Editoriali

Abolire il 10 febbraio: giornata dell’apologia del fascismo e della falsificazione storica

1.

La devastazione della sede romana della CGIL da parte dei fascisti, avvenuta durante la manifestazione no vax del 9 ottobre scorso, ha reso ancora più evidenti la prepotenza e la pericolosità delle formazioni di estrema destra in Italia e le connivenze di cui godono negli apparati dello Stato. Si è trattato dell’episodio più clamoroso di una lunga serie di aggressioni a danno dei tradizionali bersagli della violenza fascista e razzista: avversari politici, giornalisti sgraditi, comunità ebraiche, immigrati, omosessuali, persone non rispondenti alla concezione di “normalità” di questi criminali.

La mappa curata dal 2014 e aggiornata in tempo reale dal progetto Antifa di Isole nella rete mette in luce una realtà estremamente preoccupante: al 4 settembre 2021 erano 216 le aggressioni e gli attentati censiti1 .

Solo negli ultimi tre mesi, oltre alla devastazione della CGIL vanno ricordati il pestaggio del proprietario di un bar frequentato dalla comunità LGBT (Lecce, 27 agosto); l’aggressione a un profugo afghano nella metropolitana (Roma, 2 settembre); l’aggressione con lancio di petardi a due ragazzi gay al grido di “Il duce vi brucerebbe tutti” (Ferrara, 2 novembre); la scritta “gli ebrei sono il vero virus” in un parco dedicato alla storia della Linea Gotica (Massa, 17 novembre); le minacce a un ragazzo gay: “Frocio di merda ti tagliamo la gola” (Roma, 13 novembre); gli insulti alla senatrice Liliana Segre da parte di un consigliere leghista, che per citarla usa il numero 75190 che le era stato tatuato ad Auschwitz (Brianza, 20 novembre); croci celtiche e la parola “Juden” su un negozio (Savona, 27 novembre) e così via.

Alle aggressioni squadriste si aggiungono numerose provocazioni da parte di esponenti e amministrazioni locali fascio-leghiste: il 5 agosto scorso il sottosegretario Durigon proponeva di intitolare al fratello del duce Arnaldo Mussolini il parco di Latina attualmente dedicato ai magistrati Falcone e Borsellino; pochi giorni prima ad Alessandria la commissione toponomastica del Comune aveva proposto di intitolare una via all’ex capo di gabinetto della Repubblica di Salò ed ex segretario del MSI Giorgio Almirante, come già avvenuto in molti Comuni italiani.

In questo senso l’episodio più clamoroso è quello del Comune di Affile in provincia di Roma, che nel 2012 inaugurava il sacrario dedicato al criminale fascista Rodolfo Graziani, costruito con soldi pubblici stanziati dalla giunta Marrazzo (centrosinistra). Graziani, ministro della Difesa della Repubblica di Salò, firmatario del Manifesto della Razza, era soprannominato il “macellaio del Fezzan” in quanto responsabile dei peggiori massacri commessi dalle truppe italiane durante le guerre coloniali, tra cui la deportazione e lo sterminio della popolazione libica, l’utilizzo di gas tossici contro i civili e la strage di Debra Libanos in Etiopia (migliaia di vittime tra i quali monaci, seminaristi e suore cristiani-copti)2 . Nel dopoguerra, nonostante fosse inserito nell’elenco dei criminali di guerra stilato dalla Nazioni Unite, le richieste di estradizione dell’Etiopia rimasero lettera morta. Nel 1952 Graziani si iscrisse al MSI diventandone presidente onorario l’anno successivo. Altro che sangue dei vinti!

Nel 2018 il sindaco e un assessore di Affile venivano condannati a otto mesi per apologia di fascismo. Nella sentenza il giudice scriveva che il monumento a Graziani era “un affronto diretto alla democrazia del nostro Paese”. Nel 2020 la Cassazione annullava la condanna. Il sindaco fascista dichiarava: “Per fortuna esiste la Cassazione, non lascia passare queste cose come può accadere nei tribunali di primo e secondo grado. In Cassazione nessuno è stato mai condannato per apologia del fascismo”3 .

