Recensioni

Ribelli “Salvatrici del Mondo” di Francesca Fiorentin e Paolo Lago – Recensione

Nel mese di maggio 2024 è uscito il libro Salvatrici del mondo di Francesca Fiorentin e Paolo Lago, pubblicato da Giorgio Pozzi Editore e che sarà presentato a breve a Livorno a cura della redazione di Codice Rosso.
Il sottotitolo “Personaggi femminili nella fantascienza italiana contemporanea” indica perfettamente il tema di fondo trattato nel libro, dove vengono analizzate e spiegate alcune figure femminili presenti in romanzi e anche film di fantascienza italiani usciti dal 2010 in poi. Siamo di fronte a un mondo distopico, devastato da eventi atmosferici e da catastrofi sociali, dove i paesaggi attraversati dalle protagoniste diventano spazi disumanizzati, aridi, inquinati e dove il capitalismo e il potere sono arrivati a escludere ogni forma possibile di relazione e di vita.
Nell’introduzione viene chiarito che l’analisi e lo sguardo critico degli autori riguarda soprattutto “un’ecocritica al femminile” dove la donna diventa una vera e propria “portatrice di cambiamenti nella direzione della possibilità di salvare la Terra o l’umanità.”
All’interno di questa ecocritica al femminile Francesca e Paolo indicano le loro influenze filosofiche nelle figure di un femminismo importante come quello di Silvia Federici con il suo libro Calibano e la strega, Donna Haraway soprattutto con il suo saggio Chtulucene. Sopravvivere su un pianeta infetto, testo che sarà richiamato costantemente all’interno del libro. Nei tre capitoli presenti spesso sarà menzionata l’opera di Rosi Braidotti per la sua idea di fantascienza che dovrebbe spostare “la nostra visione del mondo dall’epicentro umano e riuscire a creare un continuum con il mondo animale, vegetale, extraterrestre e tecnologico, lasciando prevedere un egualitarismo biologico e postumanista”. In questi romanzi descritti sono proprio le figure femminili le vere protagoniste di una possibilità di rinascita, speranza e umanità per altre persone e gruppi di questa terra devastata da eventi climatici avversi, luoghi inquinati e invivibili e da politiche totalitarie senza uscita.

Sognatrici e visionarie

Nel primo capitolo incontriamo quelle figure femminili presenti in romanzi italiani che rappresentano le sognatrici, visionarie, combattenti, che sono portatrici di un punto di vista di rottura con l’universo sociale: tema fondamentale dei nostri giorni in cui la mancanza di un sogno collettivo verso un mondo migliore si accompagna a un pessimismo di fondo verso il futuro della Terra, dove è più facile immaginare la fine del mondo che la fine del capitalismo, ben evidenziato da Mark Fisher nel suo libro Realismo capitalista.
I romanzi segnalati nel capitolo sono Bambini bonsai di Paolo Zanotti, 2119 la disfatta dei sapiens di Sabina Guzzanti, vari romanzi di Nicoletta Vallorani come Avrai i miei occhi ma i riferimenti a film e testi filosofici si intrecciano naturalmente fra loro come se facessero parte di un insieme profondo e molteplice che ci richiama al pensiero e a un continuo approfondimento di questi temi. Mi preme sottolineare il riferimento al film Lo chiamavano Jeeg robot di Gabriele Mainetti dove la diversità e lo sguardo di Alessia, ragazza con problemi psichici, che vive all’interno di un mondo di sogni e supereroi in una dimensione invisibile agli altri per sfuggire alla violenza di una città come Roma, spietata e crudele, possono avere un ruolo salvifico verso l’altro e verso una nuova umanità a venire. In questo mondo il protagonista Enzo si trasforma in un supereroe al servizio della città: “Te sei un supereroe mica puoi anna’ a ruba”.

