Argentina dopo le Primarie
Parte I
“La merda è eccellente”
Si stima che per ogni persona esistano 17 milioni di mosche.
Perché la popolazione umana si avvicina agli 8 miliardi, moltiplicando 8 miliardi per 17 milioni si riesce ad avere un’idea approssimativa del numero di mosche esistenti.
Esiste, si calcola, un milione di tipi di mosche ma tutte, assolutamente tutte, sono ghiotte di merda.
Si può pensare, razionalmente, che tutti questi fantastiliardi di mosche si sbaglino?
In questa prima consegna su questioni argentine mi limito a citare alcuni superleader.
Successivamente, in comode rate, cercherò di spiegare le dinamiche politiche che ci porteranno al voto di ottobre.
Solo un anticipo per aiutare a calmare gli animi: Milei ha vinto il primo round. E´ importante. Ma il risultato finale è ampiamente “in discussione”.
1.- José Antonio Kast, leader del nazismo cileno:
“Storico trionfo (…) Dal Cile, pieno appoggio per la dura battaglia che si prospetta. Per il bene dell’Argentina, che vinca la forza della libertà e la corruzione, l’insicurezza e la mediocrità vengano sconfitte”.
2.- Eduardo Bolsonaro, deputato brasiliano, leader ancora in libera circolazione del bolsonarismo:
“Un anno fa era un sogno, poi è diventata una meta, oggi è realtà. Un grande inizio di ciò che potrebbe essere il vero cambiamento di cui ha bisogno l’Argentina. Con vicino di casa liberi dal socialismo, il Brasile ha un ambiente più fruttifero per riprendere la strada della libertà”.
3.- Santiago Abascal, leader di VOX, il partito fascista spagnolo “che far tremare il mondo aspettava” (e, presumo, aspetti ancora di non crepare in attesa):
“Tutto il nostro appoggio a Javier Milei per combattere la sinistra più radicale” (probabilmente si fa di qualcosa di forte; “la sinistra più radicale”?).
4.- Alcune dichiarazioni sciolte dello stesso “Rottame Milei”, diletta creatura recentemente partorita dal marketing multinazionale, consegnate alla posterità la sera della vittoria alle primarie (13 agosto). Spiegano cotanto fervido entusiasmo:
“Promuoveremo la libera vendita di organi umani, rifiutiamo assolutamente il diritto all’aborto, siamo contrari alla educazione sessuale nelle scuole, siamo per la scomparsa dello Stato per fare scomparire i ladri ed i predoni, vogliamo la totale cancellazione totale di ogni aiuto sociale, siamo a favore della concentrazione dei redditi e della ricchezza perché la ricchezza sgocciola su tutta la società, vogliamo il diritto al libero porto d’armi”.
Epilogo della prima puntata: Vivendo in Italia spero ansiosamente che arrivi presto l’entusiasta dichiarazione di appoggio a Milei da parte del ministro Matteo Salvini, noto iettatore di fama internazionale.
Per il povero Milei si aprirebbe “Il viale del tramonto” (dell’avventura politica, naturalmente).
Parte II
Improbabili personaggi alla ricerca d’autore
E Santos Discépolo l’aveva previsto
Nella seconda puntata di questa serie cerco di spiegare due questioni: cosa sono le PASO, chi sono i principali candidati alla presidenza, che definisco collettivamente “improbabili personaggi alla ricerca -affannosa- d’autore”.
Nella terza puntata cercherò di chiarire l’importanza decisiva del lawfare (guerra giudiziaria) come strumento politico e chi e perché hanno votato Javier Milei.
Dopo, ma bisognerà vedere se interessa, mi occuperò dell’analisi delle trasformazioni della struttura economico-sociale di un paese che, ai primi del ‘900, era “il granaio del mondo” e aveva un PIL pro capite superiore a quello della maggior parte degli Stati europei.
1.- Le elezioni primarie dell’Argentina, svolte il 13 agosto, hanno visto una notevole crescita della destra e della ultradestra, e un arretramento storico del peronismo.
PASO sta per elezioni Primarie, Aperte (ogni cittadino, iscritto o meno ad un partito politico, ha diritto a scegliere negli elenchi dei candidati), Simultanee (si svolgono come un normale turno elettorale) ed Obbligatorie (chi si astiene senza giustificazione deve pagare una multa economica ed è incorporato nel “Registro di coloro che infrangono il dovere di votare”; non potrà essere nominata/o a funzioni ed occupazioni pubbliche durante tre anni e, se non paga la multa, non potrà realizzare né gestire alcun iter di governo durante un anno.