2.

Non è difficile risalire alle ragioni di questa spavalderia e di questa sensazione di impunità: sono anni che il sistema politico, i media dominanti e buona parte della classe intellettuale italiana fanno a gara ad attribuire all’estrema destra neofascista patenti di coerenza e spessore politico, di onestà intellettuale e di legittimità storica.

Questa riabilitazione in grande stile è un tratto costitutivo della cosiddetta Seconda Repubblica, con la quale si chiude la fase storica dell’arco costituzionale, che escludeva i fascisti del MSI dalla scena politica ufficiale, e se ne apre un’altra nella quale l’estrema destra neofascista o “post-fascista” ritrova una piena agibilità.

A rendere possibile questo passaggio è stato soprattutto l’indecoroso baratto attuato dalla nomenklatura dell’ex PCI che, dopo la caduta del Muro di Berlino e il cambio di denominazione del partito, pur di superare il veto che le impediva di accedere alle stanze dei bottoni metteva da parte anche i suoi più importanti riferimenti ideologici, primo fra tutti la pregiudiziale antifascista.

Nel 1990 Otello Montanari, dirigente del PCI di Reggio Emilia, ammetteva alcuni omicidi politici avvenuti dopo la Liberazione e apriva il tormentone del triangolo rosso e dei crimini della Resistenza. Montanari, scrive Del Bue su L’Avanti, acquisiva “una notorietà inimmaginabile e la sua foto [finiva] addirittura nei quiz della ‘Settimana enigmistica’ come un attore cinematografico, un calciatore, un divo della tivù”4 .

Nel 1996, nel discorso che inaugurava la sua carica di presidente della Camera, Luciano Violante dichiarava: “Mi chiedo se l’Italia di oggi non debba cominciare a riflettere sui vinti di ieri (…). Bisogna sforzarsi di capire, senza revisionismi falsificanti, i motivi per i quali migliaia di ragazzi e soprattutto di ragazze, quando tutto era perduto, si schierarono dalla parte di Salò”5.

Nel 1997 veniva presentato alla Mostra del Cinema di Venezia il film “Porzus”, un altro episodio che fa parte della saga dei partigiani comunisti assassini, finanziato dal governo di centro-sinistra il cui Ministro della Cultura era Walter Veltroni.

Nel 1998, a suggellare l’intesa tra post-comunisti e post-fascisti e ufficializzare la nuova narrazione dominante della Seconda Repubblica, Violante si incontrava a Trieste con il segretario di Alleanza Nazionale Gianfranco Fini.

In quell’incontro Fini riferendosi alla X Mas disse “Volevano difendere l’onore della patria, stretti com’erano tra i tedeschi e i richiami pangermanici da un lato e una Resistenza che qui assumeva connotazioni antiitaliane”. Violante rimproverò l’antifascismo e i suoi storici di non aver denunciato gli eccidi e gli orrori delle foibe. Giorgio Bocca su Repubblica commenterà l’incontro scrivendo che “questa pretesa di riscrivere la storia secondo le proprie convenienze politiche è una pratica di tutti i regimi autoritari, è la “storia sacra” che tutti i potentati (…) imposero ai loro intellettuali “organici’”6 .

La vicenda delle foibe, che secondo i fascisti era stata silenziata per decenni per sudditanza alla sinistra italiana e internazionale, era stata oggetto di dibattito fin dall’immediato dopoguerra, quando l’Italia l’aveva utilizzata come contrappeso alla richiesta jugoslava della consegna dei criminali di guerra fascisti, dei quali nessuno fu mai estradato. Le ricerche effettuate per trovare i corpi di presunte vittime nel pozzo di Basovizza non dettero esito e furono interrotte. Da quel momento la storia delle foibe era rimasta confinata negli ambienti della destra nostalgica e revanscista.

