Ambiente

Gli alberi cadono perché indeboliti da potature e tagli di radici

[Riceviamo questo comunicato dalla Lipu e volentieri pubblichiamo]

La tempesta ha portato tanti disagi, a Livorno e non solo, e fa seguito al tornado di qualche giorno fa a Banditella. Tra i vari danni ci sono anche diversi alberi caduti. Ecco che qualcuno è propenso a parlarne come il “killer” cattivone che crolla addosso alle auto.

Ma perché un albero cade? A volte può esserci un difetto strutturale, e per questo sono necessari controlli periodici da parte degli esperti, e nei casi irrimediabili abbattimenti mirati per quelli dichiaratamente destabilizzati. Spesso però gli alberi caduti avevano subìto nel corso degli anni interventi inadeguati e distruttivi. Parliamo innanzi tutto di tagli di radici a seguito di lavori stradali, ma anche di potature drastiche. Se guardiamo con attenzione gli alberi che sono crollati (del tutto o in parte) in conseguenza del vento fortissimo, ci accorgiamo che è così per il pioppo e il pino d’Aleppo in piazza Dante, per il leccio in via Bengasi, per l’alloro in via Lorenzini, le tamerici sul lungomare, i pini di via Lega, e via dicendo.

Allora quando gli esperti botanici e agronomi da quarant’anni vanno dicendo che le capitozzature non vanno fatte, perché dagli ampi tagli entrano funghi e patogeni che raggiungono anche le radici, destabilizzando la pianta, non lo fanno per esercizio accademico ma per le ragioni pratiche di cui stiamo parlando.
In particolare per i pini (il più comune a Livorno è il Pino domestico Pinus pinea) occorre sapere che non sono capaci di emettere nuovi rami – al posto di quelli tagliati – e quindi reagiscono crescendo in altezza. Il tronco diventa allora “filato” e quindi maggiormente vulnerabile. Inoltre per meglio opporsi ai venti la chioma deve mantenere una forma compatta e aerodinamica, che assomiglia all’ala degli aerei. Per cui è assolutamente sbagliato e pericoloso svuotarli e alleggerirli pesantemente. Occorre quindi sfatare la credenza popolare che gli alberi hanno sempre necessità di essere potati. Gli esperti (ma anche l’evidenza dei fatti) ci dicono esattamente il contrario: meno si taglia e più la pianta è sana e sicura.

Allora quale rimedio vogliamo proporre, per avere più sicurezza? Togliamo tutti gli alberi dalle città, senza ripiantarne altri? Fermo restando che così ci priveremo dell’ossigeno che ci serve quotidianamente per respirare, dell’ombra che in estate ci piace tanto, e di tutti gli altri numerosi benefici del verde urbano (che vengono definiti servizi ecosistemici), allora per fare pari dovremmo togliere anche tutti i cornicioni, le grondaie, le baracchine, le statue, i tralicci che sono al contempo caduti in questi giorni ed hanno causato danni.
Meglio allora non farsi prendere dagli isterismi e procedere con razionalità, considerando che la sicurezza al 100% non esiste in nessun campo, e ce lo ribadisce il Consiglio di Stato (proprio rispetto agli alberi) con la sentenza n. 9178 del 27 ottobre 2022.

Cosa invece si deve fare? Controlli regolari, cure adeguate e selettive, interventi di miglioramento della sicurezza (es. tiranti e sostegni).
Per questo la Lipu ha prodotto un apposito dossier, che adesso viene reso disponibile.
Al tempo stesso, per migliorare la cultura del verde e considerando che il 21 novembre sarà la Festa nazionale degli alberi (ai sensi della legge 10/2013) è in programma una serie di eventi – tutti con partecipazione gratuita – a Livorno (7 e 14 dicembre), Vada (18 novembre), Pisa (17 novembre) e Viareggio (10 e 18 novembre). In particolare il convegno del 17 novembre si potrà seguire anche online, iscrivendosi gratuitamente dal seguente link:
https://www.ortomuseobot.sma.unipi.it/2023/10/alberi-in-citta/ . La convivenza tra persone e alberi in città è inevitabile quanto utile. Usando il buon senso e tecniche corrette potremo godere del verde in città nel massimo della sicurezza.

Lipu – www.lipu.it

novembre 2023