Economie

Il sistema finanziario e le sue degenerazioni – Sara Ferretti

Con intervista all’esperto del settore Raffaele Picarelli

La finanza è la disciplina economica che studia i processi e le scelte di investimento e di finanziamento soffermando la sua analisi sul lato tecnico delle attività di investimento.
I prodotti finanziari comprendono i mezzi di pagamento quali il contante, gli assegni, le carte di credito, che non sono considerati strumenti finanziari.
Gli strumenti finanziari si suddividono in:
* titoli di massa
* contratti derivati
Le obbligazioni sono titoli di debito (per il soggetto che li emette) e di credito (per il soggetto che li acquista), e costituiscono un debito acceso da una società o da un ente pubblico per finanziarsi. Esse vengono emesse allo scopo di recepire, direttamente dai risparmiatori e a condizioni più vantaggiose rispetto a quelle dei prestiti bancari, capitali da investire.
Il fondo d’investimento, che è costituito da quote che vengono collocate presso i risparmiatori, può investire in strumenti monetari (quali i Bot e i CCT), in obbligazioni di medio/lunga durata, in azioni e anche in strumenti derivati. Percepisce dai risparmiatori, in via ordinaria, commissioni piuttosto elevate per la gestione degli investimenti.
I fondi ETF, originati negli USA, sono fondi passivi che percepiscono di norma delle commissioni più basse e sono quotati nelle Borse valori.
Un’operazione di finanza strutturata comporta la messa in “pool” di attività patrimoniali e la susseguente vendita agli investitori di titoli di credito suddivisi in tranche emessi a fronte dei flussi monetari generati dalle attività stesse.
Tale pratica ha assunto importanza crescente come mezzo per il trasferimento del rischio creditizio tant’è che il volume delle emissioni è aumentato rapidamente negli ultimi anni, di pari passo con i progressi compiuti nella tecnica finanziaria.
Il mutuo è un contratto mediante il quale una parte, detta mutuante, eroga all’altra, detta mutuataria, una somma di denaro che l’altra parte si obbliga a restituire alla scadenza più gli interessi.
La garanzia del mutuo è l’ipoteca che permette al creditore, in caso di insolvenza del debitore, di espropriare il bene del debitore e rivalersi, con preferenza sugli altri creditori non ipotecari sul ricavato della vendita coattiva dell’immobile.
Un mutuo può essere cartolarizzato: quando parliamo di cartolarizzazione intendiamo parlare della trasformazione del mutuo stesso in titoli finanziari tramite un determinato processo.

Procedura di cartolarizzazione di un mutuo

La cartolarizzazione del mutuo consiste nella vendita dei mutui a una società detta “società veicolo” che corrisponde alla banca la liquidità equivalete al valore dei mutui comprati ed emette dei titoli obbligazionari riferiti ai mutui stessi, trasformando di fatto i crediti in “carta”. La società veicolo mette poi in vendita sul mercato i titoli emessi con l’obiettivo di recuperare quanto pagato alla banca. Con questa operazione, la banca ottiene dei validi vantaggi dato che trasforma attività illiquide (come un finanziamento di lungo termine) in attività liquide ed immediatamente scambiabili sul mercato. Infatti, trasferendo i finanziamenti al soggetto cessionario la banca ottiene il corrispettivo in denaro e rientra in possesso dei capitali prestati, conseguendo anche significative commissioni.

Intervista all’esperto Raffaele Picarelli

Per approfondire meglio alcuni aspetti particolarmente complessi abbiamo posto alcune domande dr Raffaele Picarelli, profondo conoscitore della disciplina.
Domanda: perché alle persone a basso reddito vengono applicati tassi d’interesse più alti?

Risposta: Perché tali persone, dal punto di vista della banca, sono meno affidabili e, pertanto, più incerta è la restituzione del capitale mutuato più gli interessi. Viceversa alle persone economicamente più rispondenti vengono applicati tassi d’interesse più bassi.

Domanda: che cosa è il Bond tedesco (detto Bund)?

Risposta: Il bond tedesco è un’obbligazione pubblica che può essere a varia scadenza.
Quando parliamo di obbligazione intendiamo un debito che assume lo stato tedesco nei confronti dei cittadini tedeschi o di altri Paesi e questo comporta due diversi tipi di impegni:
* restituire il capitale alla scadenza;
* corrispondere gli interessi che normalmente maturano ogni 6 mesi (cedola).
La differenza dei Bund rispetto ai vari titoli italiani dello stesso tipo è soltanto il tasso di interesse perché la Germania, essendo un Paese considerato dai mercati molto più solvibile dell’Italia, offre tassi minori. La Germania avendo una situazione di bilancio pubblico buona, con certezza rimborserà gli interessi e il capitale al momento della scadenza dei titoli.
Ad esempio: le agenzie di rating classificano il debito tedesco con la tripla A (AAA) invece il debito italiano lo classificano con la tripla B (BBB) perciò siamo diversi gradini sotto visto che la tripla A è il massimo livello dello scalino A e noi siamo al livello più basso dello scalino B. Perciò è evidente che quando emettono questi titoli la correlazione è la seguente: basso rischio bassa resa, rischio medio resa più alta. Come nel 2001 quando si verificò la crisi delle obbligazioni argentine. Lo stato argentino non fu in grado di rimborsare il debito. Chiese quindi un incontro con i creditori nel quale propose una soluzione. Le agenzie di rating avevano classificato con “D”, cioè default, il rischio argentino.
Facendo, però, un accordo con i vari creditori e chiedendo dei finanziamenti al Fondo Monetario Internazionale, prestiti che in parte furono concessi, si trovò un’intesa in base alla quale di quelle obbligazioni doveva essere restituito solo il 35%. I cosiddetti “fondi avvoltoio”sono quei fondi che pongono in essere operazioni speculative sui titoli dei paesi in default. Chi ha utilizzato questi fondi ha speculato e ha fatto profitti eccezionali.
Le obbligazioni sono emesse da:
* società private
* enti pubblici o stato (diventano titoli di stato)
Lo Stato di solito emette obbligazioni (Titoli di stati) per finanziare il debito pubblico, mentre le società private ricorrono al mercato per ottenere finanziamenti a medio-lungo termine. Ad esempio, la mia azienda va bene, voglio ampliare la produzione. Allora ci sono due diverse possibilità:
* chiedere un prestito alla banca
* per le aziende più grandi, possono rivolgersi direttamente al mercato ed emettere un prestito obbligazionario. In questo caso il tasso d’interesse è più basso rispetto a quello chiesto dalla banca.

