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Spinelli via subito dal Picchi: Comune sveglia!

Nello scorso dicembre, prendendo atto del prematuro abbandono di ogni speranza di salvezza del Livorno, pensavamo che la gestione Spinelli avesse toccato il fondo. Una retrocessione che è frutto del solito stucchevole giochetto imbecille di costruire squadre con un budget nettamente inferiore al minimo necessario ad affrontare dignitosamente la categoria di riferimento. Prestiti raccattati nei reparti di ortopedia, svendita di chiunque abbia un mercato, nessuna programmazione. Come risultato, dieci anni di sottosviluppo calcistico, con cinque retrocessioni e decine di sconfitte casalinghe soltanto negli ultimi tre campionati. E si sapeva che prima della fine della stagione ci sarebbe toccato anche il solito contorno: valzer degli allenatori, con il ritorno di Breda o l’arrivo di qualche altro fenomeno proveniente dalle rinomate scuderie Spinelli-Moggi, piagnistei sui collaboratori incompetenti, sul pubblico ingrato o sul “bagno di sangue”, la ciliegina dei deliri su Livornello, il “porto le chiavi al sindaco” e tutto l’armamentario che conosciamo bene da vent’anni, a cui negli ultimi tempi si è aggiunto anche il controcanto di Robertino con uscite ancora più arroganti, offensive e fuori luogo di quelle del padre.

Persone con un briciolo di dignità sportiva avrebbero gettato la spugna già da tempo: essere considerato un questuante negli ambienti del calcio che conta (ci riferiamo alle dichiarazioni di qualche anno fa del presidente del Napoli De Laurentis ma non solo) farebbe arrossire di vergogna qualunque dirigente serio, per non parlare della recente intervista a Sportitalia con la famosa trattativa in diretta con un procuratore in cui Spinelli è stato trattato senza tanti complimenti come un poveretto ormai vittima di problemi geriatrici avanzati.

Qualcuno lo diceva, anche quando i trombettieri del Gabibbo giallo avevano sempre pronta in canna le accuse di gufi, corvi, pisani ecc.: il pericolo con questa società non è solo giocare con il Gavorrano (già fatto) ma diventare lo zimbello di tutto il calcio italiano. Beh, ci siamo arrivati.

Ma tutte le volte che Spinelli sembra aver raggiunto vertici di ridicolo insuperabili, ecco un nuovo colpo da maestro: il licenziamento in tronco di mezza squadra con sette partite ancora da giocare ha fatto indignare tutto il mondo del calcio, anche in una fase in cui le assurdità e le meschinità ormai non si contano più, con queste tristissime partite a porte chiuse dove ormai mancano solo gli effetti sonori farlocchi a sostituire i tifosi che non ci sono.

Bisogna dire che su questa farsa dei contratti scaduti a campionato in corso ci sono enormi responsabilità della federazione e del governo: se proprio si doveva proseguire la stagione, era opportuno disporre una proroga automatica dei contratti per evitare situazioni paradossali che non si sono verificate solo a Livorno.

Intendiamoci: a noi degli esiti di questa stagione calcistica che doveva essere fermata e che prosegue solo per gli interessi di presidenti e pay tv, in una specie di commedia dell’assurdo, non ce ne può importare di meno; ma quello che ci interessa è che Livorno e il Livorno non vengano messi alla berlina per gli atteggiamenti di qualche personaggio incredibile che non si capisce cosa ci faccia ancora nel mondo del calcio. E naturalmente ci interessa che in prospettiva, quando l’emergenza covid finirà, il calcio a Livorno ritorni ad essere un’occasione di socializzazione e di crescita soprattutto a livello popolare e giovanile, usando la presenza e l’immagine di una squadra professionistica come traino per lo sviluppo degli impianti sportivi cittadini e di una sana pratica sportiva amatoriale e dilettantistica.

La gestione Spinelli, oltre a distruggere la passione sportiva in città, sta anche desertificando quel serbatoio costituito dal calcio giovanile locale che da anni è diventato terreno di conquista di altre squadre, non solo toscane.

La trattativa iniziata a fine gennaio con Majid Yousif aveva fatto sperare tutta Livorno (meno naturalmente gli ultimi giapponesi di Shylock) che questo strazio fosse arrivato alla fine. Purtroppo le vicende giudiziarie dell’imprenditore olandese-libanese hanno fatto tornare in auge, più arroganti che mai, Spinelli e i suoi cortigiani, mentre il sindaco, che aveva giocato molto in termini di immagine sul passaggio di proprietà, sbeffeggiato dal presidente se n’è tornato mogio mogio dietro le quinte.

Non è l’atteggiamento giusto: nessuno naturalmente pretende che il Comune, con un’emergenza sanitaria, sociale ed economica di questo livello perda del tempo in questioni calcistiche, ma la vicenda Yousif ha molto da insegnare e se si impara la lezione la maniera di uscirne c’è. Bisogna muoversi subito però: attualmente in Comune il Sindaco si è tenuto la competenza sullo sport, ma sembrerebbe opportuno nominare un assessore di provata esperienza per gestire un passaggio che sicuramente non è facile.

Naturalmente si parte dal presupposto che Spinelli vada cacciato via a tutti i costi, perché se non siamo d’accordo su questo beh… allora tanti saluti e amici come prima.

Intanto, siccome la convenzione per l’Armando Picchi risulta scaduta, va tolto l’utilizzo dello stadio all’Armata Brancaleone di Spinelli. Se vuole giocare con la primavera vada a Stagno e se i campi di Stagno non sono agibili per la serie B se li porti a casa sua o paghi le multe per l’indisponibilità di un terreno di gioco.

Secondo punto: nominare finalmente un revisore dei conti per capire per quale motivo Spinelli continua a tenere in ostaggio il Livorno e in che modo ci guadagna (a meno di non credere davvero che per lui sia un “bagno di sangue”). Quali sono le operazioni finanziarie per le quali Spinelli utilizza il Livorno? È vero come sembra che in ogni bilancio della società magari mancano i soldi per un centravanti ma quelli per la mancetta di Robertino si trovano sempre? Il primo errore nella vicenda Yousif è stato quello di presentarsi a Genova senza avere in mano una visione chiara della situazione finanziaria del Livorno calcio. Non sarebbe normale che l’Amministrazione provasse a vederci chiaro sui conti di una società che porta il nome della città e ne utilizza gli impianti pubblici?

Poi vanno messe le basi per trovare veramente un acquirente valido per il Livorno, e qui va evitato l’altro grande errore che è stato commesso con Yousif: quello di farsi garante del possibile acquirente senza verificare a sufficienza i suoi connotati imprenditoriali e finanziari. Si continua a riproporre lo schema “ti presento mio cuggino” senza passare per una valutazione seria, trasparente e approfondita sulle caratteristiche di un eventuale successore del presidente genovese. Cosa che si può fare anche subito richiedendo una manifestazione d’interesse su un progetto di una cittadella dello sport, presupposto ormai fondamentale per mantenere il Livorno nelle categorie professionistiche.

L’interesse per il Livorno calcio può essere motivato soltanto dalla possibilità di investire nella ristrutturazione dello stadio (che sta cadendo a pezzi) e nella riqualificazione della zona sportiva, ma non si tratta di regalare beni pubblici al primo speculatore che passa, come è successo e sta succedendo altrove: è necessario che venga garantito l’utilizzo pubblico degli impianti e create nuove strutture per il calcio giovanile.

Che si superi dunque la depressione per la mancata vendita del Livorno e si mettano le basi per ripartire con un nuovo grande progetto sportivo. Spinelli se ne deve andare via subito.

(redazione)