Covid19 e antropologia filosofica, due articoli che si toccano
Il covid19 ha suscitato un importante dibattito globale anche in ambito filosofico. Sono emersi spunti storiografici, concetti, idee ma anche polemiche piuttosto forti. Sono cose che capitano di fronte ad un evento epocale come la prima vera pandemia della seconda globalizzazione, iniziata con gli anni ’90 ma preparata già durante tutti gli anni ’80. Un ordine di problemi che, pur nel ruolo secondario che oggi rivestono le scienze sociali nella governance delle mutazioni, non poteva non avere un impatto considerevole sui dibattiti filosofici specie quelli legati al tema dell’ambiente, del soggetto, del corpo, della salute e, last but not least, del pensiero politico.
In materia il gruppo di ricerca Officine Filosofiche, nato nel 2008 e che ha al proprio attivo una stimolante collana e numerosi eventi, durante la fase più acuta della pandemia ha organizzato una serie di seminari on line dedicata all’emergenza Covid, al suo impatto nella società e alle sue modalità di eleborazione in termini di pensiero filosofico. Il seminario è stato produttivo: sono usciti infatti diversi articoli direttamente provenienti da quell’esperienza che si possono direttamente trovare nel sito. Personalmente ho partecipato con due, distinti ma correlati, su un tema specifico: Covid e mutazione della categorie antropologico-filosofiche
Il primo articolo Covid, accelerazione e adattamento tra agenti patogeni e sistemi sociali entra nel caos e nelle fratture sistemiche provocate dall’irruzione del Covid su scala globale. Le categorie di accelerazione ed adattamento servono -sul piano della antropologia filosofica- sia per leggere la profondità di queste fratture , che impongono un faticoso riequilibrio nel rapporto tra agenti patogeni e sistemi sociali, che per analizzare le innovazioni che queste comunque impongono sul piano politico, su quello del rapporto tra tecnologia e mutazione del lavoro.
Il secondo articolo Virus, virus informatici, contagio finanziario. La prospettiva antropologico-filosofica comincia con una breve esposizione dei topic dell’articolo precedente per arrivare alla analisi dei dei temi essenziali della antropologia filosofica del primo novecento (naturale artificialità dell’uomo, rapporto tra uomo e organico, comunitarismo) e metterli a confronto con un campo epistemologico generato dal nostro presente, quello composto da virus, virus informatici e contagio finanziario. Ne esce una mutazione delle stesse categorie antropologico-filosofiche che ci rendono però naturale artificialità dell’uomo, rapporto tra uomo e organico, comunitarismo come categorie operative, capaci di orientarsi nel mondo tecnomorfo, in una prospettiva di emancipazione.
buona lettura
nlp