Le PASO permettono di definire le candidature dei partiti e delle alleanze che, a loro volta, parteciperanno alle elezioni generali del 22 ottobre 2023 per rinnovare parte del Parlamento, delle Regioni e la presidenza della Repubblica attualmente esercitata, tra turbolenze esterne e interne, da Alberto Fernández, con la vicepresidenta Cristina Kirchner -la dirigente politica più popolare dell’Argentina- inabilitata a concorrere per effetto del lawfare.
2.- A queste PASO si sono presentate 15 alleanze diverse. Presento solo i dati delle prime 5. Le prime tre (90% del totale dei voti), perché si contenderanno effettivamente l’elezione.
La quarta e la quinta perché il numero significativo dei loro voti le trasformerà, presumibilmente, in oggetto privilegiato di alleanze ed intese.
I dati sono presi dal quotidiano “Clarín”, del 15 agosto 2023.
Scrutinati 24.016.776 voti, corrispondenti al 97,39% dei votanti, le 5 alleanze più votate sono:
“La Libertad Avanza” (La libertà progredisce), estrema destra, che aveva Javier Milei come candidato unico: 7.116.352 voti, 30,04%.
“Juntos por el Cambio” (Insieme per il cambiamento), destra. Presentava 2 candidati: Patricia Bullrich, 4.022.466 voti, 16,98% ed Horacio Rodríguez Larreta, 2.675.563 voti, 11,30%. Totale: 6.698.029 voti, 28,27%.
“Unión por la Patria” (Unione per la Patria), peronisti attualmente al governo. Presentava 2 candidati: Sergio Massa, 5.070.104 voti, 21,40% e Juan Grabois, 1.390.585 voti, 5,87%. Totale: 6.460.689 voti, 27,27%.
“Hacemos por Nuestro País” (Facciamo per il Nostro Paese), coalizione tra il peronismo non kirchnerista, il Partito Socialista, il Partito Democratico Cristiano, il Partito Autonomista ed altre forze provinciali. Presentava solo Juan Schiaretti: 907.437 voti, 3,83%.
“FIT-U”, El Frente de Izquierda de los Trabajadores – Unidad (Il Fronte di Sinistra dei Lavoratori – Unità), coalizione elettorale integrata per il Partito dei lavoratori socialisti, il Partito Operaio e la Sinistra Socialista. Presentava 2 candidati: Myriam Bregman, 442.085 voti, 1,87% e Gabriel Solano, 186.808 voti. Totale: 628.893 voti, 2,65%.
Nella prima puntata ho presentato il vincitore, Javier Milei, come “un prodotto rottame gonfiato dal marketing realizzato dalla oligarchia mediatica” (col Gruppo Clarín in testa). Insomma, “un cretino di successo”.
Patricia Bullrich è un altro personaggio grottesco della politica argentina: ex membro della organizzazione guerrigliera Montoneros; ex militante della Gioventù Peronista; ex ministra del Lavoro nel governo del radicale di destra Fernando de la Rúa, il presidente fuggito in elicottero quando la folla cercò di dare l’assalto la Casa Rosada al grido “Qué se vayan todos” (Tutti via); ex ministra per la Sicurezza della nazione nel governo di destra di Mauricio Macri. Indiscutibilmente una limpida traiettoria di accomodamenti e tradimenti a cui si aggiunge una feroce e certa vocazione repressiva. Non a caso, per queste PASO propose “di sparare a tutto ciò che ci si opponga”.
Sergio Massa, giunto buon terzo, candidato della Unión por la Patria (Unione per la patria, già Frente de Todos, Fronte di tutti) attuale ministro d’economia, ha una solida proposta socialdemocratica che non è stata recepita dagli elettori. Si prepara alle elezioni di ottobre annunciando una svalutazione del 12% del peso argentino. Probabilmente questa svalutazione è indispensabile per non dichiarare il default del paese, ma è anche il frutto di questi anni di governo peronista, vissuti in perfetta apprensione e paura del FMI e sempre maggiori ed urgenti bisogni della popolazione. Con la inflazione al 115 per cento annuo, un marziano direbbe che questa svalutazione equivale ad un quasi certificato di morte. Solo che, probabilmente, il marziano non conosce le risorse della politica, ovvero non sa come Massa intende trasformare la sua debolezza in forza in appena 2 mesi.
