Il Governo multicolor
“Il discorso trasmette e produce potere, lo rafforza oppure lo mina, lo rende fragile, lo espone, permette di opporgli ostacoli mentre il silenzio, il segreto, lo protegge”.
Il richiamo è appropriato a descrivere l’attuale momento politico e il rituale delle consultazioni politiche necessarie alla formazione del nuovo governo, dove non sai mai di che cosa e in che modo hanno parlato tra di loro i politici di turno, i segreti che si sono trasmessi e gli accordi sottoscritti. Tutto è smodatamente verticistico, privo di trasparenza, di conformità ai principi richiamati nelle campagne elettorali, senza alcun consenso della base di quel tal partito o movimento. Seguono successivamente le pomposità retoriche delle dichiarazioni dei vari dirigenti politici alla stampa all’uscita della consultazione, un vero e proprio teatrino da avanspettacolo dell’ipocrisia che lesiona il diritto alla verità di sapere degli elettori che con il loro voto gli hanno eletti. Come vorrei vedere le consultazioni a cielo aperto o in diretta streaming, franche e limpide, senza fronzoli linguistici in retorica politichese. Purtroppo oggi è un periodo molto complesso e problematico, contraddistinto dall’evaporazione di molte certezze e riferimenti, di forte fluidità politica. Ciò spinge a cercare di interpretare quello che sta succedendo. Il momento e carico di indizi e di ipotesi per cui, con tutte le cautele del caso, proviamo a profetare possibili scenari futuri, un po’ come fa un archeologo di fronte alla scoperta di reliquie. È un esercizio di razionalità sull’aspetto che potrebbe assumere il futuro governo, anche se la razionalità in politica è figlia di un dio minore rispetto agli egoismi politici e ai vari opportunismi amorali che ne guidano l’azione. Al momento, dopo il terribile annuncio mediatico di un possibile diluvio universale che colpirebbe l’Italia se si andasse alle elezioni, si intravede l’arrivo in porto di un governo multicolor dove vengono innestati sul tronco del futuro governo, con abile e sapiente pratica politica, rami politici di destra, di sinistra e di centro. La nuova creatura dell’ex vice presidente della Goldman Sachs dovrebbe centrare il bersaglio di traghettare con successo il nostro mal ridotto paese al di là della crisi economico-sanitaria e riuscire così a gestire con esito positivo e capacità i 209 miliardi in arrivo dall’Europa, una parte consistente dei quali andranno a gravare sulle gambe mingherline di un enorme debito pubblico già oltre il limite di sicurezza fisiologica e che sarà l’eredità pesante e negativa che trasferiremo ai giovani di oggi e di domani. Questo variopinto innesto di governo dovrebbe vedersela con un’ opposizione debole composta da ciò che rimane della destra e della sinistra e forse con un piccolo manipolo di transfughi del M5S. Nel nuovo governo, a detta del futuro presidente del consiglio, dovrebbe dominare la competenza tecno-professionale su quella tipicamente politica espressa dal colorato ventaglio partitico. Le ineliminabili intolleranze genetiche dei vari partiti dovrebbero essere spente con una loro partecipazione ridotta ai minimi termini e con figure di peso minore rispetto ai sacri big di partito. Certamente gli attriti tra le varie componenti sono fonte di seria preoccupazione e di difficile composizione per il futuro premier e rischiano di far crollare tutto l’edificio del nuovo governo se non si trova un appianamento che accontenti tutti i partecipanti. Ragion per cui nella futura agenda politica del nuovo governo sarà di centrale importanza il programma dei primi 100 giorni dove troveremo temi di grido per traghettare verso la fine della legislatura la colorata compagine governativa. Poi una volta salvato il paese dal naufragio non mancheranno le fitte schiere di vincitori che proveranno a legare la loro partecipazione ai successi di gruppo in campagna elettorale per alzare il livello di striminziti o sofferenti consensi elettorali. D’altra parte la creatività delle formule politiche italiane è famosa nel mondo ed è pari alla fama del suo gigantesco debito pubblico. Debito che prima o poi ci crollerà addosso, aprendo una lunga stagione di lacrime e di eroici sacrifici. Risulta quindi ovvio che in tale prospettiva un ex pregiato banchiere alla guida del disastrato bastimento italiano sia un’ ottima forma di assicurazione contro i rischi di rovina per i pescecani del debito e per le lobby di potere che di fatto hanno in mano il nostro paese. Questa fitta trama di relazioni di potere forma, parafrasando M.Foucault, è uno spesso tessuto connettivo che percorre tutti gli apparati e le istituzioni seppur non situandosi in esse. Una sorta di immanente campo magnetico di forza che condiziona, attrae e dirige. Come finirà? E’ più che probabile che il nuovo governo si formerà con un amplissimo consenso di colori dal giallo all’azzurro al bianco al rosso sbiadito a cui forse si aggiungerà il verde. Tale caleidoscopio politico di colori, costruito per necessità del bene nazionale fornirà ai partecipanti gli alibi e le immunità necessarie a non sputtanarsi verso i propri elettori, salvando così i vari capi politici e gruppi dirigenti. La scappatoia sarà offerta dal discorso sullo stato di necessità per il bene nazionale, ovviamente molto strumentale. Questo salverà i vari gruppi dirigenti dalla perdita di identità e dalla contaminazione ideologica da parte di forze che fino ad ieri galoppavano a tutta forza il crinale del sovranismo e delle ideologie delle nuove destre. La stessa cosa, viceversa, succederà nello schieramento del centro destra che parteciperà alla formazione del nuovo governo. Per cui alla fine, vivranno tutti felici e contenti immuni da defezioni e scissioni. Tutti vinceranno e l’allegra carovana andrà avanti ancora un po’ con tutte le sue ipocrisie e i suoi accecamenti discorsivi e mediatici fino alla prossima crisi. Per quanto riguarda la lega, potrebbe trovare la sua collocazione sul fronte delle opposizioni al di là della disponibilità manifestata nel primo giro di boa di consultazioni. Una eventuale partecipazione della lega al governo creerebbe molti più problemi di quanto potrebbe risolverli, vista la forte intolleranza mostrata chiaramente dalle altre componenti più a sinistra sia del PD che del M5S. Inoltre non può passare così facilmente al filtro europeo una giravolta programmatico-ideologica di 180° così repentina e perciò probabilmente molto strumentale al fine di ottenere il salvacondotto per montare sul carro del governo. Altresì l’assenza di condizioni poste dalla lega pur di partecipare, spinge a tale interpretazione. Anche se nulla può essere dato per scontato vedremo come andrà a finire nei prossimi giorni ma certamente siamo di fronte ad un nuovo episodio di ingegneria politica celata dalla maschera della ragion di stato. D’altra parte nelle condizioni in cui versa il paese occorreva un miracolo o un atto di coraggio. Il primo come atto sovrannaturale non c’è stato, mentre per il secondo è mancato il più umano e semplice atto di coraggio di andare al voto, al quale si è preferito il molto più rassicurante governo di unità nazionale composto anche di partitini parlamentari senza alcun riscontro elettorale. Comunque sia, anche se non oggi, di fronte di un debito pubblico impagabile che ora è salito al 160% del PIL, presto ci si potrebbe trovare in una strada senza vie d’uscita e fare la fine della sventurata Grecia che per pagare una parte del debito, ha dovuto vendere ad altri paesi parte del suo territorio nazionale, rinunciando alla sovranità su strade, porti e aeroporti e attuare una politica di lacrime e sangue.
{D@ttero}
Cit di M.Foucault da La volontà di sapere.
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