Negli anni successivi il processo di riabilitazione della destra nazifascista continuava. Nel 2001 il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi esprimeva “comprensione umana” per quei giovani di Salò che, sbagliando in buona fede, persero la vita “credendo di servire ugualmente l’onore della propria patria”, animati da un “sentimento di unità nazionale”.7

Nel 2003 usciva il primo libro della saga filo-fascista di Giampaolo Pansa, “Il sangue dei vinti”, una fiction camuffata da ricerca storica che ritorna sul tema dei crimini della Resistenza. Lo stesso anno Rifondazione Comunista organizza a Venezia un convegno sulle foibe nel quale il segretario Bertinotti si unisce al coro dichiarando: ”Le Foibe sono state un fenomeno drammatico che ha investito la Venezia Giulia nella transizione tra guerra e dopo guerra e che ha una specificità insieme politica e etnica”, e che la sinistra ha “sbagliato nell’assumere una posizione negazionista sulle nostre violenze con l’angelizzazione e la retorica della resistenza”8.

3.

Il coronamento di questa campagna arriva nel 2004, quando il governo Berlusconi, con consensi trasversali e nessun voto contrario, istituisce la giornata del ricordo delle foibe da celebrarsi il 10 febbraio di ogni anno (318 voti a favore e 17 astenuti, Rifondazione e Comunisti italiani escono dall’aula). Alle foibe veniva associato, come parte di un unico disegno di ”pulizia etnica”, l’esodo della popolazione italiana dai territori che il Trattato di pace di Parigi del 1947, firmato tra i vincitori e gli sconfitti della Seconda Guerra Mondiale, aveva restituito alla Jugoslavia (l’Istria e altre zone della regione adriatica).

Il 10 febbraio cade a poca distanza dal Giorno della Memoria, l’anniversario della liberazione del lager di Auschwitz ad opera dell’Armata Rossa, come a proporre un insensato bilanciamento. Ma soprattutto il 10 febbraio è proprio il giorno in cui vennero firmati i Trattati di Parigi. In breve, l’istituzione della giornata del ricordo parte dalla concezione revanscista per cui con questi trattati l’Italia fu vittima di un’ingiustizia.Abolire il 10 febbraio: giornata dell’apologia del fascismo e della falsificazione storica 2

Il fascista Roberto Menia, nella foto con Fini, primo firmatario della proposta di legge, in riferimento al Trattato di Parigi parlava esplicitamente di “mutilazione territoriale delle terre orientali d’Italia e perdita della gran parte della Venezia Giulia e della Dalmazia”.

“Il Giorno del Ricordo – scrive il collettivo Nicoletta Bourbaki- è stato il punto di arrivo di un progetto di lungo corso, di un patteggiamento di Fassino e Violante direttamente con Fini e Menia. Gli “ex comunisti” del PDS volevano costruire nientemeno che la ‘memoria condivisa’. Solo l’ottusità -o il cinismo- della classe politica del centrosinistra può spiegare la decisione di svendere in quel modo i principi dell’antifascismo, calpestando il buonsenso e qualunque serietà nell’approccio al tema storia-memoria: la memoria non è e non può essere condivisa, è un fatto individuale o di gruppo. Solo nei regimi totalitari c’è una memoria condivisa di Stato” 9.

Nel 2007 nel suo zelo revisionista il presidente della Repubblica Napolitano parlerà di “moto di odio e di furia sanguinaria e di un disegno annessionistico slavo che prevalse nel Trattato di pace del 1947 e che assunse i sinistri contorni di una pulizia etnica” di cui sarebbero stati vittime gli italiani. In quell’occasione Napolitano consegnò una medaglia agli eredi dell’ultimo prefetto fascista di Zara, Vincenzo Serrentino, fucilato dagli jugoslavi in quanto membro del Tribunale speciale che aveva condannato a morte decine di antifascisti dopo processi sommari, e che era inserito nella lista dei criminali di guerra elaborata da una commissione dello stesso governo italiano.