Migranti e immigrate

In questo capitolo vengono indicate alcune figure femminili, presenti nei romanzi di fantascienza, che si inseriscono nel fenomeno delle migrazioni molto importante nella nostra attualità, in questo senso si rileva la distinzione tra migrazione e nomadismo attuata da Rosi Braidotti: l’immigrato è diverso dal nomade: lei/lui ha una destinazione precisa. Si sposta da un punto nello spazio a un altro con uno scopo ben preciso”.
Le figure femminili, come la ragazza di Miden di Veronica Raimo, Mariama, tratta dal romanzo L’isola delle madri di Maria Rosa Cutrufelli, Mitzi dalla Sublime costruzione di Gianluca Di Dio e Marta del romanzo Qualcosa, là fuori di Bruno Arpaia, pur nella loro diversità, rappresentano compagne di viaggio che uniscono intensità, umanità, speranza e tutte quelle caratteristiche etiche lontane dai desideri e dagli immaginari collettivi imposti dal consumismo e dal capitalismo contemporaneo. In questi paesaggi, purtroppo spesso reali nel mondo attuale,” l’altro rappresenta qualcosa che disturba e rallenta la piatta comunicazione dell’uguale” (Byung-Chul Han).
In questo senso il corpo di queste figure femminili diventa confine, non solo frontiera da superare, ma muro razziale e discriminazione sessuale da abbattere. Inoltre questo corpo contiene qualcosa di animale, legato a natura e terra, anzi diviene animale per sottrarsi al linguaggio del potere e al racconto pervasivo dell’organizzazione del capitalismo.
Le immigrate descritte in questo testo possono diventare attesa profonda, guide naturali e spirituali, forti come un cyborg, custodi di una natura ormai devastata e perduta, guerriere e ribelli ma anche profondamente umane e creatrici di danze magiche.

Nomadi e viaggiatrici

In queste figure femminili di nomadi e viaggiatrici viene messa il rilevo l’essere nomade, molteplice, viaggiatore, della natura umana, mantenendo quello spirito salvifico delle figure indicate negli altri due capitoli.
I riferimenti filosofici si fanno ancora più intensi, in particolare Deleuze e Foucault, e soprattutto il tema dell’essere nomade di Rosi Braidotti: “il soggetto nomade è un insieme di esperienze molteplici, complesse e potenzialmente contraddittorie, un posizionamento definito dalla sovrapposizione di tante variabili come la classe sociale, la razza, l’età, lo stile di vita, le preferenze sessuali e così via”. In questo capitolo vengono descritti i romanzi Anna di Niccolò Ammaniti, La festa nera di Violetta Bellocchio, Quando nascesti tu stella lucente di Nadia Tarantini e La fiaba di Miriam che costituisce l’ultimo “atto” della raccolta Quando qui sarà tornato il mare del collettivo di scrittura Moira Dal Sito.
In tutte queste storie il viaggio diventa “contemporaneamente scoperta e resistenza, trasgressione e interconnessione continua” e “gli spostamenti nomadici segnano un divenire creativo”. Come scrive Rosi Braidotti nel suo libro Soggetti nomadi, lo spostamento favorisce interazioni fra soggetti, tra diverse forme di esperienza e di conoscenza radicata, ma mobile.

Salvatrici del mondo rappresenta, in maniera naturale e spontanea, un invito a una lettura specifica di romanzi italiani che, negli ultimi anni, hanno evidenziato personaggi femminili che riescono ad avere un’impronta salvifica rispetto al difficile rapporto tra società e futuro, ecologia e progresso, dentro paesaggi neo-apocalittici, distopici ma a volte profondamente reali, che ci richiedono una profonda riflessione sul nostro futuro in questa terra.
Il libro ci regala un confronto e un riferimento continuo con la storia del cinema e della letteratura, della filosofia francese del tardo 900, soprattutto Foucault, Deleuze e Guattari e della saggistica femminista come Donna Haraway e Rosi Braidotti.

