono come agire dopo i recenti ribassi. Sono quindi servite da una robusta dose di realtà le teorie che sostenevano si fosse alla vigilia di una guerra quasi mondiale in corso sulla spinta di uno spettacolare rialzo del petrolio che, assieme a un complesso militare-industriale visto oggi come se fosse lo stesso di mezzo secolo fa, avrebbe dovuto trascinare borsa Usa e ripresa americana. Al momento non è propriamente cosi’ e lo dimostra il crollo del gigante americano del gas naturale EQT. Si tratta di una corporation che opera in un settore strategico delle materie prime (gas e shale oil) ed è quotata come il maggior estrattore di gas degli Usa e come uno dei più importanti nel settore shale oil. Bene, questo gigante delle materie prime ha perso, dal 2017, il 75 per cento del valore azionario. Nell’articolo di Wolf Street che evidenziamo è chiara la natura di questo fenomeno: i servizi finanziari legati al gas e petrolio sono la vera palla al piede di un settore che produce materie prime: finiscono per portare al ribasso non solo EQT ma anche un importante rivale come Ceasapeak Energy.

Insomma, un settore dove neanche la guerra porta un pò di speranza (leggi profitti): la complessità dei mercati finanziari è in grado di frenare lo sviluppo dell’estrazione delle materie prime anche dove questo mostra possibilità di profitto. E qui sarebbe sbagliato separare il capitalismo sano (materie prime) con quello malato (la finanza). Perchè il modello di business dello shale oil non si sarebbe mai sviluppato senza proprio quel tipo di settore finanziario che oggi lo soffoca. Resta la domanda: a chi giovano i missili di Trump?

 

articolo di Wolf Street sul crollo di EQT

 

a cura della redazione di Codice Rosso