Le dichiarazioni di Napolitano crearono addirittura un incidente diplomatico con la Croazia: il presidente croato Mesic, non certo un erede della cultura politica della Jugoslavia di Tito, si disse “costernato” dichiarando che nel discorso di Napolitano era “impossibile non vedere elementi di aperto razzismo, revisionismo storico e revanscismo politico”. Per Tadic, esponente del Partito croato del Diritto (destra), “tenendo conto di tutto ciò che hanno fatto in Croazia e in altri paesi, gli italiani sono gli ultimi che possono dare lezioni su genocidi e pulizie etniche”. Per tutta risposta l’allora ministro degli esteri D’Alema convocò l’ambasciatore croato10.

Anche il presidente sloveno Pahor ha scritto più volte lettere di protesta per “alcune inaccettabili dichiarazioni di alti rappresentanti della Repubblica Italiana in occasione della Giornata del ricordo che danno l’impressione che gli eventi legati alle foibe siano stati una forma di pulizia etnica” 11.

Nella narrazione ufficiale sulle foibe, scrive ancora il collettivo Nicoletta Bourbaki, “I crimini commessi dalle autorità italiane durante la guerra nei Balcani – stragi, deportazioni, internamenti in campi sparsi anche per la nostra penisola – sono un enorme non detto. La rimozione alimenta la falsa credenza negli “italiani brava gente” e al contempo delegittima e diffama la resistenza nei Balcani e lo stesso movimento partigiano italiano”12. Il movimento di liberazione jugoslavo è stato il più importante d’Europa. Nelle sue file hanno militato più italiani di quanti combatterono come partigiani in Italia. È quindi evidente l’obiettivo di delegittimare l’intera resistenza antifascista europea.

Le vicende dell’Istria e della Dalmazia nel secondo dopoguerra hanno radici lontane, che risalgono a molto prima del fascismo: nell’Irredentismo italiano di fine secolo XIX il razzismo nei confronti delle popolazioni slave è molto marcato. Si vaneggia di una stirpe latina “di superiore civiltà” e di una “lotta nazionale” che “non può avere il suo compimento se non nell’annientamento di una delle due razze che si combattono” 13.

In realtà “dalla caduta dell’Impero romano fino alla fine della prima guerra mondiale, quella di cui parliamo era un’area multiculturale: cultura germanica, slava e latina insieme. Italo Svevo sceglie questo pseudonimo per sottolineare la sua appartenenza italiana e tedesca. A Fiume e Istria ancora di più: ci sono slavi, tedeschi, ebrei, armeni, greci, magiari, tutti insieme”14 .

La possibilità che questi territori fossero annessi dal neonato Stato italiano era talmente temuta dagli sloveni e dai croati che durante la Prima guerra mondiale i soldati dell’impero austroungarico che con più tenacia si batterono contro gli italiani furono proprio loro, in quanto sapevano che queste caratteristiche multiculturali e multietniche sarebbero state spazzate via in caso di annessione all’Italia.

E così fu, subito dopo la fine della Grande Guerra e ancor prima dell’instaurazione del regime fascista: nel 1920 viene incendiata la Narodni Dom, ovvero la Casa del Popolo della comunità slovena a Trieste, in quello che Renzo De Felice ha definito “il vero battesimo dello squadrismo organizzato”.

“Mussolini chiarì il suo programma a Pola il 22 settembre 1920: «Di fronte ad una razza come la slava, inferiore e barbara non si deve seguire la politica che dà lo zuccherino, ma quella del bastone io credo che si possano più facilmente sacrificare 500.000 slavi barbari a 50.000 italiani»”15 .