Due considerazioni personali di fondo che questo libro davvero intenso mi ha favorito:
I romanzi segnalati nel libro e i riferimenti filosofici del femminismo citati dimostrano forza, intelligenza e creatività che non trova spazio nella falsa narrazione di questi decenni in cui ogni forma di femminismo contemporaneo viene svalutata con riferimenti alla distruzione della famiglia tradizionale, alla sostituzione etnica e con immagini da gossip di infimo ordine bombardate nei quotidiani al servizio del capitale, nei social e nelle chat di ogni genere.
Inoltre queste figure femminili piene di vita e di umanità, di ribellione e di legami, di interconnessioni e di attualità ci mostrano, sinceramente e naturalmente, che un sogno collettivo per un futuro migliore è ancora possibile. Bifo ultimamente ha scritto un articolo molto denso di temi e di piani di lettura della nostra epoca ma che lascia poco spazio al futuro dell’umanità sulla Terra: la fine del capitalismo non è possibile perché il capitalismo è eterno, in quanto si costituisce nello spazio dell’astrazione, e l’astrazione è eterna: non esiste, mentre guerra, morte, denatalità, precarietà e caos sono in mano a forze imprevedibili.
Ma forse questa imprevedibilità del destino della terra ha proprio bisogno di queste figure femminili intese come creazione continua di vita e di sogni collettivi per salvare il nostro mondo.

Per Codice Rosso, Coltrane59

 

Ribelli "Salvatrici del Mondo" di Francesca Fiorentin e Paolo Lago - Recensione 2

Francesca Fiorentin, Paolo Lago, Salvatrici del mondo. personaggi femminili nella fantascienza italiana contemporanea, Giorgio Pozzi Editore, Ravenna, 2024, pp. 120, euro 15,00.

 

Francesca Fiorentin si è laureata in Filosofia all’Universita Statale di
Milano e ha conseguito un master in Perfezionamento in discipline
filosofiche all’Universita Bocconi. Una sua silloge poetica e apparsa
su Nazione Indiana. Ha pubblicato diversi articoli e racconti sul blog
letterario Il Pickwick e, in collaborazione con la poeta Francesca
Tuscano, il poema Il Don Giovanni, apparso sul sito Necrologika.it.
Nel 2017 esce il suo primo libro di poesie, Gli alfabeti intatti, edito da
Arcipelagoitaca. Nel 2020 esce il secondo, Legami cedenti ossigeno,
nella collana Intrecci di Oedipus Editore. Nel settembre 2021 una sua
silloge e edita per la rivista americana ≪Journal of Italian Translation≫
(volume XVI, number 1, Spring 2021). Sempre nel settembre 2021 esce
il suo terzo volume di poesia, Carcere della terrestrità, per i tipi di Macabor.
Nel 2024 pubblica Disinganni, libro di poesia per i tipi Robin
Edizioni. Insieme ad altre scrittrici ha fatto parte della redazione del sito
di lettere e arti LeOrtique, dedicato alla scrittura femminile. Collabora
con diversi altri siti di critica letteraria.
Per Codice Rosso
https://codice-rosso.net/chthulucene-donna-haraway-e-i-rifugiati-di-ogni-specie/
https://codice-rosso.net/il-cyberfemminismo-di-donna-haraway/

Paolo Lago è dottore di ricerca in Letterature e scienze della letteratura
e in Scienze linguistiche, filologiche e letterarie. Si occupa soprattutto
di ricezione dell’antico, estetica del romanzo e critica tematica nella
letteratura e nel cinema. È redattore della rivista ≪Carmilla online≫;
collabora con ≪Zest. Letteratura sostenibile≫ e con la rivista ≪Tellus≫.
Fra le sue monografie: L’ombra corsara di Menippo. La linea culturale
menippea, fra letteratura e cinema, da Pasolini a Arbasino e Fellini (Le
Monnier, 2007); La nave, lo spazio e l’Altro. L’eterotopia della nave nella
letteratura e nel cinema (Mimesis, 2016); Il vampiro, il mostro, il folle. Tre
incontri con l’Altro in Herzog, Lynch, Tarkovskij (Clinamen, 2019); Lo
spazio e il deserto nel cinema di Pasolini. «Edipo re», «Teorema», «Porcile
», «Medea» (Mimesis, 2020); La natura ostile. Visioni e prospettive
nella narrativa contemporanea (Terracqua, 2023). Con Gioacchino Toni
ha scritto Alle radici di un nuovo immaginario. Alien, Blade Runner, La
cosa, Videodrome (Rogas, 2023).
link recensione La natura ostile per Codice Rosso
https://codice-rosso.net/la-natura-ostile-di-paolo-lago-recensione/

Print Friendly, PDF & Email