Nell’abisso dell’astensione
L’astensione shock in Lombardia e nel Lazio ha suscitato diverse reazioni. Il nostro Jack RR ci ha mandato subito un intervento per fissare alcuni temi ineludibili se vogliamo comprendere la fuga dalle urne. La discussione continua
redazione Codice Rosso.
Fosse solo un episodio il drastico calo di affluenza alle elezioni regionali di Lombardia e Lazio potremmo anche pensare che la domenica di sole potrebbe essere stata la spiegazione dell’assenteismo elettorale. Ma non è così, perché tanti sono stati i momenti che hanno contrassegnato la crisi della rappresentanza politica attraverso la caduta di consenso verso i partiti nazionali.
Con questa ultima tornata elettorale di due regioni molto significative in termini politici ed economici per l’Italia la situazione è molto grave. Dalla crisi politica siamo arrivati a una crisi di legittimazione istituzionale che colpisce i partiti in pieno. I partiti non sono più considerati dalle persone come quell’organizzazione grazie alla quale si può praticare un governo. Quali possono essere le vere cause di questo processo innescato da tempo?
Negli ultimi trenta anni sono emerse due metamorfosi più una terza causa emergente:
1) la finanziarizzazione dell’economia;
2) la globalizzazione in termini di maggior estensione degli scambi sia di semilavorati che di prodotti finiti;
3) la specializzazione della governance europea.
Queste componenti hanno determinato un assetto concorrenziale che in tempi molto stretti ha rivoluzionato anche tutti i livelli di concorrenza tra lavoratori. Per questo ci sono stati flussi di mobilità trasnazionale di individui e famiglie molto consistenti.
In un contesto del genere il partito politico nazionale effettivamente poteva ben poco in termini di governo anche fosse stato lucido nel capire e tentare di affrontare i mutamenti macroeconomici internazionali.
Recentemente in Italia abbiamo assistito a due tipi di reazione con l’emergere del fenomeno leghista quindi di strampalati tentativi di riappropriazione di linee di governo territoriale prima al nord e successivamente anche al sud, insieme alla reazione movimentista del 5 Stelle dove si pensava che la causa di tutti i mali fosse il malaffare per cui un trionfo di onestà avrebbe migliorato la situazione.
A oggi si può dire che il comportamento della Meloni dimostra quanto questi atteggiamenti politici fossero effimeri.
Invitata dalla Von Der Leyen subito dopo la vittoria elettorale la Meloni è stata messa al corrente di come l’Europa nella storia recente avesse operato. Quindi il rigurgito sovranista è stato ridotto ai minimi termini nel giro di un incontro facendole capire che il Ministero degli Affari Europei sarebbe divenuto per lei un canale importante da vivere con spensieratezza, insieme al rampollo DC Raffaele Fitto.
Questa macro impostazione politica ed economica genera opportunità di lavoro? Genera benessere?
Covid e guerra sono stati due shock senza precedenti, tali da ridurre a zero l’importanza dei partiti politici nazionali, spingendo verso una nuova fase di comparazione macroeconomica tra i paesi membri con effetti critici sulla tenuta del Trattato europeo.
I dipartimenti organizzati dalla UE hanno lavorato prima, durante e dopo gli shock, e le persone comuni sanno cosa hanno elaborato?
Non lo sanno, se non attraverso la valutazione degli effetti che eventuali politiche di settore hanno creato nel loro personale ambito lavorativo. Immaginiamoci come un elettore possa avere una percezioni della qualità di un governo che determina a caduta la qualità dei governi locali. L’elettore valuta la sua realtà e non trova nel rappresentante politico un referente che possa cambiare la situazione nel suo piccolo mondo. L’elettore semplicemente non va a votare e quotidianamente cerca di salvare la sua economia reale dalle grinfie dell’economia finanziaria.
Jack RR