Con il ventennio “inizia «la caccia allo slavo» e la politica di italianizzazione forzata della popolazione autoctona. Le squadre fasciste in camicia nera bruciano le scuole croate e slovene, distruggono le Case del Popolo, italianizzano i nomi e i cognomi locali dei vivi e persino dei morti nei cimiteri. Decine di villaggi bruciati, centinaia di case date alle fiamme o saccheggiate, pestaggi della popolazione, arresti indiscriminati e torture di ogni tipo. Come conseguenza della violenza fascista, molti croati e sloveni dovettero emigrare nelle Americhe o in Jugoslavia, dove si unirono al Movimento di liberazione nazionale16 .

Si arriva così all’invasione della Jugoslavia da parte delle truppe nazifasciste il 6 aprile 1941. Nell’arco di due anni di occupazione ci furono “Fucilazioni di civili e partigiani, deportazioni di massa (100.000 jugoslavi trasferiti nei campi d’internamento italiani), incendio e saccheggio delle città e dei villaggi (nel febbraio 1942 l’intera città di Lubiana venne circondata da una «cintura» di filo spinato e posti di blocco e poi razziata), stragi (il 12 luglio 1942 a Podhum 108 fucilati e oltre 800 deportati; a Niksic e in altre città del Montenegro fucilazione di 95 comunisti e 200 civili tra il 20 giugno 1942 e il 25 giugno 1943) violenze e abusi sulla popolazione (nella sola Lubiana morirono 33.000 persone pari al 10% dei suoi abitanti)17.

Ma è proprio questo ciò che la giornata del 10 febbraio intende rimuovere: il 23 marzo del 2015 Il Corriere della Sera pubblicava un articolo intitolato “Foibe, 300 fascisti ricevono la medaglia per il Giorno del Ricordo”, nel quale si evidenziava che dal 2004, anno in cui era stata istituita questa celebrazione, erano stati concessi riconoscimenti per “il sacrificio offerto alla patria” a 300 repubblichini, di cui solo alcuni spariti nelle foibe. Almeno 5 di questi 300 erano accusati di aver “torturato civili italiani e jugoslavi, ammazzato a sangue freddo, incendiato case, saccheggiato, ordinato fucilazioni di partigiani e segnalato gente da spedire nei lager in Germania”. Il 90% dei medagliati apparteneva a formazioni armate al servizio diretto dei nazisti dato che il Friuli dopo l’8 settembre era divenuto “Zona d’Operazioni Litorale adriatico”.

La quasi totale presenza tra i medagliati di repubblichini e collaborazionisti conferma che “i martiri delle foibe” sono stati quasi esclusivamente criminali di guerra nazifascisti (a parte il fatto che molti di loro sono morti o sono stati giustiziati da tutt’altra parte).

Nel corso degli anni la versione fascista delle vicende del “confine orientale” è diventata la verità ufficiale di Stato: pubblicazioni e film di propaganda neofascista sono stati trasmessi dalla televisione pubblica e proiettati nella scuole come l’immondo “Rosso Istria” in cui i “cattivi” sono i partigiani e e i “buoni”, come scrive Eric Gobetti, “sono mostrati spesso in camicia nera: invocano il Duce e la loro unica salvezza è rappresentata dai soldati nazisti”. Cantanti 18 , attori e sceneggiatori in cerca di notorietà, tra i quali millantatori e truffatori, hanno fiutato l’aria e si sono cimentati in penose ricostruzioni del tutto fantasiose il più delle volte finanziate con fondi pubblici19.

La presenza dei fascisti nelle scuole camuffati da storici con il pretesto della rievocazione delle foibe si sono moltiplicate: sono stati diffusi tra gliAbolire il 10 febbraio: giornata dell’apologia del fascismo e della falsificazione storica 3 studenti materiali di aperta propaganda neofascista, come il fumetto “Foiba rossa”, pubblicato da una casa editrice vicina a Casapound, finanziato dalla Regione Veneto e che l’assessora di Fratelli d’Italia Donazzan (nota per aver cantato Faccetta Nera durante una trasmissione radiofonica) ha donato a tutte le scuole della Regione. In questi lavori, scrive ancora Eric Gobetti, si ritrova una particolare “insistenza sulla presenza di donne e bambini tra le vittime delle foibe”, nonostante le ricerche condotte dagli storici dimostrino che le vittime femminili siano il 5% del totale e che sia possibile individuare solo pochissimi e isolati casi di bambini e adolescenti morti20.

