Il mio mitra è un contrabbasso
I nostri non sono dischi, sono progetti politici (Demetrio Stratos)
Il 14 giugno 1979 si svolse all’Arena di Milano, di fronte a settantamila persone, il concerto che era stato organizzato per raccogliere fondi a favore di Demetrio Stratos, il cantante degli Area colpito da una grave forma di anemia.
Troppo tardi: Demetrio era morto due giorni prima in una clinica di New York, e il concerto si trasformò in un omaggio a uno dei più grandi cantanti della scena progressive. Vi parteciparono i più popolari musicisti italiani di quell’epoca, come Eugenio Finardi, Angelo Branduardi, gli Skiantos, Tullio De Piscopo, il Banco del Mutuo Soccorso, la PFM, Francesco Guccini e tanti altri. Anche Adriano Celentano si propose ma gli fu sconsigliato di partecipare.
Eustratiou Demetriou (questo il suo vero nome) nacque ad Alessandria d’Egitto nel 1945 da genitori greci e crebbe ad Atene. Le sue prime influenze musicali furono la musica tradizionale araba e la musica religiosa bizantina. All’età di diciassette anni si trasferì a Milano, dove si unì alla band dei Ribelli caratterizzando i loro brani (come Pugni chiusi), con la sua inconfondibile voce.
Nel 1972 fondò il gruppo degli Area – International Popolar Group, che diventerà l’esperienza musicale più originale ed amata di quegli anni dove certamente non mancavano le sperimentazioni.
Gli Area si propongono il raggiungimento di una musica “totale”, rifiutando il predominio delle influenze anglosassoni tipica dei gruppi rock dell’epoca. I loro suoni sono tipicamente mediterranei, (talvolta usano il greco nei loro testi), con influenze jazz, e le loro trame musicali, per quanto immediate e potenti, sono spesso estremamente complesse grazie anche all’ottima tecnica dei musicisti, il tastierista Patrizio Fariselli, il chitarrista Paolo Tofani, il bassista Ares Tavolazzi e il batterista Giulio Capiozzo, anche lui prematuramente scomparso.
Il primo album degli Area esce nel 1973, con il titolo “Arbeit macht frei”, e il brano più popolare è “Luglio Agosto Settembre Nero”, un omaggio al gruppo armato palestinese responsabile della strage alle Olimpiadi di Monaco dell’anno precedente.
Due anni dopo Demetrio dirà: “In radio non ci hanno mai trasmessi, chiaramente tutti avevano dei blocchi morali, si scandalizzavano perché abbiamo fatto un pezzo che si chiamava ‘Settembre Nero’. Non c’è bisogno oggi di spiegare questo tipo di musica: ci sono solo cinque musicisti che hanno una rabbia repressa perché hanno suonato per tanti anni quello che volevano i padroni”.
Poi escono “Caution Radiation Area” (1974), “Crac” (1975), “Maledetti” e il live “Are(a)zione)” (1976), e nel 1978 infine “Gli dei se ne vanno, gli arrabbiati restano”.
Nessuno come gli Area riesce a tradurre in musica la cultura del movimento giovanile dell’epoca, e più di ogni altro gruppo rappresentano l’autentica colonna sonora di quegli anni. Sono presenti in tutti gli eventi organizzati dai movimenti, primo tra tutti il famoso festival del Parco Lambro nel 1976, che segna l’inizio della crisi del “proletariato giovanile”.
Gli Area eseguono “Caos parte II”: srotolano in mezzo al pubblico due cavi collegati al sintetizzatore che se toccati interagiscono con le frequenze dello strumento. E poi “L’Internazionale”…
Demetrio aveva un’estensione vocale quasi incredibile ed era in grado di emettere più suoni contemporaneamente, tanto che la sua voce fu studiata da ricercatori universitari come quelli del Centro di Fonetica del CNR di Padova.
Nel 1978 lascia il gruppo per approfondire la sua ricerca e le sue sperimentazioni, iniziate già nel 1974 con il grande compositore di musica contemporanea John Cage.
Purtroppo non avrà molto tempo per le sue ricerche… La sua morte segna simbolicamente anche la fine del decennio d’oro dei nuovi soggetti sociali. All’orizzonte ci sono già gli orribili anni ’80.
Nello Gradirà (tratto dall’archivio di Senzasoste)