Domanda: come funziona e cosa significa “vartolarizzazione dei mutui”?

Risposta: Abbiamo visto che il mutuo è un prestito che la banca eroga a una persona o a una società con una garanzia reale che è l’ipoteca. Abbiamo pure visto che l’ipoteca permette di espropriare l’immobile in caso di insolvenza e sul ricavato soddisfarsi con preferenza rispetto agli altri creditori. Per la banca l’ipoteca costituisce un titolo di prelazione.
Per il bilancio di una banca un deposito di denaro di un risparmiatore o di una società rappresenta un passivo, mentre un prestito ad un cliente un attivo.
Il patrimonio è rappresentato dal capitale sociale e dagli utili che sono stati portati a patrimonio. Esso è costituito dal capitale sociale e utili oppure anche da aumenti di capitale.
Sulle banche vigila adesso la BCE (Banca Centrale Europea). Per andare oltre la vigilanza e guadagnare di più, le banche hanno inventato la cartolarizzazione: una banca cede i mutui già erogati ad una società gestita da lei stessa che però è formalmente autonoma che viene chiamata SPV (Special purpose vehicle) ovvero società veicolo. Queste società veicolo comprano i mutui dalle banche emettendo carta commerciale. A questo punto la società veicolo cartolarizza i mutui ovvero li trasforma in titoli di credito come un’obbligazione e poi li vende sul mercato. Nel loro bilancio le società veicolo hanno quindi il mutuo all’attivo e i titoli creati dalla cartolarizzazione al passivo. Adesso con quei titoli ci costruiscono un titolo strutturato che realizzano impacchettando vari prodotti finanziari tra cui quelli affidabili e quelli non affidabili.
La finanza strutturata è quindi una finanza costruita.
A questo punto mettiamo tutti i titoli insieme e facciamo una grande scatola (contenitore) con dentro titoli che hanno come sottostanti i mutui. Naturalmente i titoli più rischiosi non sappiamo dove finiscono. Quindi il mutuo subprime che è il sottostante non si sa dove è.
Qualche anno prima della crisi dei mutui subprime del 2007 (vale a dire erogati a persone che offrono scarse garanzie) era scoppiata la crisi della New Economy (2000-2001). Per combattere questa crisi la FED (Banca Centrale Americana) abbassò i tassi. Ciò favorì soprattutto il settore dell’edilizia residenziale: i mutui aumentarono di numero, la domanda di case nuove crebbe anch’essa. Ad un certo punto si fecero mutui anche a clientela non primaria, cioè a soggetti con basso merito di credito.
Per raffreddare l’economia Usa che stava rischiando un rialzo dell’inflazione, la Fed dal 2004 iniziò gradualmente ad aumentare i tassi e ciò inevitabilmente si riversò sulle rate dei mutui, causando una crescita delle insolvenze. Inevitabilmente la bolla immobiliare, sorta negli anni precedenti, scoppiò. Da qui la perdita di valore dei titoli frutto delle cartolarizzazioni.
Conseguentemente chi aveva comprato i titoli, soprattutto i mutui subprime, ha cominciato ad avere paura e quindi, ha venduto in fretta questi titoli ed è cominciato il crack.
Furono queste vendite, come si dice, sotto stress, cioè vendite in preda al panico.

Conclusioni

Comincia da qui la crisi finanziaria del 2007 che porta al fallimento di diverse banche che avevano in portafoglio una grande quantità di questi prodotti finanziari, fra cui il 15 settembre la Lehman Brothers, una delle principali a livello mondiale. Il default della banca d’investimento statunitense diventa così cinghia di trasmissione della crisi dal settore finanziario all’economia reale e spinge in recessione le economie occidentali, causando la chiusura di numerose aziende, l’aumento della disoccupazione e della povertà. Così gli azzardati giochi speculativi del settore finanziario statunitense, ormai colpevolmente totalmente deregolamentato, vengono pagati dai lavoratori e dai ceti sociali più bassi anche in Europa.

Sara Ferretti
Articolo a cura del Gruppo Insegnanti di Geografia Autorganizzati – Giga

Grafico 1: il tassi di morosità (di non restituzione) dei mutui subprime dal 1998 al 2009

TASSIMO

Grafico 2: variazione del Pil nelle principali economie europee

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