Inoltre in questi anni molti “utili idioti” sedicenti di sinistra, sempre attenti a schierarsi dalla parte delle mode culturali dominanti, hanno sdoganato i peggiori ambienti dell’estrema destra: esponenti del PD e della comunità LGBT, come Paola Concia, noti giornalisti come Enrico Mentana (di origine ebraica) o Corrado Formigli. hanno partecipato a incontri nei covi di Casapound, gruppo al quale sono attribuite 71 delle aggressioni squadristiche delle 216 censite da Isole nella rete. Formigli parlò di “un movimento vitale e pulito”.21 .

Abolire il 10 febbraio: giornata dell’apologia del fascismo e della falsificazione storica 4La macchina della disinformazione non si è più fermata: una falsificazione talmente cialtrona da sparare cifre a casaccio (il famoso milione di infoibati del fascista -ora forzaitaliota- Gasparri) e utilizzare comunemente foto di esecuzioni di partigiani e ostaggi per mano delle forze nazifasciste spacciandole per uccisioni di “vittime delle foibe”. O foto di sfollati francesi (vedi qui a sinistra) spacciati per esuli istriani (a destra) 22 .Abolire il 10 febbraio: giornata dell’apologia del fascismo e della falsificazione storica 5

I ricercatori che hanno cercato di ripristinare la verità sugli avvenimenti del “confine orientale” sono oggetto di aggressioni , intimidazioni e insulti, come l’inaccettabile definizione di “riduzionisti” o “negazionisti” che vorrebbe fare il pari con i filonazisti che negano l’Olocausto, ennesima conferma del tentativo improponibile di mettere sullo stesso piano lo sterminio nazista e l’episodio delle foibe.

Ma non si tratta soltanto di difendere la memoria di avvenimenti lontani nel tempo, come potrebbe pensare qualcuno: la destra neofascista ha svolto un ruolo decisivo, insieme a servizi segreti deviati, criminalità organizzata e logge massoniche occulte, nella strategia della tensione che ha scritto la storia recente del nostro Paese e ha portato alla nascita della Seconda Repubblica. E anche su questo i tentativi di intorbidire le acque si sprecano: basti pensare all’esistenza di comitati che hanno come slogan “Nessuno di noi era a Bologna” 23 e cercano di riabilitare i fascisti condannati per la strage del 2 agosto 1980, strage i cui esecutori sono stati chiaramente individuati dalla magistratura nei gruppi neofascisti foraggiati dalla loggia P2. Vogliono far passare i killer delle bombe nelle piazze e sui treni come romantici combattenti antisistema, quando si trattava soltanto di manovali del crimine al soldo di poteri occulti (poi parlano di complotti giudaico-massonici).

Di recente tuttavia il muro di menzogne e di conformismo ha cominciato a incrinarsi con l’uscita di nuove pubblicazioni da parte di coraggiosi ricercatori e per le prese di posizione di noti accademici, come i professori Barbero e Montanari, che ovviamente sono stati assaliti dai cani da guardia del politically correct24. I fascisti e i loro reggicoda hanno chiesto che Barbero non fosse più invitato in TV e che Montanari fosse rimosso dalla carica di rettore dell’Università per Stranieri di Siena.

È intollerabile che non sia consentito dissentire sulla verità di regime stabilita dalle forze politiche dominanti della Seconda Repubblica. Il processo di fascistizzazione della vita politica e del dibattito politico in Italia dev’essere fermato. Noi crediamo sia arrivato il momento, per la sinistra, di riproporre con forza l’abolizione della giornata delle foibe che è il principale grimaldello utilizzato per cercare di imporre un’egemonia culturale neofascista nel nostro Paese. Per questo organizzeremo a partire dal prossimo 10 febbraio una serie di iniziative per sostenere questa proposta, che già molti movimenti e associazioni hanno lanciato.

