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Livorno calcio: nessun regalo di Natale per i tifosi

La situazione in classifica del Livorno alla fine del girone d’andata lascia aperte tutte le aspettative iniziali. Quattro punti dalla prima sono un distacco recuperabile e le avversarie non sembrano irresistibili. Ma se si leggono con più attenzione alcune statistiche la rimonta non appare tanto semplice. Il Livorno ha vinto appena la metà delle partite giocate (9 su 17), e di queste vittorie solo una è arrivata con una squadra che si trova nella “parte sinistra” della graduatoria, il Ghiviborgo. Con le altre sette squadre della zona alta ci sono stati invece quattro pareggi e tre sconfitte. In casa, dove una squadra che lotta per la promozione dovrebbe lasciare agli ospiti solo le briciole, il Livorno ha vinto solo tre volte su otto (con Sansepolcro, Cenaia e Orvietana che si trovano tra le ultime sei), ha pareggiato tre volte e perso due. Un ruolino di marcia da zona salvezza.

Solo quattro volte su 17 il Livorno non ha preso gol, mentre nella classifica dei marcatori il primo degli amaranto (Cesarini) è al 13° posto.

Visto che la squadra è stata completata con un certo ritardo quest’estate ci si aspettava che con il tempo il gioco migliorasse, invece sta peggiorando progressivamente. Dei 27 gol fatti 15 sono arrivati nelle prime sette partite e solo 12 nelle ultime dieci. Alcuni giocatori stanno attraversando un’involuzione preoccupante, così come preoccupante è la preparazione atletica: il Livorno corre meno di qualsiasi avversario incontrato finora e i giocatori che non si sono infortunati si contano sulla punta delle dita.

Alcune scelte cervellotiche di Favarin non le ha capite nessuno: un ruolo delicato come quello del portiere gestito solo in funzione delle quote e continuamente soggetto ad avvicendamenti (nelle ultime quattro partite hanno giocato tre portieri), cambi di modulo, giocatori che potevano essere utili sono stati fatti partire (Fissore, Caponi) per poi cercarne altri con le stesse caratteristiche, e lasciamo perdere le frequenti dichiarazioni piene di presunzione e inutilmente polemiche.

Che ci sia bisogno di dare una scossa è evidente a tutti e dopo la sconfitta con il Trestina si aspettava un cambio in panchina. Approfittando della pausa, un nuovo mister e magari un nuovo direttore sportivo avrebbero avuto il tempo di gestire la campagna acquisti invernale e ripartire. Invece Favarin e Pinzani sono rimasti, alcuni obiettivi di mercato sono finiti alla Pro Palazzolo e alla Sanremese e i giocatori che stanno arrivando non sembrano avere caratteristiche tali da sperare in un salto di qualità. Due esempi: Schiaroli tagliato dal Grosseto perché ritenuto tecnicamente inadeguato dalla società biancorossa e Likaxhiu, che potrà anche essere un nuovo Gattuso ma il cui cartellino al momento viene valutato da Transfermarkt 10mila euro.

Non è che per vincere la D ci vogliano i miliardi degli sceicchi: il capocannoniere del girone E con 11 gol all’attivo, Mignani della Pianese, viene valutato -sempre da Transfermarkt- 50mila euro. Ma c’è la capacità di andare a prendere i giocatori giusti? O si pretende di vincere il campionato prendendo i primi che capitano e senza investire neanche un euro?

Le squadre che sono ai primi posti della classifica nei vari gironi della serie D non si chiamano Arsenal o Real Madrid ma Alcione, Arconatese, Clodiense, Pianese… Il Livorno non è competitivo neanche con queste piazze? E allora qual è la reale consistenza di questa società? E quali sono i veri obiettivi di Esciua? Il Netanyahu de noantri al momento del suo arrivo parlava di serie B, ma con queste premesse altro che serie B, si rischia di buttare via un altro anno, mentre lo stadio, anche a causa di una società che sembra capace soltanto far la guerra ai tifosi, è sempre più vuoto.

Si parla più delle bandiere palestinesi che di investimenti sulle strutture o nel settore giovanile. Neanche l’annosa questione dei campi di allenamento è stata risolta. Il pallone come si sa è rotondo e tutto può ancora succedere, ma al momento l’impressione è che il Livorno non sia finito nelle mani giuste.

 

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