Internazionale

Il “trentennio buio” latinoamericano

Il termine “trentennio buio” latinoamericano si riferisce generalmente al periodo compreso tra gli anni ’50 e ’70 del secolo scorso, caratterizzato da regimi militari e instabilità politica in molti paesi della regione. Questi regimi spesso hanno governato con mano dura, limitando le libertà civili, violando i diritti umani e reprimendo le opposizioni politiche. Durante questo periodo paesi come Argentina (76-83), Cile (73-90), Brasile (65-85) e Uruguay (73-85) hanno vissuto feroci dittature militari. La denominazione “trentennio buio” sottolinea il clima di oppressione e repressione che ha dominato in quegli anni in America Latina.
Il “trentennio buio” è caratterizzato da diversi aspetti comuni tra i vari paesi della regione, dei quali riportiamo in sintesi i più salienti.
Dittature militari: molti stati hanno sperimentato regimi militari repressivi che hanno assunto il controllo del governo, attraverso cruenti colpi di stato che hanno rovesciato governi democraticamente eletti, in genere progressisti, come quello di Salvador Allende in Cile nel 1973.
Violazioni dei diritti umani: durante questo periodo, si sono verificate numerose violazioni dei diritti umani, tra cui torture, esecuzioni extragiudiziali, sparizioni forzate e imprigionamenti politici. Le forze di sicurezza hanno operato con impunità in molti casi.
Censura e controllo dei media: i regimi dittatoriali hanno solitamente esercitato un forte controllo sui media, limitando la libertà di stampa e di espressione. Molti giornalisti sono stati perseguitati o costretti all’esilio.
Repressione dell’opposizione politica: gli oppositori politici sono stati perseguitati, imprigionati o esiliati. Organizzazioni politiche, sindacati e movimenti sociali sono stati spesso soppressi.
Economie instabili: in diversi casi, le politiche economiche di stampo neoliberista adottate dai regimi militari hanno portato a crisi economiche e instabilità finanziaria.
Coinvolgimento degli Stati Uniti: in quegli anni, gli Stati Uniti hanno sostenuto o addirittura contribuito a stabilire regimi autoritari in America Latina, principalmente per ragioni legate alla contrapposizione nell’abito della Guerra Fredda e alla lotta contro il comunismo.
Processi di riconciliazione: in molti paesi, dopo la fine dei regimi autoritari, sono stati avviati processi di riconciliazione per affrontare le violazioni dei diritti umani e cercare di ripristinare la democrazia.
Queste sono solo alcune delle caratteristiche generali del “trentennio buio” dell’America Latina, substrato comune sul quale, all’interno di ogni paese, si sono sviluppate situazioni specifiche.

La transizione verso la democrazia

Molti stati nel corso XX secolo hanno quindi vissuto regimi dittatoriali, ma negli anni ’80 e ’90, la maggior parte ha intrapreso un complesso percorso di ritorno verso la democrazia. Ciò è stato spesso influenzato da pressioni popolari, crisi economiche e cambiamenti degli equilibri geopolitici globali, legati principalmente alla fine della Guerra fredda. I risultati non sono stati uniformi ma sono variati da paese e paese, tuttavia con problematiche comuni da risolvere come le disuguaglianze sociali, la corruzione e la struttura economica post-coloniale basata sull’esportazione di materie prime grezze, combustibili fossili e prodotti agricoli mono colturali.
La transizione verso la democrazia risulta quindi un complesso processo caratterizzato da movimenti sociali, cambiamenti politici e sfide economiche iniziato negli anni ottanta del ‘900 che ha avuto diversi effetti significativi seppur con caratteristiche non omogenee all’interno del subcontinente.
I principali effetti comuni hanno riguardato aspetti fondamentali della vita democratica ma sovente non hanno interessato la sfera economica e sociale.
Ripristino delle libertà civili: la fine delle dittature ha portato al ripristino delle libertà civili e dei diritti umani, consentendo un maggiore rispetto per la libertà di espressione, di associazione e di assemblea.
Riconciliazione nazionale: molti paesi hanno cercato di affrontare le violazioni dei diritti umani attraverso processi di riconciliazione nazionale, cercando di creare un dialogo tra vittime e responsabili al fine di promuovere la comprensione e prevenire futuri conflitti.
Riforme istituzionali: alcuni paesi hanno implementato riforme istituzionali per rafforzare le istituzioni democratiche, migliorare la trasparenza e ridurre la corruzione.
Partecipazione politica: la transizione ha spesso portato a un aumento della partecipazione politica, con un ritorno di partiti politici e movimenti sociali precedentemente soppressi.
Economie in transizione: durante la transizione, alcuni paesi hanno affrontato sfide economiche, compresi problemi di debito pubblico e instabilità finanziaria, con ricorso a finanziamenti del Fondo monetario internazionale (FMI) finendo per peggiorare la situazione finanziaria del paese, ad esempio come l’Argentina nel 2001.
Ricerca della verità: in diversi paesi, sono stati istituiti meccanismi per stabilire la verità sulle violazioni dei diritti umani durante le dittature. Questi sforzi hanno contribuito a mettere in luce gli abusi e a garantire responsabilità penali.
Sfide persistenti: nonostante i progressi, molti stati dell’America Latina affrontano ancora oggi sfide come la disuguaglianza economica, la povertà, la criminalità organizzata e la corruzione. La transizione verso la democrazia è stata un passo importante, ma molte questioni richiedono ancora attenzione.
In generale, la transizione verso la democrazia ha segnato una svolta positiva per molti paesi dell’America Latina, ma il processo è dinamico e continua a evolversi, e può considerarsi giunto a destinazione solo con l’approvazione di nuovi testi costituzionali come avvenuto in Argentina nel 1994 o in Brasile nel 1988. Vanno segnalate come particolarmente avanzate dal punto dei diritti sociali e del rispetto delle diversità etniche quelle attuate in Ecuador nel 2008 e in Bolivia nel 2009 che, fra le varie, hanno introdotto il principio di stato plurinazionale.
Mentre in Cile, dopo le oceaniche proteste popolari scoppiate nel 2019 sfociate in un processo costituente e nell’elaborazione di una nuova Costituzione, il referendum popolare confermativo del settembre 2022 ha respinto il nuovo testo lasciando in vigore quello adottato dal Gen. Augusto Pinochet del 1980, durante la sua dittatura.
Il periodo della transizione verso la democrazia è risultato fondamentale per la ricerca della verità, il perseguimento della giustizia e il ripristino delle garanzie costituzionali ed ha costituito il substrato che porterà all’attuazione di importanti riforme economiche e di politiche di sviluppo sociale, durante la storica prima stagione dei governi progressisti dei primi 15 anni del nuovo millennio, quando nella maggior parte dei paesi latinoamericani si affermeranno le forze di sinistra e di centrosinistra.

Lorenzo Giorgi