La politica dei tre candidati, in particolare di Massa, che ritengo il candidato più decente (o meno indecente), sarà l’oggetto della quarta puntata di questa serie.
La terza, come già indicato, sarà dedicata a due interroganti: chi e perché hanno votato Milei e quale è il peso del lawfare, o guerra giudiziaria, nella situazione argentina.
Chiudo questa seconda puntata con due citazioni.
La prima è di Javier Milei la notte del 13 agosto: “Siamo la forza più votata perché siamo la vera opposizione … Metteremo fine al kirchnerismo e anche alla ‘casta chorra’ (ladra) che affonda questo paese’”.
La seconda è un vecchio tango scritto da Enrique Santos Discepolo nel 1934, che cito quale raffinato manuale di scienza politica (chiedo agli amici lettori argentini di correggerla, essendo in parte scritta nel dialetto lunfardo, convocando personaggi tipici di Buenos Aires. Conterrà sicuramente errori).
Da lontano mi chiedo – non solo per l’Argentina – fin dove può arrivare una disperata cittadinanza nell’ansia di modificare una realtà che l’assilla dovendo, per concretizzare questo tentativo, far ricorso a decisioni inspiegabili come quella di votare per la stessa oligarchia che l’ha fatta a pezzettini.
Cambalache (Scambio, Baratto, Mercatino di scarso valore)
“Che il mondo fu e sarà una porcheria lo so ben…
Nel cinquecentosei, e nel duemila pure!
Che sempre ci sono stati ladri, furbi e truffati, contenti e amareggiati, valori e doppiezze …
Ma, che il ventesimo secolo sia un dispiegamento di malvagità insolente
ormai nessun lo nega
Viviamo sguazzando in una meringa e nello stesso fango
tutti palpeggiati …
Oggi è lo stesso essere un diritto o un traditore!
Ignorante, saggio o ladro, generoso o furfante!
Tutto è lo stesso!, Niente è meglio!
E’ lo stesso un asino che un grande professore!
Non ci sono rimandati, né meritevoli, gli immorali ci hanno resi uguali
Se uno vive nella falsità, ed un altro ruba per ambizione
è indifferente che sia un prete, un materassaio, un re dei bastoni,
un mascalzone o un clandestino!
Quanta mancanza di riguardo, quale attentato alla ragione!
Chiunque è un signore!, Chiunque è un ladro!
Mescolato a Stavisky (bancarottiere francese) va Don Bosco e “La Mignón” (dal francese mignonne, amante)
Don Chicho (famoso mafioso argentino) e Napoleone, Carnera (il pugile italiano) e San Martin (il liberatore)
Così, nella vetrina irrispettosa dei manichini si è mescolata la vita
e ferita da un spada senza rivetti vedi piangere la Bibbia,
accanto ad uno scaldabagno.
Ventesimo secolo, cambalache, problematico e febbrile!
Chi non piange non poppa e chi non ruba è un pirla
Continua a farlo! Vai avanti!
Che là, nel forno, ci ritroveremo!
Non pensarci più, siediti qui accanto
che a nessuno interessa se sei nato onesto!
E’ lo stesso chi lavora, notte e giorno come un bue,
di chi fa il magnaccia, di chi uccide, di chi guarisce
o è un fuorilegge.”
N.B. A scanso di equivoci: questo tango è stato composto durante il cosiddetto “Decennio infame”. Questo periodo, oggetto della denuncia di Discépolo, ebbe inizio il 6 settembre 1930, con il golpe che destituì il presidente Hipólito Yrigoyen, ed è finito con il golpe del 4 giugno 1943, che portò poco dopo al potere Juan Domingo Perón.
Fu un periodo di restaurazione conservatrice, con 4 presidenti, segnato da una pesante crisi economica, un arretramento sociale complessivo e una successione di campagne “moralizzatrici” che vietavano ogni espressione considerata immorale riguardante i costumi, ogni riferimento a pratiche sessuali e all’alcool e, infine, al “lunfardo”, il linguaggio popolare di Buenos Aires frammisto di italianismi, perlopiù liguri. Trasmettere “Cambalache” fu vietato per tutto il periodo.
Rodrigo Rivas