Redazione di Codice Rosso

NOTE:

1. http://www.ecn.org/antifa/

2. – https://www.viaggiatoriignoranti.it/2021/04/il-massacro-fascista-di-debra-libanos.html

3.https://www.lastampa.it/cronaca/2020/09/26/news/fascismo-la-cassazione-annulla-la-condanna-al-sindaco-di-affile-per-il-mausoleo-di-graziani-1.39353238/

4.  https://www.avantionline.it/il-1992-socialista-diario-di-mauro-del-bue-2/

5.http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/1996/05/10/Politica/VIOLANTE-RIFLETTERE-SU-RESISTENZA-E-SUI-VINTI-DI-IERI_132000.php

6.http://www.osservatoriosulfascismoaroma.org/quando-giorgio-bocca-boccio-violante-e-fini-in-storia/

7.https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2001/10/15/ciampi-anche-ragazzi-di-salo-volevano-unitalia.html

8.https://ricerca.gelocal.it/corrierealpi/archivio/corrierealpi/2003/12/14/BR1PO_VR603.html

9.https://www.wumingfoundation.com/giap/2015/04/il-giornodelricordo-dieci-anni-di-medaglificio-fascista-un-bilancio-agghiacciante/

10.https://www.repubblica.it/2007/02/sezioni/cronaca/foibe-memoria/croazia-napolitano/croazia-napolitano.html

11.https://www.quotidiano.net/esteri/foibe-slovenia-croazia-1.4438630

12.https://www.internazionale.it/notizie/nicoletta-bourbaki/2017/02/10/foibe

13.https://storiaeregione.eu/attachment/get/up_95_1467115976.pdf

14.https://www.fanpage.it/politica/il-dramma-delle-foibe-tutto-quello-che-devi-sapere-per-non-essere-fregato-dalla-propaganda/

15.https://ilmanifesto.it/gli-orrori-del-fascismo-di-frontiera-allorigine-della-tragedia-delle-foibe/

16.https://www.globalproject.info/it/in_movimento/foibe-e-colonizzazione-fascista-dellex-jugoslavia/20637

17.https://ilmanifesto.it/italiani-brava-gente-criminali-impuniti/

18.http://www.diecifebbraio.info/2014/10/trieste-3112014-da-sanremo-alle-foibe-fenomenologia-di-simone-cristicchi/

19. https://www.wumingfoundation.com/giap/2019/01/fantasy-norma-cossetto-1-red-land/#redlands

20. – https://www.padovaoggi.it/politica/fumetto-foiba-rossa-scuole-regione-veneto-padova-31-gennaio-2019.html

21.https://www.pinkblog.it/post/6205/anna-paola-concia-su-alcuni-diritti-meglio-casa-pound-del-pd;
https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/09/30/casapound-mentana-nella-sede-romana-per-dibattito-vero-errore-e-non-confrontarsi-movimento-gia-legittimato-da-democrazia/3887031/;
https://www.giornalettismo.com/corrado-formigli-casapound/

22.https://www.wumingfoundation.com/giap/2015/03/come-si-manipola-la-storia-attraverso-le-immagini-il-giornodelricordo-e-i-falsi-fotografici-sulle-foibe/;
https://www.vice.com/it/article/8qmv3x/se-vedi-una-di-queste-foto-sulle-foibe-ti-stanno-prendendo-in-giro

23.https://www.globalist.it/news/2020/08/03/il-senatore-ruspandini-fratelli-d-italia-dichiara-il-suo-fascismo-nessuno-di-noi-era-a-bologna/

24.https://codice-rosso.net/dalle-foibe-al-green-pass-il-politically-correct-comincia-a-sgretolarsi/

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